venerdì 27 gennaio 2023

ART CITY Bologna

27 gennaio - 5 febbraio 2023 
artcity.bologna.it  

Identità visiva ART CITY Bologna 2023 a cura di Filippo Tappi e Marco Casella 

Nel 2023 il calendario artistico italiano si apre con l'undicesima edizione di ART CITY Bologna in programma dal 27 gennaio al 5 febbraio
L'art week con il programma istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali, promossa da Comune di Bologna eBolognaFiere, torna a fare da preludio e accompagnare lo svolgimento di Arte Fiera che si riposiziona nel periodo invernale, forte della tradizione di fiera di settore più longeva a livello nazionale e luogo privilegiato per scoprire le anticipazioni della scena artistica contemporanea, con un'attenzione rivolta sia agli artisti affermati che alle nuove generazioni. 

Diretta per il sesto anno da Lorenzo Balbi, direttore di MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, ART CITY Bologna torna a riflettere la ricchezza e la vitalità espresse dalla città nel campo della cultura contemporanea attraverso la messa in rete delle variegate proposte offerte dal sistema di istituzioni pubbliche e organizzazioni private. È nella dilatazione spaziale e nei fluidi slittamenti di confini che, nel suo percorso di crescita e consolidamento, il progetto ha infatti trovato una cifra distintiva come progetto culturale collaterale alla kermesse fieristica. I pubblici plurali che frequentano abitualmente la città nel periodo di Arte Fiera possono, infatti, non solo trovare un calendario serrato di inaugurazioni, eventi e iniziative speciali ma soprattutto vivere l'esperienza corale di un'intera città partecipante, in cui gli spazi amplificano e arricchiscono le possibilità dei progetti espositivi accolti, risultando complementari. Una forma diffusa di alleanza tra città, fiera, arte e cultura davvero unica e peculiare nel panorama nazionale. 
 
Nell'edizione 2023 il main program si articola in uno special project e in 12 main projects che, come di consueto, vanno a comporre una proposta ampiamente rappresentativa delle pratiche artistiche contemporanee. Proiettandosi oltre i confini urbani, in una sfera territoriale ancora più estesa e policentrica che interessa l'intera area metropolitana di Bologna, il programma sarà animato complessivamente da oltre 150 eventi

 I luoghi 
Accanto ai luoghi deputati all'arte, ART CITY Bologna si connota per la continua ricerca di spazi normalmente non fruibili a scopo espositivo, dimenticati oppure poco noti al grande pubblico. Gli interventi degli artisti invitati a relazionarsi con contesti inusuali avranno così, ancora una volta, la possibilità di generare impreviste connessioni e rivelazioni
Per questa undicesima edizione i luoghi spaziano tra differenti tipologie, offrendo nuove esperienze e punti di vista rinnovati sulla città. Sono interessati dal main program: Teatri di VitaMAMbo - Museo d'Arte Moderna di BolognaNuovo Parcheggio Stazione in via Aristotele Fioravanti, Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi, Cassero LGBTI+ CenterAlchemilla a Palazzo Vizzani, LabOratorio degli AngeliPadiglione de l’Esprit NouveauOratorio di San Filippo NeriPalazzo BentivoglioSala Studio di Teatri di VitaBagni di Mario (Conserva di Valverde) e lo spazio KAPPA-NÖUN, situato nel Comune di San Lazzaro. 

 L'identità visiva 
Come per le due precedenti edizioni, per l'ideazione e lo sviluppo dell'identità visiva è stata confermata la collaborazione con Filippo Tappi e Marco Casella. Se nel 2021 a guidare i visitatori erano stati la stella e Peter Pan, mentre nel 2022 si era assistito all’“esplosione” di Bologna vista come una galassia, per il 2023 la grafica nasce dal presupposto che l'arte rappresenti ciò che non conosciamo. Protagonisti di questo immaginario sono mostri e figurazioni di fantasia ispirati a quelli apparsi nelle narrazioni antiche e utilizzati dai cartografi medievali e rinascimentali per rappresentare l'ignoto. Riferimento ideale è anche la figura di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), padre fondatore delle scienze naturali di cui Bologna sta celebrando i 500 anni dalla nascita, che dedicò le ultime pagine della sua Naturalis Historia al tema dei "mostri celesti", eccezionalità astronomiche che rimangono per lo più inspiegabili. Spiegano i due visual designer: “La stella di ART CITY Bologna si posa su una terra ignota, la più lontana mai visitata. La mappa della città metropolitana di Bologna, popolata da mostre, rassegne ed eventi d’arte, diventa terra sconosciuta, sfuggente, pericolosa, effimera. Nuova, in cui appaiono sirene, buchi neri, vegetali agghiaccianti. Il punto nevralgico è il viaggio, non la meta, non il ritorno alla normalità ma la trasmutazione, il disorientamento che risveglia lo sguardo. Il mostro ci indica un luogo misterioso. Ed è proprio lì che dobbiamo andare”

 Special project 
Proseguendo la sperimentazione del formato che lo contraddistingue dal 2018, con gli interventi di importanti artisti internazionali quali Vadim Zakharov, les gens d’Uterpan, Romeo Castellucci, Gregor Schneider e Tino Sehgal, lo special project invita ancora una volta il pubblico a immergersi in vere e proprie opere d'arte viventi con il lavoro Have a Good Day! nato dalla collaborazione tutta al femminile di Vaiva Grainytë (autrice del libretto), Lina Lapelytë (compositrice e direttrice musicale) e Rugilë Barzdþiukaitë (regista e scenografa), presentato nella sede di Teatri di Vita in tre repliche: venerdì 3 e sabato 4 febbraio alle ore 20, domenica 5 febbraio alle ore 17. Come componenti del collettivo Neon Realism, nel 2019 le tre artiste hanno ottenuto il Leone d’Oro per la migliore Partecipazione Nazionale con il Padiglione della Lituania con l'installazione Sun & Sea (Marina), a cura di Lucia Pietroiusti, nell'ambito della 58. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia. Accolta con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo, e definita dal quotidiano statunitense The New York Times “intelligente, affascinante e silenziosamente sovversiva”, questa sorprendente opera lirica per dieci cassiere, con sottofondo di un centro commerciale e pianoforte racconta la vita interiore delle lavoratrici protagoniste, mostrando che cosa si nasconda dietro i sorrisi forzati e i saluti meccanici "Buongiorno!", "Grazie!", "Buona giornata!". Lo spettacolo trasforma l'alienazione quotidiana di cassiere senza volto e dalle sembianze robotiche in personaggi vivaci e brillanti, le cui biografie e pensieri segreti diventano brevi drammi di carattere personale che si fondono in un coro comune. La critica alla società capitalistica contemporanea viene espressa con ironia, humour, poesia e paradosso, evitando qualsiasi giudizio moralistico. 
L'opera Have a Good a Day! di Vaiva Grainytë, Lina Lapelytë e Rugilë Barzdþiukaitë è prodotta da Operomanija. Come special project di ART CITY Bologna 2023, l'evento è curato da Lorenzo Balbi e promosso da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano, Ambasciata di Lituania in Italia e Consolato Onorario di Lituania in Emilia-Romagna, in collaborazione con Teatri di Vita. Il libretto dell'opera è cantato in lituano, con sottotitoli in inglese e italiano. 
Prenotazioni aperte dal 25 gennaio sul sito teatridivita.it/prodotto/have-a-good-day/

 Main program 
Il main program si apre idealmente al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna con Atlantide 2017 - 2023, personale del video artista e regista italiano Yuri Ancarani, a cura di Lorenzo Balbi. La mostra è concepita come un'"esplosione" del film Atlantide (2021), presentato in anteprima nella sezione “Orizzonti” della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all'interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell'arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione dell’opera, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione. 
In un'atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra. 
Atlantide 2017 - 2023 si realizza con il sostegno del Trust per l'Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder Pictures, Dugong Films e Rai Cinema. A Yuri Ancarani è inoltre dedicata la prima edizione del progetto Led Wall Commission ideato da Arte Fiera: all'ingresso di Piazza Costituzione un megaschermo di 5x9 metri proietterà video d'artista concepiti specificamente per il formato billboard e per la visione di chi sta attraversando la soglia del quartiere. 
Nel Nuovo Parcheggio Stazione - Roof 5° piano, distante 2 minuti a piedi dall'ingresso della stazione ferroviaria di Bologna Alta Velocità in via Aristotele Fioravanti, Xing presenta il progetto BSTRD della coreografa di origine grecaKaterina Andreou con un doppio appuntamento. La performance si svolge sabato 28 gennaio alle ore 21.00 per poi riattivarsi durante Arte Fiera, sabato 4 febbraio dalle ore 19.00 alle 24.00, come video installazione, una produzione ad hoc girata nello stesso luogo. BSTRD è un solo potente contraddistinto da un'energia esplosiva che sfida il confine tra autonomia e autorità, condizionamento e libero arbitrio. Ispirandosi alla nozione di impuro e alle pratiche di ibridazione/meticciato che hanno caratterizzato anche la cultura House nel clubbing di Chicago e New York, Andreou sviluppa una poetica incarnata in una figura bastarda consumata in una danza al di là di ogni definizione. Con solo un giradischi come partner, il corpo dell’artista si inscrive nell'istante, tra i limiti determinati dallo sforzo e dalla fatica, agendo in una geometria immaginaria. 
Banca di Bologna prosegue nella produzione di mostre di livello internazionale proponendo nella Sala Convegni Banca di Bologna a Palazzo De' Toschi la personale Finding Form dedicata al lavoro dell'artista tedesca Bettina Buck, a cura di Davide Ferri e realizzata in collaborazione con Bureau Bettina Buck. L'esposizione restituisce il percorso dell'artista tedesca prematuramente scomparsa nel 2018, partendo dagli aspetti fondanti della sua poetica, declinata prevalentemente nella scultura, nell'installazione e nella performance, e affrontando alcuni termini specifici della sua ricerca: postura (del corpo e della scultura, tra corpo e oggetto), gravità (come forza a cui la forma si assoggetta), caduta (come azzeramento della forma), occultamento (che permette di immaginare più che vedere la scultura), domestico (gli immediati dintorni nei quali la forma diventa scultura). 
Negli spazi del Cassero LGBTI+ Center si incontra il mondo grottesco di Nathalie Djurberg, Leone d'Argento alla Biennale di Venezia del 2009 come più promettente giovane artista in duo con Hans Berg, con la video installazionePutting Down the Prey, a cura di Sabrina Samorì e promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna in collaborazione con Collezione Matteo Novarese. Nei paesaggi dell'assurdo creati dall'artista svedese piante e animali in plastilina sono chiamati ad interpretare le pulsioni e le contraddizioni dell'uomo. In una simbiosi perfetta con le sofisticate sonorizzazioni di Berg, le animazioni in stop motion di Djurberg mettono in scena temi reali scomodi, quali la sottomissione, lo sfruttamento, la violenza e il voyeurismo, attraverso storie fantastiche che trasudano crudeltà e cinismo ma anche magia e romanticismo. 
A Palazzo Vizzani, Alchemilla presenta il progetto And We Thought III di Roberto Fassone + Ai Lai + LZ, a cura di Sineglossa, promosso in collaborazione con MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna. Ai Lai è un'intelligenza artificiale nata nella primavera del 2021 e possiede l'abilità speciale di pensare resoconti di esperienze psichedeliche. Durante i suoi primi mesi di vita Ai Lai ha compilato migliaia di brevi report in cui racconta il suo rapporto con i funghi allucinogeni. Le storie sono molto varie: al loro interno compaiono cervelli frammentati, amici con gli occhi blu e alieni negli armadi. Nell'estate del 2021 Ai Lai scrive di voler vedere i film dei Led Zeppelin. Parla in particolare di tre titoli - The Doors, The Road Love is Magic - che, grazie a un'attenta operazione di recupero, vengono presentati in anteprima assoluta in occasione di ART CITY Bologna 2023. 
È un intervento site-specific ideato per il LabOratorio degli Angeli il progetto Guarda caso di Eva Marisaldi, a cura di Leonardo Regano e promosso in collaborazione con la Galleria De' Foscherari. L'opera di Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese situato presso la Chiesa sconsacrata di Santa Maria degli Angeli e l'attiguo Oratorio, intrecciando un intenso confronto che si articola tra opere riattivate per l'occasione e nuove produzioni. L'artista rilegge il LabOratorio degli Angeli come un grande archivio transitorio, custode temporaneo di opere e oggetti d'arte che nel loro casuale incontrarsi raccontano una storia in continua evoluzione. 
Si inserisce in Jonas Mekas 100!, il programma internazionale di manifestazioni che celebra il centesimo anniversario dalla nascita del regista e teorico di origine lituana, la mostra Under the Shadow of the Tree curata dal duo Francesco Urbano Ragazzi presso il Padiglione de l'Esprit Nouveau, promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano e Ambasciata di Lituania in Italia in collaborazione con Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia. L'esposizione pone in dialogo l'edificio - prototipo abitativo realizzato nel 1925 da Le Corbusier e Pierre Jeanneret, ricostruito in copia fedele a Bologna nel 1977 da Giuliano e Glauco Gresleri con José Oubrerie - con un corpus di opere di Mekas, che porta fuori dal grande schermo i suoi diari filmici. Come fosse una cassa armonica, l'intero padiglione è riempito dai suoni degli audio-diari con cui l'artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. L'albero che svetta al centro dell'architettura di Le Corbusier, attraversandone il soffitto, è invece l'elemento attorno a cui ruota una riflessione per immagini sul ruolo della natura nell'opera di questo autore, figura fondamentale nella storia del cinema di avanguardia americano. 
A San Lazzaro di Savena, KAPPA-NÖUN ospita la personale Gerold Miller dedicata all’artista tedesco, curata da Valerio Dehò e promossa da Marco Ghigi in collaborazione con Artesilva. Fin dai suoi esordi negli anni Novanta Miller ha lavorato sul rapporto concettuale tra l'opera d'arte e lo spazio in cui veniva collocata, elaborando dei quadri-cornice che definivano le ambiguità delle coordinate prospettiche classiche. Il suo metodo è concettuale, analitico, razionale e richiede un'attenta partecipazione cognitiva da parte dello spettatore. Tutte le sue opere non definiscono un'immagine, ma piuttosto un confine, tra scultura e pittura, tra spazio interno ed esterno. Implicano al tempo stesso disegno, pittura, scultura e architettura, si configurano come oggetto, stabiliscono uno spazio attivo, si profilano attraverso un concetto minimalista. 
La Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna promuove e organizza, all'Oratorio di San Filippo Neril'installazione site-specific Seeking Blue Gold del duo anglo-argentino Lucy + Jorge Orta, a cura di Cristina Francucci e Tatiana Basso. L'opera si focalizza su uno dei meta-temi centrali nella poetica degli Orta, quello dell'acqua, un bene primario - il cosiddetto "oro blu" - oggetto di controverse politiche economiche e di una distribuzione globale iniqua. Il progetto, il cui fulcro è costituito da manufatti in legno provenienti dal mondo rurale, dove ancora sono utilizzati nei sistemi irrigui tradizionali, si propone di instillare in chi guarda, in linea con i presupposti dell'Estetica Operativa messa a punto dagli artisti, un seme dal quale possano germogliare nuove idee e pratiche collettive. 
Palazzo Bentivoglio apre i suoi spazi dedicati alle mostre a un percorso monografico su Patrick Procktor, protagonista imprescindibile, ma tuttora poco noto, del panorama artistico londinese degli anni Sessanta e Settanta. La mostra A View From a Window, curata da Tommaso Pasquali con allestimento di Davide Trabucco, si sviluppa a partire da un nucleo di opere della collezione permanente di Palazzo Bentivoglio per presentare al pubblico una selezione di una sessantina di lavori, tra dipinti, acquerelli e disegni, datati dai primi anni Sessanta ai primi anni Novanta. Il titolo del progetto espositivo vuole sottolineare il carattere del tutto peculiare e soggettivo di una ricerca ostinatamente figurativa, connotata da grande indipendenza, per quanto del tutto calata nel suo tempo: una porzione di mondo, come quella - appunto - visibile ad apertura di finestra. 
Nella storica Sala Studio di Teatri di Vita va in scena per la prima volta in Italia l'operetta The Teacher di Agnes Scherer, curata da Caterina Molteni e prodotta da MAMbo: un'acuta riflessione sulle dinamiche di potere che svela la dipendenza sistemica tra chi guida e coloro che, per appartenenza a una classe o a una minoranza, rimangono in una posizione subalterna. L'artista tedesca allestisce una parodia del rapporto tra la figura di un divulgatore-insegnante-leader e il suo pubblico, rievocando diversi scenari di 'indottrinamento'. Come spesso accade nel suo lavoro, immaginari del passato riecheggianti forme narrative archetipiche (mito, parabola, fiaba, leggenda) diventano specchi attraverso cui leggere la società contemporanea. 
Infine, l'installazione scultorea di grandi dimensioni Fugitive of the State(less) dell'artista britannica Dominique White, a cura di Giulia Colletti e promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna in collaborazione con Associazione Succede solo a Bologna, agisce da punto di fuga prospettico della sala ottagonale dei Bagni di Mario (Conserva di Valverde), realizzata nel 1563 dall'architetto Tommaso Laureti per alimentare la Fontana del Nettuno. Il concetto diStateless indica un non-spazio senza tempo né restrizioni, uno stato alterato, oltre lo Stato, in cui la Blackness esiste indisturbata. È un’utopia abitata da naufraghi, fuggitivi e liberi. Secondo gli Occupanti dello Stato, lo Stateless e i fuggitivi non esistono e non sono riconosciuti, il fuggitivo può essere ucciso o può scegliere di auto distruggersi, passando allo Stateless attraverso il mare. Fino a quel momento i fuggitivi restano nel limbo. Le installazioni scultoree di White sono composte da materiali naturali manipolati dal vento, dal mare e dall'artista. Spesso esposte in stato di sospensione, riassumono una serie di presenze e potenzialità (reali, virtuali, storiche, speculative) implicate nella coscienza Black
Dopo il successo della prima edizione nel 2022, l'Accademia di Belle Arti di Bologna ripropone ARTalk CITY, il ciclo di incontri mattutini in Aula Magna, coordinato da Maria Rita Bentini, in cui alcuni degli artisti protagonisti del main program - Yuri Ancarani, Roberto Fassone, Eva Marisaldi, Lucy + Jorge Orta, oltre a Tommaso Pasquali curatore della personale di Patrick Procktor - si raccontano in prima persona, a partire dal progetto artistico concepito per ART CITY Bologna 2023, in dialogo con curatori e docenti. 

 Musei, Fondazioni, Spazi Istituzionali | Associazione gallerie Bologna Spazi espositivi e gallerie indipendenti 
È confermata la partecipazione corale da parte di musei, fondazioni e spazi istituzionali, pubblici e privati, della città e dell'area metropolitana, che proporranno un ricco calendario di mostre, performance, eventi, installazioni, talk e incontri, evidenziando la forza di un sistema culturale plurale, diffuso, generatore di energie creative e connessioni. 
Concorrono all'art week bolognese l'Associazione Gallerie Bologna, con eventi espositivi tra arte italiana e internazionale, e la Fondazione Cineteca di Bologna con una rassegna cinematografica tra cinema, fotografia e arte. 
Non mancano nell'articolato programma di ART CITY Bologna mostre e altre iniziative organizzate da soggetti, gallerie spazi espositivi indipendenti, a completare un'offerta artistica che esplora le più innovative espressioni del contemporaneo. 

 ART CITY White Night sabato 4 febbraio 2023 
L'effervescente atmosfera della notte bianca dell'arte, tra gli appuntamenti più attesi e partecipati dal pubblico, tornasabato 4 febbraio grazie alla possibilità di fruire della proposta artistica diffusa in città anche nelle ore serali, grazie alla collaborazione di operatori culturali e commerciali pronti ad estendere fino alle 24.00 l'orario di apertura. 

 Il pubblico. Modalità di fruizione 
Nell'ottica di favorire l'accessibilità, la circolazione del pubblico e la condivisione rimane confermata nel 2023 la gratuitàdi ingresso per tutti gli eventi inclusi nel main program. 
Per informazioni aggiornate sugli orari e le modalità di ingresso alle sedi espositive è sempre consigliata la preventiva consultazione del sito artcity.bologna.it

 La guida e gli altri strumenti per orientarsi nel programma 
Le informazioni sul programma sono disponibili in due diversi formati editoriali, anch'essi curati nel visual design da Filippo Tappi e Marco Casella, da portare sempre con sé per farsi accompagnare nel proprio personale percorso durante i giorni della manifestazione e conservare al termine. La guida booklet, in versione bilingue italiano/inglese, contiene testi curatoriali e descrizioni dei tredici luoghi sul main program, nei quali sarà distribuita. Per orientarsi su tutti gli appuntamenti inclusi nel programma è disponibile la mappa in italiano, reperibile nei principali luoghi del circuito ART CITY Bologna 2023, nei punti di informazione e accoglienza turistica di Bologna Welcome e nei padiglioni di Arte Fiera.

Il programma completo di ART CITY Bologna 2023 è disponibile sul sito artcity.bologna.it. 

Ufficio Stampa / Press Office ART CITY Bologna 
Via Don Minzoni 14 | 40121 Bologna
Tel. +39 051 6496653 / 6496620
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giovedì 26 gennaio 2023

SETTORE MUSEI CIVICI BOLOGNA

Iniziative, attività e mostre temporanee 27 gennaio –
2 febbraio 2023

Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, veri e propri viaggi tematici nelle collezioni, spaziando dalle letture più immediate dei capolavori esposti alla creazione di associazioni inedite tra oggetti appartenenti ai patrimoni delle diverse aree museali fino ad approfondimenti specifici e maggiormente specialistici.

IN EVIDENZA

venerdì 27 gennaio

ore 18: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Viola! Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani”
Inaugurazione della mostra a cura di Sara De Chiara.
La programmazione della Project Room del MAMbo conferma la propria vocazione alla ricostruzione, al racconto e alla valorizzazione delle esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo. La mostra offre l’occasione di approfondire per la prima volta il rapporto di Pablo Echaurren (Roma, 1951) con il contesto bolognese, attraverso una selezione di opere realizzate tra il 1977 e il 1978, di pagine di Lotta Continua, di collage, fanzine e illustrazioni ispirate agli avvenimenti e alla poetica del Settantasette.
L’esposizione si realizza con il sostegno del Trust per l'Arte Contemporanea e in collaborazione con Fondazione Echaurren Salaris, Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la storia dell’arte e Ab Rogers Design.
Ingresso all'inaugurazione: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.mambo-bologna.org

mercoledì 1 febbraio

ore 18-21: MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14 AGENDA

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Yuri Ancarani. Atlantide 2017 - 2023”
Inaugurazione della mostra a cura di Lorenzo Balbi.
Il MAMbo trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972): “Atlantide 2017 – 2023”.
Il progetto pensato per il MAMbo da Ancarani, artista visivo e regista, si pone come un'"esplosio
ne" del film “Atlantide”, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all'interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione.

In un'atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra. “Atlantide 2017 – 2023” si realizza con il sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder Pictures, Dugong Films e Rai Cinema.

Ingresso all’inaugurazione: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.mambo-bologna.org

PER I BAMBINI

sabato 28 gennaio

ore 10.30: Museo della Musica - Strada Maggiore 34

In occasione della rassegna The Best of
“Capoerinha!” (I incontro)

Laboratorio in 3 incontri per genitori e bambini da 6 a 8 anni. Con Federico Nicolis Preto, Filippo Scotti, Beatrice Dusio. A cura di Associazione Angola Palmares.
Un gioco, una lotta, una danza, la capoeira è tutto questo... e ovviamente musica!
Un laboratorio per esplorare questa incredibile manifestazione della cultura afro-brasiliana: attraverso il racconto di storie e di canzoni, si impara a schivare i pericoli e a scoprire strumenti strani e misteriosi, ma soprattutto un altro dei tanti modi di giocare insieme con la musica.
La prenotazione e l’acquisto del biglietto sono obbligatori:
- presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
- on line (con una maggiorazione di € 1,00) su https://ticket.midaticket.it/rassegnathebestof/Events
I biglietti non sono rimborsabili.
Per gli aventi diritto, sarà possibile utilizzare i voucher degli eventi annullati telefonando alla biglietteria del museo negli orari di apertura.
Prima di procedere, si consiglia di controllare bene l'età per partecipare al laboratorio. Ingresso: € 5,00 ad incontro a partecipante
Info: www.museibologna.it/musica

ore 11: Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123

“Narrazioni in Museo: le avventure di Pat il ragnetto”

Attività per bambini da 4 a 6 anni.
Un simpatico ragnetto si è perso all’interno del museo: ascoltando la sua storia e trovando i giusti indizi forse riusciremo a ritrovarlo! Un percorso pensato per avvicinare i più piccoli alle 
collezioni del museo sfruttando il gioco e la narrazione.

Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 del venerdì precedente). Il laboratorio verrà attivato solo al raggiungimento di almeno 5 partecipanti. Ingresso: € 5,00 a partecipante (gratuito per un accompagnatore adulto)
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 11 e ore 15: Museo Medievale - via Manzoni 4

“Caccia al reperto con WunderBO”

WunderBO, il videogioco del Museo Civico Medievale e del Museo di Palazzo Poggi, si è arricchito di 20 nuovi reperti da sbloccare dal vivo.
Sabato 28 gennaio, alle ore 11 e alle ore 15, torna la straordinaria caccia al tesoro all'interno dei due musei, accompagnati da Davide Scabbia e da tre guide d'eccezione: il naturalista Ulisse Aldrovandi, il collezionista di meraviglie Ferdinando Cospi e il fondatore dell’Istituto delle Scienze Luigi Ferdinando Marsili, impersonati dagli attori di Fantateatro.
I partecipanti diventeranno collezionisti per un giorno e grazie all'app WunderBO potranno creare la propria collezione di oggetti, andando alla ricerca di reperti meravigliosi e pieni di mistero, inquadrando il codice, sbloccando l'oggetto e portando a termine il gioco aggiudicandosi un premio.
Punto di ritrovo presso il Museo Civico Medievale, via Manzoni 4.
Per ragazzi e ragazze da 8 anni in su (con un adulto accompagnatore).
Prenotazione obbligatoria allo 051 0395670 dalle ore 9 alle 16 dal lunedì al venerdì.
Per partecipare è necessario essere dotati di smartphone e attivarne la fotocamera (è consigliato di scaricare prima l'app gratuita WunderBO dal sito www.wunderbo.it, selezionando il gioco WunderBO a sinistra nella schermata iniziale e di provare il gioco a casa).
In caso di impossibilità a partecipare è raccomandato disdire in anticipo la prenotazione per permettere ad altri di prendere parte alla visita-gioco.
Un evento organizzato dal Settore Cultura e Creatività del Comune di Bologna in collaborazione con Museo Civico Medievale, Museo di Palazzo Poggi | SMA – Sistema Museale di Ateneo e Fantateatro (www.fantateatro.it).
WunderBO è stato realizzato da Melazeta.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

Domenica 29 gennaio

ore 15: Museo Archeologico - via dell’Archiginnasio 2

“I pittori di Pompei for kids”
Breve visita alla mostra con laboratorio per bambini da 7 a 11 anni. A cura di Aster | MondoMostre.
Prenotazione obbligatoria allo 02 91446110.
Ingresso: € 12,00 (comprensivo del biglietto della mostra)
Info: www.museibologna.it/archeologico

ore 16: Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123

“Giochi d’aria”

Laboratorio per ragazzi da 8 a 12 anni.
Sin dall'antichità alcune particolari caratteristiche dell’aria sono state sfruttate per far funzionare macchinari come il celebre Tempio di Erone e successivamente per consentire all'uomo di staccarsi dal suolo e volare.
Durante l'attività i ragazzi, trasformandosi in piccoli scienziati, assisteranno ad alcuni esperimenti e, con semplici materiali di recupero, realizzeranno loro stessi piccole prove guidati dall’operatore. Esperimenti, prove e giochi consentiranno di approfondire alcune caratteristiche dell'aria e le sue applicazioni in campo tecnologico.
Infine i giovani costruttori si cimenteranno nella realizzazione di piccoli oggetti volanti. Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 del venerdì precedente).
Il laboratorio verrà attivato solo al raggiungimento di almeno 5 partecipanti.
Ingresso: € 5,00 a partecipante (gratuito per un accompagnatore adulto)
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

GLI ALTRI APPUNTAMENTI

venerdì 27 gennaio

ore 18: Museo del Risorgimento – Piazza Carducci 5

“Bruno Boari - artista sottovoce”
Incontro con Angela Madesani, autrice del volume
monografico “Bruno Boari. Un artista sottovoce” (Nomos Edizioni, 2022) dedicato allo scultore Bruno Boari (1896–1964).
L'autrice, con un ricco e in gran parte inedito corredo fotografico, ripercorre la storia umana e artistica di Bruno Boari portando alla luce l’opera di un artista libero e di grande valore. Scultore bolognese del periodo fascista, il suo lavoro è stato per troppo tempo “cancellato” dalla critica. Bruno Boari è morto quasi sessant’anni fa, un tempo lungo, durante il quale il suo lavoro è stato quasi del tutto dimenticato. Questo saggio tenta di ricostruirne il cammino attraverso le opere prodotte dagli anni della formazione fino al 1964. Un’intensa attività, lunga oltre quarant’anni, che lo ha visto confrontarsi con diverse tecniche: dalla scultura alla medaglistica, alla pittura a olio e ad acquerello, alla cartellonistica. Un cammino, il suo, che si colloca perlopiù nella prima parte del XX secolo della storia del nostro paese, segnato da due guerre mon- diali e dalla presenza della dittatura. Con tutto questo dobbiamo fare i conti per leggere dettagliatamente la vita e l’opera di un uomo di buon carattere, assiduo lavoratore, politicamente conservatore e artista di autentico talento.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/risorgimento

sabato 28 gennaio
ore 10-18: Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123

“Scopri la Fabbrica del Futuro”
Il Museo del Patrimonio Industriale propone la possibilità di scoprire, guidati dagli operatori del museo, la Fabbrica del Futuro.
Gli operatori del museo accoglieranno i visitatori nella sezione dedicata alla Fabbrica del Futuro, uno spazio laboratoriale, multimediale e interattivo per conoscere le tecnologie e le tendenze dell’industria contemporanea.
L’attività prevede la visione di filmati, l’uso di postazioni interattive ed exhibit per provare l'emozione dell’interazione con le principali tecnologie “abilitanti” dalla simulazione alla robotica.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingres- so gratuito
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 14-18: Museo del Risorgimento - Piazza Carducci 5

“Lo sapevi che...?”
La pittura come strumento di coinvolgimento emotivo e partecipazione: focus di approfondimento su alcune opere del museo.
Una mediatrice del progetto "Musei e cultura dell'accessibilità" accompagnerà i visitatori attraverso le sale del museo per circa un quarto d'ora, con un breve racconto su alcune opere d'arte e cimeli in esposizione: “La cacciata degli austriaci”, una lettera di Carolina Pepoli, “Il riposo nel campo” di Girolamo Induno. Tre finestre del passato per scoprire in autonomia il museo. Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingresso gratuito
Info: www.museibologna.it/risorgimento

ore 16: Museo Davia Bargellini - Strada Maggiore 44

“Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese” Visita guidata alla mostra a cura di Davide Scabbia. Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 17: Museo Archeologico - via dell’Archiginnasio 2

Per il ciclo “Lo splendido inganno: intorno alla mostra I pittori
di Pompei”
“La Pompei di Mozart”
Incontro con il Maestro Marco Fanti e la partecipazione del Coro Athena
Il ciclo “Lo splendido inganno: intorno alla mostra I pittori di Pompei”, oltre alla presenza del direttore del MANN Paolo Giulierini il 4 febbraio, vede anche un’intersezione fra pittura e poesia, con le voci di ArchivioZeta, e fra pittura e musica, con i tre incontri a cura di Marco Fanti, direttore del Coro Athena del museo, che mostreranno come il mondo culturale rappresentato dai pittori di Pompei sia ben presente nella produzione musicale dal Seicento ai giorni nostri. Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti

Info: www.museibologna.it/archeologico

ore 18-21: Alchemilla - Palazzo Vizzani - via Santo Stefano 43

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Roberto Fassone + Ai Lai + LZ. And We Thought III”
Inaugurazione della mostra a cura di Sineglossa, promossa da Alchemilla in collaborazione con MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna.
“And We Thought III” è un progetto che indaga principalmente il concetto di autorialità: può un’intelligenza artificiale generare arte, attraverso visioni potentissime e poetiche, o è l’essere umano a esserne l’autore, avendo progettato l’intelligenza artificiale? O ancora, si tratta di un processo collettivo, di cui l’artista è soltanto il medium?
Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.alchemilla43.it

ore 18-21: LabOratorio degli Angeli - via degli Angeli 32

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Eva Marisaldi. Guarda caso”
Inaugurazione dell’intervento site-specific a cura di Leonardo Regano, promosso da LabOratorio degli Angeli in collaborazione con Galleria De’ Foscherari.
L’opera di Eva Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolo- gnese, intrecciando un intenso confronto in un intervento site-specific che si articola tra opere riattivate per l’occasione e nuove produzioni.
Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.laboratoriodegliangeli.it

ore 21: Nuovo Parcheggio Stazione - Roof 5° piano (Hole 44°30'32"N 11°20'25”E) - via Aristotele Fioravanti 4
Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Katerina Andreou. BSTRD”

Progetto a cura di e promosso da Xing. Con il supporto di
Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, ART CITY Bologna, Arte Fiera. Si ringrazia Newco Duc Bologna SpA. Media partner Edizioni Zero.
Nel Nuovo Parcheggio Stazione - Roof 5° piano Xing presenta “BSTRD”, un doppio appuntamento con la coreografa di origine greca Katerina Andreou. I due interventi sul terrazzo della torreparcheggio dietro la stazione centrale, distante 2 minuti a piedi dall'ingresso della stazione ferroviaria di Bologna Alta Velocità, sono sospesi nel city-scape urbano, sfidando il rischio di un clima impietoso di una lunga notte invernale. La performance si tiene sabato 28 gennaio alle ore 21, per poi riattivarsi durante Arte Fiera, sabato 4 febbraio dalle ore 19 alle 24, come installazione video, una produzione ad hoc girata nello stesso luogo, realizzata dal video-maker Lino Greco.

“BSTRD” è un solo potente contraddistinto da un'energia esplosiva che sfida il confine tra autonomia e autorità, condizionamento e libero arbitrio. Ispirandosi alla nozione di impuro e alle pratiche di ibridazione/meticciato che hanno caratterizzato anche la cultura House nel clubbing di Chicago e New York, Katerina Andreou sviluppa una poetica incarnata in una figura bastarda consumata in una danza al di là di ogni definizione. Con solo un giradischi come partner, il suo corpo si inscrive nell'istante, tra i limiti determinati dallo sforzo e dalla fatica, agendo in una geometria immaginaria.

Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.xing.it

Domenica 29 gennaio

ore 11: Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio - Piazza Maggiore 6

“La grande pittura del Cinquecento maturo alle Collezioni
Comunali d'Arte”
Visita guidata a cura di Davide Scabbia.
Dopo la caduta della famiglia Bentivoglio (1506), Bologna torna stabilmente sotto il potere dei pontefici e l'arte romana di cultura michelangiolesca o raffaellesca si diffonde in città e nella regione. Uno dei centri dell'arte del tempo fu proprio Palazzo d'Accursio; la visita guidata, tra le splendide sale delle Collezioni Comunali d'Arte, permetterà al pubblico di scoprire piccoli e grandi dipinti dei maggiori protagonisti del tempo, come per esempio Luca Signorelli, Francesco Francia, Amico Aspertini, Prospero Fontana, Federico Barocci e tanti altri.
Ingresso: biglietto museo (€ 6,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingres- so gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 16.45: Museo Archeologico - via dell’Archiginnasio 2

“I pittori di Pompei”
Visita guidata alla mostra a cura di Aster | MondoMostre. Prenotazione obbligatoria allo 02 91446110.
Ingresso: € 19,60 (comprensivo di biglietto della mostra e radioguida) Info: www.museibologna.it/archeologico

lunedì 30 gennaio

ore 19.30-24: KAPPA-NÖUN - via Imelde Lambertini 5 (San Lazzaro di Savena)

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Gerold Miller”
Inaugurazione della mostra a cura di Valerio Dehò, promossa da Marco Ghigi in collaborazione con Artesilva.
Sin dagli esordi nel 1991, Gerold Miller ha iniziato a coniugare la domanda fondamentale dell’arte concettuale “cos’è arte?” avendo una chiara visione della necessità di realizzare un passo in avanti e realizzare delle opere che recepissero questo significato, ma che avessero anche una forma e una qualità indiscutibili. Con un metodo razionale e analitico, che richiede partecipazione cognitiva da parte dello spettatore, è partito considerando il rapporto tra la cornice, l’opera e l’ambiente, facendo “entrare” nelle sue opere anche le pareti, i muri su cui venivano collocate. Ha così trasformato con successo, come soggetto principale della sua arte, qualcosa che nell'arte contemporanea è divenuto obsoleto e irrilevante - la cornice - , lavorando sul confine tra il concetto e il quadro-cornice, tra il quadro bidimensionale e la scultura, tra 
la scultura e l’ambiente. Un operare estetico rigoroso, sulla cui precisione si sviluppa tutta la poetica dell’artista tedesco.

Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.artesilva.com

martedì 31 gennaio

ore 18-20.30: Sala Convegni di Banca di Bologna - Palazzo De’ Toschi - Piazza Marco Minghetti 4/D
Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Bettina Buck. Finding Form”

Inaugurazione della mostra a cura di Davide Ferri, promossa da Banca di Bologna in collaborazione con Bureau Bettina Buck.
“Finding Form” restituisce il percorso dell’artista tedesca, prematuramente scomparsa nel 2018 a 44 anni, a partire dalla sua ricerca ventennale sulla scultura come tensione verso una forma che è sempre parte di un processo in divenire, temporanea.

Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it https://contemporary.bancadibologna.it/

mercoledì 1 febbraio

ore 10.30-12: Accademia di Belle Arti di Bologna (Aula Magna) - via delle Belle Arti 54

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“ARTalk CITY. Incontri in Accademia con gli artisti del main program” Eva Marisaldi dialoga con Leonardo Regano e Carmen Lorenzetti. Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.ababo.it

giovedì 2 febbraio

ore 10-18: Bagni di Mario (Conserva di Valverde) - via Bagni di Mario 10

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Dominique White. Fugitive of the State(less)”
Apertura della mostra a cura di Giulia Colletti, promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna in collaborazione con Associazione Succede solo a Bologna.
L’installazione “Fugitive of the State(less)” dell’artista britannica Dominique White agisce da punto di fuga prospettico della sala ottagonale della Conserva di Valverde.
Da anelli e uncini in ferro battuto pendono vele lacerate e reti mutilate, alle quali sono impigliate fronde di palma, rafia, conchiglie di ciprea e fibre di sisal impregnate di argilla caolino. Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.succedesoloabologna.it

ore 10-20: Padiglione de l’Esprit Nouveau - Piazza della Costituzione 11

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Jonas Mekas. Under the Shadow of the Tree”
Apertura della mostra a cura di Francesco Urbano Ragazzi, promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano, Ambasciata di Lituania in Italia in collaborazione con Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia, nell’ambito di “Jonas Mekas 100!”, il programma internazionale di iniziative celebrative per il centenario dalla nascita di Jonas Mekas (Biržai 1922 - New York 2019), figura imprescindibile nella storia del cinema d’avanguardia americano.
L’esposizione pone in dialogo l’edificio con un corpus di opere che porta fuori dal grande schermo i diari filmici per cui Jonas Mekas è conosciuto. Come fosse una cassa armonica, l’intero padiglione bolognese è riempito dai suoni degli audio-diari con cui l’artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. Momenti memorabili come le discussioni sul cinema tra Peter Kubelka e Stan Brakhage si succedono a canti e rumori quotidiani. Tutto diventa parte di una chiassosa sinfonia in cui i frammenti di epoche diverse si fondono in un unico e infinito presente. Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.jonasmekas100.com

ore 10.30-12: Accademia di Belle Arti di Bologna (Aula Magna) - via delle Belle Arti 54

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“ARTalk CITY. Incontri in Accademia con gli artisti del main program”
Lucy + Jorge Orta dialogano con Cristina Francucci, Tatiana Basso e Maria Rita Bentini. Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.ababo.it

ore 12-20: Cassero LGBTI+ Center - via Don Giovanni Minzoni 18

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Nathalie Djurberg. Putting Down the Prey”
Installazione video a cura di Sabrina Samorì, promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bo- logna in collaborazione con Collezione Matteo Novarese e Cassero LGBTI+ Center.
I lavori di Nathalie Djuberg e Hans Berg catapultano gli spettatori in mondi onirici che racconta- no, in modo apparentemente ingenuo, giocoso e infantile, temi oscuri, paure inconsce e tabù sociali, verso i quali proviamo una strana combinazione di repulsione e attrazione.
Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.cassero.it

ore 15-17: diretta su www.neuradio.it
“STARTER - Fermenti Culturali”
Giovedì 2 febbraio dalle ore 15 alle 17 va in onda una nuova puntata di “STARTER - Fermenti Culturali”, il format radiofonico settimanale a cura di NEU RADIO, in collaborazione con il MAMbo. La trasmissione, in streaming sul sito o tramite app per OS o Android, è concepita come un racconto settimanale di mostre, eventi, performance e novità relative al mondo culturale e artistico della città di Bologna e oltre. Conducono, dallo studio del MAMbo: Moreno Mari, Carlotta Chiodi, Claudio Musso e Caterina De Feo.

Info: www.mambo-bologna.org

ore 17: Museo Medievale (Lapidario) - ingresso da via Porta di Castello 3

“Giuseppe Maria Mazza e l’origine della scultura bolognese”
In occasione della mostra “Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese” in corso presso il Museo Davia Bargellini e il Museo di Palazzo Poggi, conferenza di Andrea Bacchi. Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 19: Oratorio di San Filippo Neri - via Manzoni 5

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Lucy + Jorge Orta. Seeking Blue Gold”
Inaugurazione dell'installazione site-specific a cura di Cristina Francucci e Tatiana Basso, promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
L’Oratorio di San Filippo Neri accoglie l’installazione site-specific “Seeking Blue Gold” di Lucy + Jorge Orta, duo artistico impegnato da oltre tre decenni nella messa a punto di una “Estetica Operativa” versata a immaginare nuove forme di sviluppo sostenibile. L’acqua, il cosiddetto “oro blu”, costituisce un tema centrale nella poetica degli artisti, nei termini in cui tale bene primario è soggetto a politiche di finanziarizzazione e iniqua distribuzione globale.
Ingresso: gratuito
Info: https://artcity.bologna.it www.fondazionedelmonte.it

MOSTRE IN CORSO

Alchemilla - Palazzo Vizzani - via Santo Stefano 43

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Roberto Fassone + Ai Lai + LZ. And We Thought III” 28 gennaio - 26 febbraio 2023

Mostra a cura di Sineglossa, promossa da Alchemilla in collaborazione con MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna.
“And We Thought III” è un progetto che indaga principalmente il concetto di autorialità: può un’intelligenza artificiale generare arte, attraverso visioni potentissime e poetiche, o è l’essere umano a esserne l’autore, avendo progettato l’intelligenza artificiale? O ancora, si tratta di un processo collettivo, di cui l’artista è soltanto il medium?

Ai Lai è un’intelligenza artificiale nata nella primavera del 2022, ideata da Roberto Fassone e sviluppata da Sineglossa con il sostegno di Compagnia di San Paolo, che possiede l’abilità speciale di pensare e trascrivere resoconti di esperienze psichedeliche. Dopo essere stata istruita attraverso i dati pubblicati sul sito shroomery.org, durante i suoi primi mesi di vita ha prodotto centinaia di brevi report in cui racconta le sue visioni sotto l’effetto di funghi allucinogeni, dove compare di tutto: cervelli frammentati, amici con gli occhi blu, alieni negli armadi fino all’invenzione dell’arcobaleno.

Nell’estate del 2022 Ai Lai racconta per la prima volta dell’esistenza di tre film psichedelici dei Led Zeppelin: non la popolare band britannica degli anni Settanta, ma una loro curiosa emanazione in una realtà parallela in cui Ai Lai è immersa. È a questo punto che Roberto Fassone decide di mettersi all’opera in qualità di “canalizzatore”, per riuscire a portare alla luce delle immagini in movimento che prima esistevano solo in una dimensione completamente astratta. Grazie a un’attenta “operazione di recupero”, realizzata con mash-up su più livelli in grado di generare un’estetica artificiale e psichedelica, in mostra sarà possibile vedere in anteprima mondiale i tre film “The Doors”, “The Road” e “Love Is Magic”, accompagnati da un breve testo curatoriale di Valentina Tanni.

Un archivio di trip report generato da Ai Lai in questi mesi sarà consultabile per l’intera durata della mostra sotto forma di un volume cartaceo, a cura di Roberto Fassone e Giacomo Raffaelli. Il pubblico avrà inoltre la possibilità di interagire con l’intelligenza artificiale attraverso un’interfaccia online.

Info: https://artcity.bologna.it www.alchemilla43.it

LabOratorio degli Angeli - via degli Angeli 32

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Eva Marisaldi. Guarda caso”
30 gennaio - 18 febbraio 2023

Intervento site-specific a cura di Leonardo Regano, promosso da LabOratorio degli Angeli in collaborazione con Galleria De’ Foscherari.
L’opera di Eva Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese, intrecciando un intenso confronto in un intervento site-specific che si articola tra opere riattivate per l’occasione e nuove produzioni.

Con “Guarda caso” Marisaldi rilegge il LabOratorio degli Angeli come un grande archivio transitorio, custode temporaneo di opere e oggetti d’arte che nel loro casuale incontrarsi raccontano una storia in continua evoluzione.
Il percorso di mostra si apre con “Narciso” (2022), scultura inedita che nel solco della pratica di Marisaldi mescola i linguaggi espressivi proponendo un’azione sonora e luminosa che si confronta con l’estetica aleatoria: una scatola sonora che proietta sul soffitto dei pattern laser di luce rossa e presenta alla sua sommità due mani in filo d’argento che mimano con loro la gestualità il gioco degli elastici tra le dita.

L’intervento dell’artista prosegue e si sviluppa sui grandi tavoli da lavoro dell’ex Oratorio, su cui dispone una selezione di opere tra quelle attualmente in restauro accompagnata da un intervento grafico ad esse ispirato e che si snoda nella sala per alcuni metri, “nuvole di scarabocchi ritmici e ricorrenti”, come li definisce Marisaldi, realizzati mediante un dispositivo robotico prodotto in collaborazione con Enrico Serotti. In dialogo con un’incisione raffigurante Santa Maddalena de’ Pazzi, l’artista espone materiale del suo archivio personale, relativo alla performance “Changing bags”, realizzata allo Studio Guenzani nel 1992 e ispirata proprio alla mistica carmelitana.

In connessione con il suo intervento nell’ex Oratorio, Eva Marisaldi propone alle pareti della sala attigua l’allestimento di alcune grandi carte del ciclo “Parties” (2006-2007), seguendo una metodologia conservativa nuova proposta in collaborazione con il LabOratorio degli Angeli. Nella sala della Biblioteca è presentata “3000 pagine”, opera sonora che Marisaldi ha prodotto nell’aprile del 2018 nel piccolo Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati, a Bologna. L’artista ha chiesto ad un gruppo di performer volontari di partecipare a un’azione collettiva, sfogliando all’unisono le pagine di un elenco telefonico sotto la direzione dal musicista Enrico Serotti. Il risultato finale, un’onda sonora ricavata dal montaggio della registrazione di più azioni e trasmessa attraverso grandi altoparlanti fatti di lastre di cartone, è declinato dall’artista in un raffinato riferimento alla carta e alla sua matericità evocativa e che trova nuova celebrazione e enfasi riproposto all’interno dell’atelier di restauro dove la carta è abitualmente “curata”. Info: https://artcity.bologna.it www.laboratoriodegliangeli.it

KAPPA-NÖUN - via Imelde Lambertini 5 (San Lazzaro di Savena)

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Gerold Miller”
31 gennaio - 11 marzo 2023

Mostra a cura di Valerio Dehò, promossa da Marco Ghigi in collaborazione con Artesilva.
Gerold Miller ha iniziato agli esordi nel 1991 a coniugare la domanda fondamentale dell’arte concettuale “cos’è arte?”, con una chiara visione che comunque bisognava fare un passo ancora in avanti e realizzare delle opere che recepissero questo significato, ma che avessero anche una forma e una qualità indiscutibili. Per fare questo è partito considerando per esempio il rapporto tra la cornice, l’opera e l’ambiente, ha fatto diventare ed “entrare” nelle sue opere anche le pareti, i muri su cui venivano collocate. Miller, quindi, ha lavorato sul confine tra il concetto e il quadro-cornice, tra il quadro bidimensionale e la scultura, tra la scultura e l’ambiente. Un operare estetico rigoroso perché su questa precisione e qualità si sviluppa tutta la poetica dell’artista tedesco.
È anche chiaro che i suoi lavori richiedono uno spettatore attento e consapevole che si avvicini al suo lavoro in modo partecipativo e con uno sguardo analitico. In ogni caso, se le forme sono essenziali e assumono sempre delle forme razionali e ben determinate, sicuramente le sue geometrie fatte di sovrapposizioni, di linee e tagli angolari sono supportate spesso dal colore nel proprio proporsi al pubblico. Certamente privilegiare il colore alla forma è stata una via di uscita e di espansione di una concezione artistica che del rigore ha fatto una sua caratteristica ineliminabile. I suoi quadri-sculture in particolare, realizzati con alluminio, lacca, smalti, sono levigati e luminosi.
Astratto o Concreto? Anche in questo caso le opere di Miller tendono a dare una risposta affermativa in entrambi i casi. Non uno o l’altro, ma tutti e due. Quadro o scultura? Anche qui la risposta è duplice. Però in effetti l’artista vuole esattamente superare queste opposizioni, vuole mettere in evidenza i confini, quelle zone in cui non si afferma uno o l’altro, in cui vi è una linea che separa e unisce nello stesso tempo. Lo stesso concetto di confine va esaminato meglio perché può sempre essere un qualcosa che unisce, che avvicina e non solo che divide. Tutti ricordiamo il film di Wim Wenders “Nel corso del tempo” del 1976, girato su quell’incerto limite tra le due Germanie ancora divise tra Occidente e Paesi comunisti.
I suoi quadro-oggetto hanno delle caratteristiche complesse proprio perché vanno a indagare 
confini mutevoli e mai prima tracciati. La multidirezionalità che lui riesce a ottenere con strumenti minimali indica sicuramente una conoscenza straordinaria delle tematiche relative allo spazio della rappresentazione. Non solo il contrasto cromatico ma anche le sovrapposizioni delle lacche, che ricordano le velature pittoriche, forniscono un indizio sufficiente oltre al prolungamento delle linee ortogonali e delle bisettrici. Sembrano mettere in scena l’analitica della costruzione prospettica, la sua trasformazione negli elementi che la compongono: sono l’iperbole di una geometria segreta.

Info: https://artcity.bologna.it www.artesilva.com

Sala Convegni di Banca di Bologna - Palazzo De’ Toschi - Piazza Marco Minghetti 4/D

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Bettina Buck. Finding Form”
31 gennaio - 19 febbraio 2023

Mostra a cura di Davide Ferri, promossa da Banca di Bologna
in collaborazione con Bureau Bettina Buck.
“Finding Form” restituisce il percorso dell’artista tedesca, prematuramente scomparsa nel 2018 a 44 anni, a partire dalla sua ricerca ventennale sulla scultura come tensione verso una forma che è sempre parte di un processo in divenire, temporanea: a questo rinvia in maniera diretta il titolo della mostra.

Il progetto espositivo si articola attorno ad alcuni termini specifici della ricerca di Buck: la gravità, intesa come forza a cui la forma si assoggetta e cede, talvolta fino al suo azzeramento; l’occultamento, allusione a una vita segreta della scultura, a una sua forma immaginata e narrabile più che percepita con i sensi; infine, una certa idea di domestico che identifica la scultura come qualcosa che prende forma nei nostri immediati dintorni alterando, accostando, piegando cose che senza l’intervento dell’artista restano, appunto, cose.

La mostra si precisa anche come una messa a fuoco sulla pratica di Buck, contraddistinta dall’uso di materiali industriali comunemente impiegati negli spazi privati - gommapiuma, piastrelle, schiuma di lattice, polistirolo, moquette, plastica - e connotata da una gamma di gesti semplici, che con ironia e precisione ne sovvertono il senso. In ciascuno dei lavori in mostra il corpo è centrale. È l’unità di misura della scultura, e ne è anche metafora: la scultura, come il corpo, cerca la propria forma nel tempo. La cambia. Prende spazio. È spazio.

Il baricentro della mostra è “Interlude I”, video che documenta una camminata solitaria nella campagna inglese, in cui l’artista è ripresa mentre trascina una forma di gommapiuma che può diventare molte cose: scultura potenziale, semplice ingombro o fardello, seduta e punto d’osservazione sul paesaggio. Lo stesso parallelepipedo di gommapiuma - scultura, ma anche oggetto di scena - è trasportato nelle sale della Galleria Nazionale di Roma in “Interlude II”. Nelle sale del museo entra in dialogo con un paesaggio culturale, cambiando di volta in volta di senso e trasformando lo stesso corpo della performer, a contatto con le opere, i visitatori, l’architettura del museo, in figura.

Le opere esposte si organizzano attorno a questi due lavori per assonanze e contrappunti, evocando la natura dialogica e performativa del lavoro di Buck. “3 Upright” è una scultura composta da tre elementi autoportanti. Nel corso della mostra le tre strutture cambieranno forma per effetto della gravità, fino a crollare: pur alludendo a un elemento strutturale - metafora di forza e solidità - i tre elementi sono invece gusci estremamente fragili dove la tensione tra due materiali diversi come la ceramica e il lattice è destinata a provocare uno spostamento nell’ordine delle tessere, una forma in continua evoluzione, e infine la caduta. Il punto di crollo è inscritto nella sostanza stessa dell’opera, ed è allora, nel momento dell’annientamento dell’opera, che ci viene svelata la sua natura di superficie. “Medusa Block” ci invita a guardare l’opera da due punti di vista in cui ognuno esclude l’altro: o consideriamo il pilastro di gomma- piuma come scultura, oppure lo identifichiamo come l’involucro che ci impedisce di vedere la scultura in bronzo che esso contiene e che possiamo solo immaginare. La didascalia di “Object (Proving)”, un parallelepipedo in creta cruda, trasportato in automobile dall’artista da Londra a Berlino, dove è stato cotto, riporta le due misure: quella l’originaria e quella ex post. Lo scarto tra le due racconta il processo che lo ha portato davanti ai nostri occhi. In “Pressed Foam” il peso della pietra sulla gommapiuma agisce silenziosamente, e appena percettibilmente, mentre in “Oracle lips” lo stesso principio (il peso di una cosa su di un’altra) serve a dare forma a un’immagine ironica.

Le opere in mostra sono tutte impegnate in un’azione: ci insegnano che il tempo imprime nel corpo della scultura - come nel nostro - una forma che anche se diversa da quella originaria può rivelarsi più profonda, ampia e imprevista.
Info: https://artcity.bologna.it https://contemporary.bancadibologna.it/

Bagni di Mario (Conserva di Valverde) - via Bagni di Mario 10

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Dominique White.
Fugitive of the State(less)” 2 - 5 febbraio 2023

Mostra a cura di Giulia Colletti, promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna in colla- borazione con Associazione Succede solo a Bologna.
Una piccola porta segna l’accesso alla Conserva di Valverde, conosciuta anche come Bagni di Mario.

L’installazione “Fugitive of the State(less)” dell’artista britannica Dominique White agisce da punto di fuga prospettico della sala ottagonale della Conserva di Valverde, realizzata nel 1563 dall’architetto Tommaso Laureti per alimentare la Fontana di Nettuno di Bologna.
Da anelli e uncini in ferro battuto pendono vele lacerate e reti mutilate, alle quali sono impigliate fronde di palma, rafia, conchiglie di ciprea e fibre di sisal impregnate di argilla caolino. Relitti di una civiltà forse mai esistita o della traversata di fuggiaschi colti dalle forze marine - quest’ultime artificiosamente celebrate dalle conchiglie scolpite sulle nicchie della cisterna e dai resti di organismi bentonici incastonati nella calcina delle pareti. L’installazione segna l’ammissione a una dimensione sotterranea, in cui la transizione da una condizione di entropia a un diverso stato sembra essersi appena compiuta o in procinto di compiersi. L’opera invita a una riflessione sulla nozione di ‘sospensione’.

Sebbene nelle sue molteplici formulazioni installative sia ripristinata e integrata dall’artista, ogni sezione della scultura rilascia di volta in volta tracce di un’esistenza [in]interrotta. In questo caso, l’opera sfida la vertiginosa verticalità delle pareti consumate dal calcare e giova della teatrale orizzontalità visiva offerta al visitatore dallo sporto della doppia scalinata rinascimentale. Pur discostandosi formalmente dalle strutture cinetiche di matrice calderiana, “Fugitive of the State(less)” condivide la costante rinegoziazione di equilibri - e squilibri storici - cui esse tendono. La plasticità dell’attrezzatura nautica e la precarietà della materia organica si fondono in un assemblaggio scultoreo palinsestico.

Nella pratica artistica di Dominique White, la riemersione di corpi politici troppo a lungo ridotti ad assenza, i traumatici retaggi dello schiavismo atlantico e l’ecologia di narrazioni escatologiche si intrecciano alle pratiche di [in/re]surrezione radicali afroamericane e all’eredità soniche della musica jazz e techno. Lo scolìo dell’acqua ancora presente nei cunicoli a sesto acuto della conserva sembra intonarsi al ritmo del respiro anfibio dei drexciyani. Figli delle schiave imprigionate nelle navi che salparono durante la tratta dell’Atlantico, nel mito di Drexciya essi sono l’avamposto della resistenza militante delle profondità oceaniche. Apolidi e latitanti, la loro transizione da fuggitivi verso lo State(less) passa per il mare. Uno stato inteso come condizione altra e alterata in cui il principio di Blackness è abbracciato incondizionatamente. Identificandosi nella sperimentazione sonora della Detroit degli anni Novanta, i drexciyani riaffiorano dal mito nelle vesti di un gruppo musicale che anticipa e aderisce ai principi di ‘infiltrazione’ e ‘intelligenza ostile’ più recentemente teorizzati da Stefano Harney and Fred Moten nel testo “The Undercommons. Fugitive Planning and Black Study”, 2013.

In “Fugitive of the State(less)”, l’acqua è intesa come fluido depositario di memorie translocali. Essa è l’unico elemento in grado di corrodere le restrizioni delle canonizzate narrazioni, restituendo e custodendo le storie asincrone di corpi apneici che continuano ad affogare nell’oblio. Info: https://artcity.bologna.it www.succedesoloabologna.it

Cassero LGBTI+ Center - via Don Giovanni Minzoni 18

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Nathalie Djurberg. Putting Down the Prey” 2 – 5 febbraio 2023

Installazione video a cura di Sabrina Samorì, promossa da MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna in collaborazione con Collezione Matteo Novarese e Cassero LGBTI+ Center.
I lavori di Nathalie Djuberg e Hans Berg catapultano gli spettatori in mondi onirici - animati da oggetti, musica e immagini in movimento - che raccontano, in modo apparentemente ingenuo, giocoso e infantile, temi oscuri, paure inconsce e tabù sociali, verso i quali proviamo una strana combinazione di repulsione e attrazione. Le loro opere espongono quel senso di vulnerabilità che impone a ognuno di noi il desiderio urgente di capire la propria soggettività frugando i risvolti più sinistri e scomodi della dimensione umana annidati tra le crepe emotive e percettive: l'avidità, la sessualità, la sottomissione e lo sfruttamento che nascondono altrettanti concetti quali la colpa, la vergogna e il potere.

Quelli creati da Nathalie Djuberg sono paesaggi dell'assurdo popolati da personaggi grotteschi, piante e animali chiamati a interpretare le pulsioni e le contraddizioni insite nell’essere umano. In una simbiosi perfetta con le sofisticate sonorizzazioni di Hans Berg, le animazioni di Djuberg mettono in scena temi reali attraverso storie fantastiche che trasudano crudeltà e cinismo, ma anche magia e romanticismo. L’artista svedese realizza con la plastilina i personaggi e le scenografie che prendono vita con lo stop motion, un metodo di animazione che proietta in sequenza le immagini fotografiche dando così l’illusione di movimento. È proprio la natura materiale di queste forme, continuamente manipolate da Djuberg, a smorzare e rendere più sopportabili gli argomenti scomodi, quali la sottomissione, lo sfruttamento, la violenza, il voyeurismo, sui quali l’artista vuol far riflettere.

Attraverso miti, leggende e visioni singolari, le clay animations di Djuberg e Berg - dal forte impatto estetico e psicologico - mettono in scena animali bizzarri e figure atipiche che conte- stualmente incarnano numerose tematiche contemporanee: dalla fluidità di genere alle identità multiple, dalla capitalizzazione del desiderio all’onnipresente violenza fisica ed emotiva dal forte impatto estetico e psicologico. Le ossessioni a cui ciclicamente torna il duo artistico, sono legate a tutte quelle dinamiche ed emozioni difficili da comprendere, come il rapporto tra carnefice e vittima, la vergogna e i sensi di colpa. La loro ricerca artistica ruota proprio attorno a questi temi nella speranza di trovare, prima o poi, una soluzione o una risposta, anche se pienamente consapevoli che una soluzione non esiste. Uno dei temi ricorrenti è quello della supremazia dell’uomo che si manifesta attraverso una ricerca costante della perfezione evolutiva che nelle animazioni video avviene attraverso il possesso o l’appropriazione del corpo altrui, ed è così che in Putting Down the Prey (letteralmente “abbattere la preda”), un tricheco diventa la preda di una cacciatrice post umana che, dopo averlo scuoiato, si cuce addosso la sua pelle calda e sparisce.

Info: https://artcity.bologna.it www.cassero.it

Oratorio di San Filippo Neri - via Manzoni 5

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Lucy + Jorge Orta. Seeking Blue Gold” 2 – 12 febbraio 2023

Installazione site-specific a cura di Cristina Francucci e Tatiana Basso, promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
L’Oratorio di San Filippo Neri accoglie l’installazione site-specific Seeking Blue Gold di Lucy + Jorge Orta, duo artistico impegnato da oltre tre decenni nella messa a punto di una “Estetica Operativa” versata a immaginare nuove forme di sviluppo sostenibile. L’acqua, il cosiddetto “oro blu”, costituisce un tema centrale nella poetica degli artisti, nei termini in cui tale bene primario è soggetto a politiche di finanziarizzazione e iniqua distribuzione globale. L’installazione bolognese si ricollega a questo filone, avvicinandoci al complesso universo che l’elemento acqueo dischiude. Manufatti lignei utilizzati nei sistemi irrigui del mondo rurale ne costituiscono il fulcro: montati su strutture in acciaio e accostati a oggetti di fattura contemporanea, aprono riflessioni sul confronto tra progresso e tradizione, accessibilità e profitto, e sulle possibilità di cooperazione tra tecnica e natura. Capaci di instaurare un dialogo vivo con il presente e generare nuove forme di pensiero attorno a quel bene essenziale che unisce, ma an
che divide, i popoli del pianeta, l’intervento degli Orta rievoca l’anima celata di Bologna, quella delle vie d’acqua e dei mulini di un tempo.

La mostra è accompagnata da un album bilingue che racconta, con un’intervista delle curatrici agli autori, la poetica e il processo di realizzazione delle opere e da un supporto didattico per i più giovani.

Info: https://artcity.bologna.it www.fondazionedelmonte.it

Padiglione de l’Esprit Nouveau - Piazza della Costituzione 11

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Jonas Mekas. Under the Shadow of the Tree” 2 febbraio - 26 marzo 2023

Mostra a cura di Francesco Urbano Ragazzi, promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano, Ambasciata di Lituania in Italia in collaborazione con Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia, nell’ambito di “Jonas Mekas 100!”, il programma internazionale di iniziative celebrative per il centenario dalla nascita di Jonas Mekas (Biržai 1922 - New York 2019), figura imprescindibile nella storia del cinema d’avanguardia americano. L’esposizione pone in dialogo l’edificio con un corpus di opere che porta fuori dal grande schermo i diari filmici per cui Jonas Mekas è conosciuto.

Come fosse una cassa armonica, l’intero padiglione bolognese è riempito dai suoni degli audiodiari con cui l’artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. Momenti memorabili come le discussioni sul cinema tra Peter Kubelka e Stan Brakhage si succedono a canti e rumori quoti- diani. Tutto diventa parte di una chiassosa sinfonia in cui i frammenti di epoche diverse si fondono in un unico e infinito presente.

L’albero che svetta al centro dell’architettura, attraversandone il soffitto, è invece l’elemento attorno a cui ruota una riflessione per immagini sul ruolo della natura nell’opera del cineasta. Sulle ampie finestre che danno luce all’edificio è stampata una serie di scansioni da pellicola che producono l’effetto di una vetrata policroma. Diventando superfici di proiezione, i fiori, le piante e i paesaggi immortalati nella serie fotografica si animano, testimoniando il costante esercizio di attenzione che Mekas si è impegnato a compiere con la cinepresa. È filmando la vegetazione che miracolosamente cresce a New York che il regista, profugo lituano negli Stati Uniti dal 1949, ritrova nella metropoli i boschi del proprio villaggio.

Quello dell’albero, però, è un motivo che non ha un significato solo. Mekas paragonava infatti il cinema stesso a una pianta rigogliosa di cui i filmmaker indipendenti rappresentavano le foglie più alte. Ecco allora che alcuni documenti tratti dall’archivio dell’artista mettono in pagina questa metafora. Le ramificazioni tracciate dalla mano di Mekas schematizzano la sua personale storia del cinema d’avanguardia, ma descrivono anche gli sforzi compiuti per promuoverla attraverso istituzioni come New American Cinema Group, Film-makers’ Cooperative e Anthology Film Archives, di cui l’artista fu fondatore.

A costellare il percorso di mostra ci sono infine disegni, film e video che riflettono la multiforme opera di Mekas nel suo intreccio di poetico e politico. Se il cinema del filmmaker è stato descritto come un atto di resistenza al gigantismo di Hollywood, queste opere ce lo mostrano come un instancabile lavoro di ecologia dei media e delle immagini. Nelle opere di Mekas i momenti più piccoli e insignificanti dell’esistenza vengono glorificati come l’essenza del mondo. Info: https://artcity.bologna.it www.jonasmekas100.com

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Yuri Ancarani. Atlantide 2017 - 2023” 2 febbraio - 7 maggio 2023

Il MAMbo trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972): “Atlantide 2017 – 2023” a cura di Lorenzo Balbi.
Il progetto pensato per il MAMbo da Ancarani, artista visivo e regista, si pone come un'"esplosione" del film “Atlantide”, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all'interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione.

In un'atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico potrà seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra.
Yuri Anacarani sarà a Bologna anche ad Arte Fiera 2023: è lui infatti il protagonista della prima edizione di “Led Wall Commission”, che vedrà la presenza all’ingresso di Piazza Costituzione di un mega-schermo di 5x9 metri su cui saranno visibili suoi contenuti video per chi attraversa la soglia del quartiere fieristico. Sempre nell’ambito del programma di incontri organizzati da Arte Fiera verrà presentata la sceneggiatura pubblicata da Edizioni MAMbo.

All’artista sarà infine dedicata una mostra antologica al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano dal 28 marzo all’11 giugno 2023, curata da Diego Sileo e Iolanda Ratti con catalogo edito da Silvana Editoriale, che sottolineerà il dialogo e la connessione tra le due esposizioni, bolognese e milanese.

“Atlantide 2017 – 2023” si realizza con il sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder Pictures, Dugong Films e Rai Cinema.
Info: https://artcity.bologna.it www.mambo-bologna.org

Palazzo Bentivoglio - via del Borgo di San Pietro 1

Nell'ambito di ART CITY Bologna 2023
“Patrick Procktor. A View From a Window”, fino al 5 febbraio
2023

Mostra a cura di Tommaso Pasquali, allestimento di Davide Trabucco, promossa da Palazzo Bentivoglio.
A distanza di cinquant'anni da una piccola personale dell'artista inglese organizzata a Bologna 
dallo Studio La Città di Hélène de Franchis, Palazzo Bentivoglio apre i suoi spazi dedicati alle mostre a un percorso monografico su Patrick Procktor (1936-2003), protagonista imprescindibile, ma tuttora poco noto, del panorama artistico londinese degli anni Sessanta e Settanta. Figura contraddittoria e flamboyante, Procktor fu marxista e snob, omosessuale e padre di famiglia, viaggiatore in luoghi esotici e assiduo frequentatore di Venezia, riuscendo a tracciare una parabola seducente e altamente personale nel campo della figurazione, dagli esordi sperimentali, sulla scorta di Bacon e Vaughan, alle reciproche influenze con il sodale Hockney, fino a giungere presto a una cifra stilistica ben riconoscibile.

Tanto in pittura quanto nel medium privilegiato dell'acquerello, Procktor è stato capace di caricare di tensioni nuove e personali i generi tradizionali del ritratto e del paesaggio, calandoli nell'autobiografia e mettendoli in discussione, in un costante gioco ironico tra profondità della rappresentazione e valori di superficie.

La mostra, che si sviluppa a partire da un nucleo di opere della collezione permanente di Palazzo Bentivoglio, presenta al pubblico una selezione di una sessantina di lavori, fra dipinti, acquerelli e disegni, datati dai primi anni Sessanta ai primi anni Novanta, alcuni dei quali già esposti a Bologna nel 1972. Il titolo, che viene da un'opera di Palazzo Bentivoglio, vuole sottolineare il carattere del tutto peculiare e soggettivo di una ricerca ostinatamente figurativa, connotata da grande indipendenza, per quanto del tutto calata nel suo tempo: una porzione di mondo, come quella - appunto - visibile ad apertura di finestra.

I prestiti giungono in gran parte da collezioni private italiane e inglesi ed essenziale è stata la collaborazione di Gabriella Cardazzo della storica Galleria del Cavallino di Venezia, amica e mercante di Procktor in Italia. La Redfern Gallery di Londra, che ha rappresentato l'artista per tutta la sua vita, invia un importante gruppo di dipinti, datati dal 1964 al 1989, mentre due grandi acquerelli del 1969 arrivano in prestito da Osborne Samuel.

Alla produzione su tela è in effetti interamente dedicata la seconda sala della mostra, dove è possibile seguire l'evoluzione dell'artista dal baconiano “Lovers” (1963), di collezione privata italiana, fino al sorprendente “Vedette Pont Neuf, Paris” del 1989, che sembra anticipare certe tendenze della giovane figurazione di oggi, passando per l'iconico “Gervase I” (1968), il primo di una lunga serie di ritratti dedicati da Procktor al giovane amante Gervase Griffith, aspirante rocker e suo modello per due anni. Le opere saranno allestite su strutture metalliche disegnate dall'artista Davide Trabucco, che firma l'allestimento della mostra.

Nella prima sala sono invece esposte opere che raccontano la Londra vissuta dall'artista negli anni Sessanta e Settanta, fra personaggi pubblici e affetti privati.
All'ingresso, una struttura di Davide Trabucco presenta un acquerello di Procktor, che rappresenta una coppia di vasi di Picasso ritratti in casa dell'amico Cecil Beaton, accostandolo agli stessi due vasi di Picasso provenienti dalla collezione di Palazzo Bentivoglio: una sorta di iniziale biglietto da visita dell'artista, capace di tenere insieme il mondo estetico più tradizionale di Beaton e quello del più giovane Jarman.

In una saletta laterale, uno schermo mostra due scene tratte da “A Bigger Splash” (1973) che vedono protagonisti Hockney e Procktor, una breve apparizione di Jarman nei panni di Procktor nel film di Stephen Frears “Prick Up Your Ears” (1987) e un estratto dal documentario sull'artista del 1988 “My Britain”.

La lunga infilata di opere della terza e ultima sala porta infine la cronologia ai primi anni Novanta.

Info: https://artcity.bologna.it www.palazzobentivoglio.org

Museo Medievale - via Manzoni 4

“Il museo che non si vede. Tesori dai depositi del Museo Civico Medievale”, fino al 5 febbraio 2023

Il Museo Medievale espone diverse raccolte provenienti dai depositi. Una molteplicità di piccoli e grandi capolavori, spesso poco noti o addirittura per la prima volta presentati al pubblico.
La mostra permette ai visitatori e alle visitatrice di scoprire alcune meravigliose maioliche del Rinascimento italiano, la prestigiosa raccolta di ceramiche Manises, il sontuoso Trittico di Limoges e tanti altri manufatti in terracotta, pietra, bronzo o mosaico che spesso giacciono immeritatamente nei depositi per mancanza di spazio espositivo.

Inoltre, è per la prima volta mostrata una piccola ma notevole raccolta di oggetti precolombia- ni recentemente donati al museo dall'Agenzia Dogane e Monopoli a seguito di un sequestro per violazione dei divieti di importazione di Beni Culturali e un grande dipinto seicentesco dedicato ad uno dei protagonisti della storia felsinea: Ludovico Bentivoglio.

Info: www.museibologna.it/arteantica

Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“A ciascuno il suo giorno”, fino al 12 febbraio 2023

La mostra, a cura di Ascanio Balbo di Vinadio, porta al pubblico l'eredità della Longo S.p.A., una delle aziende che hanno fatto la storia dell'industria in Italia negli anni del boom economico e che dagli anni ’30 fino agli anni ‘70 del secolo scorso sono state un'eccellenza nel mondo. L'esposizione, organizzata da Ascanio Balbo di Vinadio, collezionista e nipote di Giorgio Longo, (1909-1973), ultimo presidente della Longo S.p.A., si sviluppa in un duplice registro, artistico e storico, dal momento che presenta, da un lato, la serie di quadri realizzati appositamente per la mostra da Marco Angelini e, dall'altro, le foto e i documenti d'epoca, compiendo un percorso inedito nella storia della fabbrica, che per decenni ha prodotto e distribuito cancelleria, inchiostri e materiale per l'ufficio in Italia.

Vengono esposte, così, opere che rileggono la storia e la
filosofia dell'azienda Longo S.p.A., dandone un'interpretazione personale con l'uso all'interno delle opere di prodotti originali della fabbrica di cancelleria. Allo stesso tempo il percorso espositivo si snoda attraverso testimonianze storiche che ci riportano ai tempi in cui l'azienda consolidava il suo ruolo nel panorama dell'industria nazionale e internazionale, un caso esemplare di quanto fosse vitale e di successo lo slancio produttivo dell'Italia a cavallo e dopo il secondo conflitto mondiale.

La mostra espone 14 tele di diversi formati, a tecnica mista, grazie all'utilizzo di prodotti originali di cancelleria della Longo S.p.A., realizzati tra gli anni ’30 e gli anni ’70, in cui l'artista ne ripercorre idealmente la vicenda e la filosofia.

Gomme da cancellare, incluse quelle esagonali per eliminare i tratti di penna, pastelli a cera, cuscinetti di inchiostro per timbri, righelli e squadre, la carta-carbone che serviva a replicare in più copie i documenti sono al centro delle opere di Angelini e raccontano di un cambiamento epocale delle abitudini che ha investito la nostra società in tempi rapidissimi e che ha visto il digitale prendere il posto dell'analogico.

Il titolo della mostra sottolinea l'importanza dell'arte nel dare valore alla memoria, nel rileggere la storia per attribuirle significato, per consegnarla e renderla percepibile alle nuove generazioni, nonostante lo scorrere del tempo.
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

“Antologia della moto bolognese, 1920-1970”, fino al 28 maggio 2023

Il Museo del Patrimonio Industriale aggiunge un nuovo momento espositivo al filone “Moto bolognesi”, che ha costituito uno dei principali interessi della sua attività di ricerca, con la mostra “Antologia della moto bolognese, 1920-1970” realizzata con il contributo dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale.

A partire dalle collezioni permanenti del museo, in cui sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di alcune aziende locali che ebbero un ruolo di primo piano nel settore motoristico, il nuovo focus tematico è nato con l’obiettivo di realizzare una puntuale e completa ricognizione dell'industria motociclistica in area bolognese dalla nascita negli anni Venti del Novecento fino agli anni Sessanta, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.

L'impegno nell'indagine condotta su fonti composite – documenti, memoria orale, immagini fotografiche e filmate, giornali e riviste specializzate del tempo – ha consentito la ricostruzione di un centinaio di biografie di aziende, la schedatura tecnica di modelli e pezzi analizzati e la formazione di un ricchissimo archivio fotografico realizzato grazie all'aiuto del mondo del collezionismo.

La mostra ripercorre cinquant’anni di produzione motociclistica bolognese che si è distinta, fin dagli esordi, per l’inventiva e le capacità di numerosi tecnici che si sono cimentati, con diversa fortuna, nella realizzazione di veicoli sempre molto curati, non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche estetico, imponendosi inoltre ai più alti livelli, con le versioni da competizione, in ambito nazionale ed estero.

Attraversando stagioni diverse e spesso difficoltose – la fase pionieristica, le ristrettezze e le distruzioni del periodo bellico, la ripresa ed il miracolo economico – le piccole e medie case costruttrici della città e del territorio circostante hanno sempre esposto nelle “vetrine” delle fiere del settore, e quindi offerto sul mercato, una gamma di motocicli unica per quantità, varietà e bellezza. Solo pochi marchi sono riusciti a tradurre l’apprezzamento della critica e dei singoli appassionati in un vero e proprio successo commerciale, tuttavia l’industria bolognese delle due ruote, anche con l’apporto del settore della componentistica, ha lasciato un segno indelebile nella storia del motociclismo italiano.

Il percorso espositivo della mostra presenta 32 motociclette realizzate dai più importanti mar- chi del cinquantennio ed è arricchito da una serie di materiali multimediali: sette contributi filmati provenienti dall’Istituto Luce, l’intera serie delle moto esposte nelle precedenti esposizioni e il filmato, prodotto dal museo, “Italiani in motocicletta”, basato sui cinegiornali dell’Istituto Luce (1930-1940).

Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

Casa Morandi - via Fondazza 36

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“L’ ’Epoca’ di Mario De Biasi. Morandi attraverso l'obiettivo”, fino al 19 febbraio 2023

A Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi.
“L’ ’Epoca’ di Mario De Biasi. Morandi attraverso l'obiettivo” presenta una straordinaria serie di ritratti fotografici non posati dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter di “Epoca”. L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno - rimane visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese.

È l’aprile del 1959 quando Mario De Biasi, inviato da Enzo Biagi, giovane direttore della rivista “Epoca”, si reca in via Fondazza 36 per realizzare un reportage su Giorgio Morandi. Noto per il carattere schivo e la ritrosia verso qualunque forma di esposizione della sua persona, l’artista accetta tuttavia di essere fotografato tra le mura di casa, nel salotto in cui si accoglievano gli ospiti, rigorosamente in giacca e cravatta.

Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.

Assistiamo così a situazioni di domestica routine, tra libri da sfogliare come fonte di piacevole erudizione, l’immancabile sigaretta tra le dita e il caffè servito dalla sorella Maria Teresa, che riesce a strappare un raro sorriso al sempre composto e austero Morandi.
Anche De Biasi non ebbe purtroppo, come nessun altro fotografo, la possibilità di ritrarre l’artista al lavoro nello studio, nell’atto sicuramente più identitario, quello del dipingere, né gli fu permesso di includere nei suoi scatti il cavalletto, i pennelli, la tavolozza, i colori e gli oggetti protagonisti della ricerca artistica di Giorgio Morandi. Le fotografie però ci regalano un vivido spaccato di un ambiente della casa di via Fondazza, della disposizione degli arredi, delle suppellettili e dei quadri così come posizionati e vissuti all’epoca.

Accanto alle diciannove fotografie scattate a Bologna in casa di Morandi, il pubblico può vedere in mostra altri cinque ritratti realizzati da De Biasi a Milano, in cui il maestro bolognese è pre- sente grazie alle proprie opere: tre di questi mostrano Lamberto Vitali nel suo appartamento, circondato da ben quattordici dipinti di Morandi, e altri due hanno come soggetto Elio Vittorini, intento a leggere e scrivere nel suo studio, dove s’intravede una “Natura morta” di Morandi, priva di cornice, data 1949.

Info: https://artcity.bologna.it www.mambobologna.org/museomorandi

Museo Morandi - via Don Minzoni 14

“Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese”, fino al 26 febbraio 2023

Il Museo Morandi è lieto di ospitare e rendere fruibile al pubblico un importante nucleo di lavori di Giorgio Morandi provenienti dalla collezione privata di Antonio e Matilde Catanese.
La mostra presenta 27 opere appartenenti a una raccolta nata dalla passione dei coniugi Catanese, che iniziano ad acquistare fin dagli anni Sessanta i primi Morandi, dando prova del loro gusto raffinato e lungimirante in una città come Milano, che nel Novecento ebbe un ruolo fondamentale nel mondo dell’arte e del collezionismo in particolare.

L’esposizione, curata da Mariella Gnani, prende avvio dal desiderio della famiglia Catanese di rendere disponibile alla pubblica fruizione parte della propria collezione e dalla volontà dei figli di esprimere gratitudine verso i genitori per aver avuto la possibilità di crescere e affinare la propria sensibilità a contatto con capolavori.

La collezione Catanese, rappresenta “un microcosmo esemplare per decifrare e intendere l’attività di Morandi”, come evidenzia Maria Cristina Bandera, storica dell’arte, membro del Consiglio Direttivo e della Commissione Scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Ciò soprattutto grazie al numero di opere presenti nella raccolta, realizzate in un arco temporale che copre quasi tutti gli anni dell’attività del maestro bolognese e che affrontano tutti i temi e le tecniche da lui trattati, nonché per l'indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte.

Il percorso espositivo al Museo Morandi si apre con un raro “Autoritratto giovanile” del 1914, opera di primaria importanza, che nel 1939 prese parte alla Golden Gate International Exposi- tion di San Francisco, e prosegue con una sfilata di nature morte, fiori e paesaggi, realizzati tra il 1918 e il 1959, attraverso la quale è possibile seguire lo sviluppo della ricerca morandiana.

La presenza di ben dieci lavori, tra oli, acquerelli e incisioni, aventi per soggetto il tema dei fiori tanto caro a Morandi, permette di ripercorrerne le varie tipologie a partire dall’acquerello del 1918 (P.1918/5) esemplare di rara maestria e testimonianza di una capacità tecnica già pienamente acquisita.

Il tema della natura morta si sviluppa parallelamente a quello dei paesaggi tra cui compare il dipinto “La strada bianca” (V.341), motivo realizzato a Grizzana e ripreso in alcune varianti nel 1939 e nel 1941.
È parte integrante della mostra una selezione di acqueforti (la collezione Catanese possiede quasi l’intera produzione), tecnica che Morandi praticò da autodidatta in modo magistrale e che considerò sempre come un linguaggio parallelo alla pittura.

Per la realizzazione dell’esposizione si ringrazia l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo | Scuola di Conservazione e Restauro che ha affiancato la curatrice per il controllo delle opere durante il periodo espositivo e per alcune indagini legate alla caratterizzazione dei materiali, alla documentazione digitale e alla diagnostica non invasiva.

Info: https://artcity.bologna.it www.mambobologna.org/museomorandi

Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio - Piazza Maggiore 6

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Slaven Tolj. Craquelure. Pavo and me”, fino al 5 marzo 2023

Le Collezioni Comunali d’Arte sono liete di accogliere la personale di Slaven Tolj “Craquelure. Pavo and me”. La mostra, curata da Daniele Capra, è costituita da una quindicina di opere oggettuali e documentative e dalla performance Bologna, “February 2023”, realizzata appositamente per il museo bolognese che si svolgerà sabato 4 febbraio alle ore 19 e Domenica 5 febbraio alle ore 11. Il progetto è la prima mostra personale di Tolj presso un museo pubblico italiano.

“Craquelure. Pavo and me” – i cui lavori spaziano dalla scultura alla fotografia, dalla performance all’intervento site specific realizzato per la Sala Urbana – ripercorre a volo d’uccello il percorso dell’artista croato evidenziando la sua capacità di porsi come elemento interstiziale rispetto alle dinamiche interiori, interpersonali e politiche. A partire dai suoi esordi alla fine degli anni Ottanta fino a lavori recenti che testimoniano le vicissitudini dovute a un ictus che ha minato le sue capacità linguistiche, la pratica della body art e dell’arte concettuale sono centrali per Tolj, la cui opera è alimentata da un continuo scambio con gli eventi umani e professionali vissuti in prima persona.

La mostra, che ha la forma di una sintetica retrospettiva, è un racconto intimo condotto attraverso le vicende personali e storiche che hanno segnato la vita di Tolj, a partire dalla tragica dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. L’esposizione è dedicata al fotografo Pavo Urban, amico dell’artista morto in guerra a Dubrovnik il 6 dicembre 1991, del quale sono esposte due fotografie che documentano la performance “Rosarium” di Tolj del 1988. L’opera è, nella poetica di Tolj, un elemento di mediazione e relazione tra l’artista, il suo corpo e il contesto in cui si è generata. Attraverso la propria presenza, ad azioni minimali condotte con il proprio corpo, a spostamenti di piccoli oggetti, Tolj mette in luce le fessure e le scorticature che la vita e la storia causano sul tessuto della nostra esistenza, come la craquelure che si produce sulla superficie dei dipinti a olio col passare degli anni. Senza retorica, con un linguaggio scarno e necessario, l’artista interroga l’osservatore e lo investe di un’intensa carica emotiva, rivelando con i suoi lavori l’immane crudezza della realtà.

Info: https://artcity.bologna.it www.museibologna.it/arteantica                                                Museo Davia Bargellini - Strada Maggiore 44

“Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese”, fino al 12 marzo 2023

La mostra, curata da Massimo Medica, Mark Gregory
D’Apuzzo, Ilaria Bianchi e Irene Graziani, si configura come primo evento espositivo organicamente incentrato sulla ritrattistica in cera realizzata in ambito bolognese durante il Settecento, secolo che conobbe il maggiore rilancio dell’arte antica e intrigante della ceroplastica già praticata nelle epoche classiche e medievali. Forma artistica scarsamente indagata dal circuito accademico per via dell’antico pregiudizio verso una materia metamorfica considerata priva di valore estetico e una tecnica in bilico tra arte e artigianato, proprio nel capoluogo emiliano, durante il XVIII secolo, la ritrattistica sculto
rea in cera ebbe un ruolo di primaria importanza godendo di fortuna e apprezzamento come rappresentazione congeniale ad una triplice funzione: la trattazione delle discipline scientifiche avviata nella rinomata scuola di anatomia umana dell’Università, la raffigurazione del potere e la devozione religiosa.

Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi afferente al Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, l’esposizione intende far conoscere al pubblico e rivalutare in una giusta prospettiva l’indubbia qualità di quanto ancora sopravvive di una produzione che, secondo le fonti documentarie, fu assai ricca e vide impegnati abilissimi scultori.

A partire dal nucleo di opere conservato al Museo Davia Bargellini, il progetto espositivo traccia un ampio e dettagliato panorama dell’officina ceroplastica a Bologna riunendo per la prima volta 18 opere, di cui 16 figure in cera e 2 terrecotte, di notevole fattura presenti in raccolte museali ed edifici di culto cittadini, potendo inoltre godere del prestito straordinario di pezzi appartenenti a collezioni private e dunque raramente visibili.

Accanto al “Ritratto del conte senatore Paolo Patrizio Zambeccari (1670-1756)” di Nicola Toselli esposto unicamente nella “Mostra del Settecento Bolognese” curata da Guido Zucchini nel 1935 a Palazzo d’Accursio, sono 3 i manufatti inediti visibili per la prima volta: la testa di Cristo in cera policroma, attualmente conservata presso il Museo provinciale dei Cappuccini di Bologna e attribuita a ceroplasta emiliano, e i due busti di “San Carlo Borromeo” e “San Filippo Neri” riferibili a Luigi Dardani, provenienti dal coretto della chiesa di Santa Maria di Galliera.

Il percorso espositivo si estende nella seconda sede del Museo di Palazzo Poggi dove si trova la “Camera della Notomia” dell’Istituto delle Scienze con la serie di otto statue in cera - di cui due nudi raffiguranti Adamo ed Eva, quattro Spellati e due scheletri - progettate ed eseguite tra il 1742 e il 1751 dal pittore, scultore e architetto Ercole Lelli su commissione del Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, asceso al soglio pontificio nel 1740 con il nome di Benedetto XIV. L’impegno strettamente connesso al mondo della scienza medica del capostipite della scuola bolognese Ercole Lelli venne in seguito assunto dai celebri coniugi Giovanni Manzolini e Anna Morandi, creatori di decine di preparazioni anatomiche in cera, anch’esse conservate nelle collezioni storiche dell’ateneo bolognese, che diedero un fondamentale contributo all’avanzamento delle conoscenze di anatomia e di fisiologia grazie alla rappresentazione di parti del corpo umano di raffinatezza e minuzia tecnica del tutto straordinari per l’epoca e ammirati in tutta Europa.

Info: www.museibologna.it/arteantica – https://sma.unibo.it/it/il-sistema-museale/museo-di- palazzo-poggi

Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2

“I pittori di Pompei”, fino al 19 marzo 2023

Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre, l’esposizione è resa possibile da un ac- cordo di collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo.

Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana, per contestualizzarne il ruolo e la condizione economica nella società del tempo, oltre a mettere in luce le tecniche, gli strumenti, i colori e i modelli. L’importantissimo patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato - splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni - restituisce infatti il riflesso dei gusti e i valori di una committenza variegata e ci consente di comprendere meglio i meccanismi sottesi al sistema di produzione delle botteghe. Sono pochissime le informazioni giunte a noi sugli autori di queste straordinarie opere e quasi nessun nome ci è noto. Grazie alle numerose testimonianze pittoriche conservate dopo l’eruzione avvenuta nel 79 d.C. e portate alla luce dalle grandi campagne di scavi borbonici nel Settecento, le cittadine vesuviane costituiscono un osservatorio privilegiato per comprendere meglio l’organizzazione interna e l’operato delle officine pittoriche.
A Bologna, per la prima volta, viene esposto un corpus di straordinari esempi di pittura romana provenienti da quelle domus celebri proprio per la bellezza delle loro decorazioni parietali, dalle quali spesso assumono anche il nome con cui sono conosciute. Capolavori - solo per citarne alcuni – dalle domus del Poeta Tragico, dell’Amore punito, e dalle Ville di Fannio Sinistore a Boscoreale, e dei Papiri a Ercolano.
Info: www.museibologna.it/archeologico www.ipittoridipompei.it

Fanno parte del Settore Musei Civici Bologna: MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d'Arte, Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Tessuto e della Tappezzeria "Vittorio Zironi", Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, oltreché lo spazio espositivo di Villa delle Rose.

INDIRIZZI E RECAPITI

MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi

via Don Minzoni 14
tel. 051 6496611
aperto martedì e mercoledì ore 14-19; giovedì ore 14-20; venerdì, sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì

Casa Morandi

via Fondazza 36
tel. 051 6496611
aperto sabato ore 14-17; domenica ore 10-13 e 14-17 chiuso: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì

Villa delle Rose

via Saragozza 228/230
tel. 051 436818 - 6496611
aperta in occasione di eventi espositivi

Museo per la Memoria di Ustica

via di Saliceto 3/22
tel. 051 377680
aperto giovedì e venerdì ore 9.30-13.30; sabato e domenica ore 10-18.30chiuso: lunedì, martedì e mercoledì

Museo Civico Archeologico

via dell’Archiginnasio 2
tel. 051 2757211
aperto lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 9-19; sabato, domenica e festivi ore 10-20 chiuso: martedì

Museo Civico Medievale

via Manzoni 4
tel. 051 2193916 – 2193930
aperto martedì e giovedì ore 10-14; mercoledì e venerdì ore 14-19; sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì

Collezioni Comunali d’Arte

Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6
tel. 051 2193998
aperto martedì e giovedì ore 14-19; mercoledì e venerdì ore 10-19; sabato, domenica e festivi ore 10-18.30
chiuso: lunedì

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini

Strada Maggiore 44
tel. 051 236708
aperto martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15; venerdì ore 14-18; sabato, domenica e festivi ore 10-18.30
chiuso: lunedì

Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”

via di Casaglia 3
tel. 051 2194528 - 2193916 (biglietteria Museo Civico Medievale)
Accesso momentaneamente sospeso per previsione di manutenzioni straordinarie

Museo internazionale e biblioteca della musica

Strada Maggiore 34
tel. 051 2757711
aperto martedì, mercoledì, giovedì ore 11-13.30 / 14.30-18.30; venerdì ore 10-13.30 / 14.30- 19; sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì

Museo del Patrimonio Industriale

via della Beverara 123
tel. 051 6356611
aperto giovedì e venerdì ore 9-13; sabato e domenica ore 10-18.30 chiuso: lunedì, martedì, mercoledì

Museo civico del Risorgimento

Piazza Carducci 5
tel. 051 2196520
aperto martedì e giovedì ore 9-13; venerdì ore 15-19; sabato, domenica e festivi ore 10-18 chiuso: lunedì, mercoledì

Contatti
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