lunedì 24 febbraio 2014

Eventi EVENTERIA!


TRENTEMOLLER Live Set
LUNEDI 24 FEBBRAIO
dalle ore 21
ESTRAGON - Bologna

DNA concerti e 3D / DNA DANCE DEPARTMENT in collaborazione con Eventeria e Decibel Eventi sono felici di presentare:

Trentemøller Live set

Prevendite disponibili da Eventeria, in Via Goito 6/b a Bologna (tel. 051.0493742) oppure online su Vivaticket.

Uno degli artisti più preziosi della scena elettronica contemporanea: definizione perfetta per il danese Anders Trentemøller. Al contrario di molti suoi colleghi dj e producer che iniziano la loro carriera nei dancefloor e lì restano, col loro successo legato magari a doppio filo alle mode del momento, l'artista scandinavo da ormai quasi un decennio porta avanti un percorso assai personale nella (re)interpretazione degli stilemi digitali.
L'amore per le melodie più preziose legato a quello per la qualità produttiva, la capacità di unire con un suono personalissimo i mondi dell'indie rock e dell'elettronica: è grazie a questi elementi che il danese Anders Trentemøller è da anni uno dei musicisti più amati in circolazione.
Una storia che ha il primo passaggio importante nel 2006 quando, dopo una serie di seminali EP di taglio più elettronico, arriva il suo esordio sulla lunga distanza con “The Last Resort”: un eccezionale successo di critica ma anche di pubblico. L'anno successivo, 2007, un altro momento cruciale: la creazione della sua prima live band (con gli amici Henrik Vibskov, batteria, e Mikael Simpson, chitarra). Con l'aggiunta dei visuals a cura di Karim Ghahwagi, tutto questo porta al primo vero e proprio tour, “Trentemøller: Live In Concert”: festival come Glastonbury, Melt!, Roskilde, ma anche una serie di date negli Stati Uniti allargano ancora di più la schiera degli ammiratori dell'artista residente a Copenhagen.
Il 2009 porta all'arrivo di “The Trentemøller Chronicles”, un doppio album che raccoglie vario materiale inedito, tracce escluse all'ultimo dalla set list del suo album d'esordio e vari remix per artisti quali Röyksopp, Moby, The Knife. Ma il 2009 è anche l'anno di un altro momento fondamentale nella carriera dell'artista, il ruolo di headliner nell'Orange Stage a Roskilde, celebrato presentando davanti ad un pubblico di 60.000 persone un esclusivo set (progettato sotto il punto di vista del design complessivo da Henrik Vibskov), che raccoglie un feedback assolutamente entusiasmante.
I passi successivi sono la creazione di una propria label personale, "In My Room”, e soprattutto “Into The Great Wide Yonder”, il secondo lavoro da studio, uscito nel 2010. Più rivolto ad un suono analogico, suonato per lo più con strumenti veri e propri e con più debiti artistici verso indie e post punk, il disco riesce nella difficile impresa di mantenere le altissime aspettative – inevitabili, visto la grande attenzione e gli enormi elogi legato al suo esordio di quattro anni prima.
Un disco coraggioso, che lo porta ad allontanarsi sempre più dall'elettronica degli inizi per andare invece a cercare un sound più complesso, più sperimentale e cinematico. Il set up live cresce, le persone sul palco sono ora sette e il tour si protrae senza pause praticamente per due anni. Momenti fondamentali: l'esibizione all'edizione 2011 del Coachella (“Una dei momenti migliori del festival”, scrive NME, “ha catturato l'attenzione di tutti ed è diventato il momento più prezioso e sorprendente”); ma in generale anche tutto il tour statunitense. La fine del tour viene celebrata con due date alla Den Grå Hal a Christiania, Copenhagen, catturate poi nell'album “Live In Copenhagen”.
Successivamente è il turno di “Reworked/Remix”. Un doppio che celebra l'attività di Trentemøller come remixer, ma anche alcune reinterpretazioni fatte da altri artisti del suo materiale: i nomi coinvolti vanno dai Modeselektor ai Depeche Mode passando per UNKLE, Franz Ferdinand, Andrew Weatherall ed Efterklang. Parallelamente il mondo del cinema si innamora sempre di più della sua musica: registi come Oliver Stone, Pedro Almodovar e Jacques Audiard (che usa il rarissimo bootleg remix trentemølleriano di “State Troopers” di Bruce Springsteen, traccia originariamente creata solo per essere usata durante i dj set) utilizzano svariate sue tracce.
Settembre 2013 porta “Lost”, il suo terzo album. Secondo le parole di Vice: “Come i suoi predecessori, 'Lost' non è solo un significativo discorso artistico perfettamente coerente, ma anche e soprattutto un ennesimo 'vaffanculo' a qualsiasi forma di incasellamento di genere a cui vogliate sottoporlo”. L'album è un perfetto simbolo dell'impatto e della ricchezza di suono raggiunta da Trentemøller grazie al lavoro dal vivo. Un disco fatto di chitarre, sintetizzatori analogici e melodie assai consistenti; praticamente l'opposto dello scheletro sonoro digitale e pre-programmato degli esordi. E' anche un disco pieno di collaborazioni: i Low, Jonny Pierce di The Drums, Marie Fisker, Kazu Makino dei Blonde Redhead, Jana Hunter dei Lower Dens, Ghost Society, Sune Wagner dei Raveonettes – tutti loro contribuiscono alla creazione di un lavoro che attraverso con naturalez! za territori sonori che vanno dall'indie rock al post punk, senza risparmiarsi nemmeno rimandi al jazz e alla musica classica.
Nel frattempo arriva la chiamata dei Depeche Mode come support band durante il tour mondiale di “Delta Machine”, moltissime date in festival di grande prestigio così come nei migliori live club. Anche il 2014 è un anno pieno di date dal vivo: salire su un palco è per Trentemøller un'attività amata tanto quanto lo stare in studio a lavorare su nuove creazioni.
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