giovedì 9 febbraio 2023

SETTORE MUSEI CIVICI BOLOGNA

Iniziative, attività e mostre temporanee 10 – 16 febbraio 2023

Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un
ricco calendario di appuntamenti, veri e propri viaggi tematici nelle collezioni, spaziando dalle letture più immediate dei capolavori esposti alla creazione di associazioni inedite tra oggetti appartenenti ai patrimoni delle diverse aree museali fino ad approfondimenti specifici e maggiormente specialistici.

IN EVIDENZA

Domenica 12 febbraio

ore 18: Museo Archeologico - via dell’Archiginnasio 2

Per il ciclo “Lo splendido inganno: intorno alla mostra I pittori
di Pompei”
“Lettere da Pompei, letture da Ovidio”
Spettacolo a cura di ArchivioZeta.
Il ciclo “Lo splendido inganno: intorno alla mostra I pittori di Pompei”, oltre all’intersezione fra pittura e poesia, con le voci di ArchivioZeta, prevede anche quella fra pittura e musica, con gli incontri a cura di Marco Fanti, direttore del Coro Athena del museo, che mostreranno come il mondo culturale rappresentato dai pittori di Pompei sia ben presente nella produzione musicale dal Seicento ai giorni nostri.

Prenotazione obbligatoria a partire da qui: https://www.archiviozeta.eu/. Ingresso: € 10,00 intero / € 5,00 ridotto per ragazzi under 18
Info: www.museibologna.it/archeologico

PER I BAMBINI

sabato 11 febbraio

ore 10 e ore 11.15: Museo della Musica - Strada Maggiore 34

In occasione della rassegna The Best of
“Mamamusica I” (II incontro)
Laboratorio in 4 incontri per bambini da 0 a 36 mesi.
Alle ore 10 per bambini da 19 a 26 mesi; alle ore 11.15 per bambini da 27 a 36 mesi.
Un progetto del Museo della Musica a cura di Luca Bernard (voce, contrabbasso) e Linda Tesauro (voce), con la partecipazione di Serena Pecoraro (voce, ukulele), Tommy Ruggiero (voce, percussioni)

Uno spazio musicale speciale, emozionante ed inclusivo per grandi e piccolissimi in cui l'attenzione si concentra esclusivamente sui suoni. Canti e ritmi provenienti da repertori molto diversi, un avvolgente abbraccio di suoni scandito anche da intensi silenzi, in cui adulti e bambini costruiscono una relazione comunicativa unica, per scoprire e riscoprire l'incanto di esprimersi attraverso la musica.

La prenotazione e l’acquisto del biglietto sono obbligatori:
presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
on line - con una maggiorazione di € 1 https://ticket.midaticket.it/rassegnathebestof/Events
I biglietti non sono rimborsabili.
Per gli aventi diritto, sarà possibile utilizzare i voucher degli eventi annullati telefonando alla biglietteria del museo negli orari di apertura.
Prima di procedere, si consiglia di controllare bene l'età per partecipare al laboratorio. Ingresso: € 5,00 ad incontro a partecipante
ore 10.30: In occasione della rassegna The Best of
“Capoerinha!” (III e ultimo incontro)
Laboratorio in 3 incontri per genitori e bambini da 6 a 8 anni. Con Federico Nicolis Preto, Filip- po Scotti, Beatrice Dusio. A cura di Associazione Angola Palmares.
Un gioco, una lotta, una danza, la capoeira è tutto questo... e ovviamente musica!
Un laboratorio per esplorare questa incredibile manifestazione della cultura afrobrasiliana: attraverso il racconto di storie e di canzoni, si impara a schivare i pericoli e a scoprire strumenti strani e misteriosi, ma soprattutto un altro dei tanti modi di giocare insieme con la musica.
La prenotazione e l’acquisto del biglietto sono obbligatori:
presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
on line (con una maggiorazione di € 1,00) su https://ticket.midaticket.it/rassegnathebestof/Events
I biglietti non sono rimborsabili.
Per gli aventi diritto, sarà possibile utilizzare i voucher degli eventi annullati telefonando alla biglietteria del museo negli orari di apertura.
Prima di procedere, si consiglia di controllare bene l'età per partecipare al laboratorio. Ingresso: € 5,00 ad incontro a partecipante
Info: www.museibologna.it/musica

Domenica 12 febbraio

ore 15: Museo Archeologico - via dell’Archiginnasio 2

“I pittori di Pompei for kids”
Breve visita alla mostra con laboratorio per bambini da 7 a 11 anni. A cura di Aster | MondoMo- stre.
Prenotazione obbligatoria allo 02 91446110.
Ingresso: € 12,00 (comprensivo del biglietto della mostra)
Info: www.museibologna.it/archeologico


ore 16: Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123

“Le goccioline scomparse”


Laboratorio per bambini da 4 a 6 anni.
Giochi, prove pratiche e semplici esperimenti aiuteranno a comprendere il ciclo dell'acqua in natura e i suoi diversi stati di aggregazione.
Osservando attentamente, formulando ipotesi e verificando con prove pratiche le proprie teorie, i bambini potranno avere un primo e coinvolgente approccio ai principi del metodo scientifico.
Prenotazione obbligatoria allo 051 6356611 (entro le ore 13 del venerdì precedente).
Il laboratorio verrà attivato solo al raggiungimento di almeno 5 partecipanti.
Ingresso: € 5,00 a partecipante (gratuito per un accompagnatore adulto)
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

GLI ALTRI APPUNTAMENTI

sabato 11 febbraio

ore 10-18: Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123

“Scopri l'antica Bologna dell'acqua e della seta”

Il Museo del Patrimonio Industriale propone la possibilità di scoprire, guidati dagli operatori del museo, l'antica città dell'acqua e della seta.
Gli operatori del museo accoglieranno i visitatori nella sezione dedicata all'antica città dell'acqua e della seta e illustreranno alcuni degli oggetti più significativi.
Tra questi spicca il mulino da seta “alla bolognese”, presente con un modello in scala 1:2 funzionante, utilizzato per la torcitura del filo di seta e col quale si poteva ottenere il velo, prodotto che rese celebre Bologna per oltre quattro secoli, ampiamente commercializzato in tutta Europa e spesso riprodotto nell'iconografia occidentale.
Ingresso: biglietto museo (€ 5,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingresso gratuito
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

ore 11-13 e 14-18: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14

“RELAZIONI. Un esercizio dei sensi”

Performance sui disturbi del comportamento alimentare.
Il pubblico, che fruirà dell’opera singolarmente, verrà accompagnato a sedersi ad un tavolo ben apparecchiato dove saranno già sedute altre 4 persone. Un maître porterà al visitatore un piatto coperto da una campana, che solleverà svelando un piatto completamente vuoto.
A questo punto, attraverso casse audio disposte intorno alla tavola, inizierà la diffusione di un breve racconto sonoro che avrà la voce del protagonista della storia. Durante la riproduzione audio tutti i piatti degli altri commensali resteranno coperti, e lo spettatore sarà spinto a osser- vare le altre persone al tavolo, che saranno - dichiaratamente anche da didascalia esplicativa

esposta a fianco all’opera - tre persone qualsiasi più il protagonista della storia in ascolto, disposti in ordine casuale e antiindiziale.

Lo spettatore sarà portato a vivere tutte le emozioni connesse alla circostanza, l’impatto, la curiosità, la suggestione, persino il disagio. Oltre a questo, l’eventuale processo logico consequenziale che ne scaturirà, e cioè il tentativo di comprensione e di riconoscimento dell’individuo soggetto/oggetto della storia non sarà agevolato da alcuna indicazione, anche coerentemente con il presupposto stesso della performance, per il quale non sarà necessario portare a soluzione l’interrogativo, quanto dare al pubblico la possibilità di sperimentare un nuovo punto di vista sull’argomento, di calarsi in un ascolto immersivo ed empatico e di fruire di un contatto più o meno cosciente con domande (o risposte) che ne scaturiranno.

Si informa che i posti per partecipare alla performance sono esauriti. In caso di rinunce o defezioni, compilando il FORM disponibili sul sito https://www.progettorelazioni.it/ è possibile essere inseriti in lista d’attesa. Una videoinstallazione, successiva all’evento, rimarrà presente negli spazi del Dipartimento educativo MAMbo dal 12 febbraio al 28 febbraio 2023. L’installazione è aperta al pubblico generico a tutte le e scuole interessate.

“Relazioni” è un progetto di prevenzione sui disturbi del comportamento alimentare a cura di Eleonora Beddini e associazione Dedalus APS in collaborazione con il Comune di Bologna - Area Educazione, Istruzione e Nuove Generazioni e Settore Musei Civici Bologna.
Ingresso: gratuito

Info: www.mambo-bologna.org www.progettorelazioni.it

ore 17: Museo Archeologico - via dell’Archiginnasio 2

Per il ciclo “Lo splendido inganno: intorno alla mostra I pittori di Pompei”
“S'alza il sipario: affreschi sonori”
Incontro con il Maestro Marco Fanti e la partecipazione del Coro Athena.
Un’intersezione fra pittura e musica con il secondo dei tre incontri a cura di Marco Fanti, direttore del Coro Athena del museo, che mostreranno come il mondo culturale rappresentato dai pittori di Pompei sia ben presente nella produzione musicale dal Seicento ai giorni nostri. Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti

Info: www.museibologna.it/archeologico

Domenica 12 febbraio

ore 11: Museo Medievale - via Manzoni 4

“In bottega con un orafo francese”

Visita guidata a cura di Silvia Primerano.
A partire dal XII secolo le botteghe orafe di Limoges, un piccolo centro del ducato di Aquitania, diventano protagoniste nella lavorazione di oggetti sacri e profani decorati a smalto champlevé, una tecnica apprezzata ben presto da tutto il mondo occidentale.
La visita si soffermerà sui procedimenti tecnici, osservando alcuni preziosi esempi custoditi al Museo Civico Medievale, dai bacini del XIII secolo, al trittico rinascimentale di Martial Ydeux. Ingresso: biglietto museo (€ 6,00 intero / € 3,00 ridotto). Per i possessori di Card Cultura ingresso gratuito

Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 16.45: Museo Archeologico - via dell’Archiginnasio 2

“I pittori di Pompei”
Visita guidata alla mostra a cura di Aster | MondoMostre. Prenotazione obbligatoria allo 02 91446110.
Ingresso: € 19,60 (comprensivo di biglietto della mostra e radioguida) Info: www.museibologna.it/archeologico

giovedì 16 febbraio

ore 15-17: diretta su www.neuradio.it
“STARTER - Fermenti Culturali”
Giovedì 16 febbraio dalle ore 15 alle 17 va in onda una nuova puntata di “STARTER - Fermenti Culturali”, il format radiofonico settimanale a cura di NEU RADIO, in collaborazione con il MAMbo. La trasmissione, in streaming sul sito o tramite app per OS o Android, è concepita come un racconto settimanale di mostre, eventi, performance e novità relative al mondo culturale e artistico della città di Bologna e oltre. Conducono, dallo studio del MAMbo: Moreno Mari, Carlotta Chiodi, Claudio Musso e Caterina De Feo.

ore 17.30-18.30: “Rocket Girls – Storie di ragazze”
Dallo studio di NEU RADIO nel foyer del MAMbo, prosegue in diretta aperta al pubblico il programma “Rocket Girls – Storie di ragazze” che hanno alzato la voce 2023, la rassegna che indaga la disparità di genere nell’industria musicale a cura di Laura Gramuglia e Associazione Spostamenti.
Giovedì 16 febbraio in studio Ascari, composer di musiche per cinema e videogames.
Info: www.mambo-bologna.org

ore 17: Museo Medievale (Lapidario) - ingresso da via Porta di Castello 3

“Ritrattisti a Bologna nell’età di papa Lambertini”
In occasione della mostra “Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese” in corso presso il Museo Davia Bargellini, conferenza di Irene Graziani.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

ore 17.30: Museo del Risorgimento - Piazza Carducci 5

Per il ciclo “Intorno al Risorgimento”

“Storia di un’élite. La nobiltà italiana dal Risorgimento agli anni Sessanta”
Presentazione del volume “Storia di un’élite. La nobiltà italiana dal Risorgimento agli anni Sessanta” (Torino, Einaudi, 2022). Ne discutono l'autrice Maria Malatesta ed Elena Musiani.
Questo libro studia la nobiltà come un'élite della quale ricercare i caratteri dominanti, i meccanismi di riproduzione familiare e di gestione del potere, la capacità di adattarsi e di reinventarsi di fronte ai mutamenti che hanno scandito la storia italiana dal Risorgimento alla Repubblica.

Avvalendosi di un modello statistico di 1500 individui, della consultazione di numerosi archivi pubblici e privati e di una scrittura che incrocia l'approccio biografico con l'analisi quantitativa e che utilizza anche la comparazione con altri casi europei, il volume arriva a conclusioni che ribaltano molte opinioni correnti.

L'appuntamento fa parte di “Intorno al Risorgimento”, ciclo di incontri al Museo del Risorgimento, a cura del Comitato di Bologna dell’Istituto nazionale per la storia del Risorgimento italiano. Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/risorgimento

ore 18.30: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14

“Presentazione del vinile ‘La Stanza sul Fiume’”

“La Stanza sul Fiume” (ORBEATIZE Listening Music, 2021) nasce dalla collaborazione tra Enrico Serotti, musicista, e Enzo Minarelli, poeta.
L’incontro nella sala conferenze del museo prevede una breve presentazione e la proiezione di alcuni video. Partecipano Enzo Minarelli e Enrico Serotti. Introduce Uliana Zanetti, MAMbo.
A seguire “Il braccio e la voce”, esecuzione dal vivo a cura di Enzo Minarelli e Enrico Serotti sul palco di “Impressions”, opera di Massimo Bartolini che fa parte della collezione permanente del museo.
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti
Info: www.mambo-bologna.org

MOSTRE IN CORSO

Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“A ciascuno il suo giorno”, fino al 12 febbraio 2023

La mostra, a cura di Ascanio Balbo di Vinadio, porta al pubblico l'eredità della Longo S.p.A., una delle aziende che hanno fatto la storia dell'industria in Italia negli anni del boom economico e che dagli anni ’30 fino agli anni ‘70 del secolo scorso sono state un'eccellenza nel mondo. L'esposizione, organizzata da Ascanio Balbo di Vinadio, collezionista e nipote di Giorgio Longo, (1909-1973), ultimo presidente della Longo S.p.A., si sviluppa in un duplice registro, artistico e storico, dal momento che presenta, da un lato, la serie di quadri realizzati appositamente per la mostra da Marco Angelini e, dall'altro, le foto e i documenti d'epoca, compiendo un percorso inedito nella storia della fabbrica, che per decenni ha prodotto e distribuito cancelleria, inchiostri e materiale per l'ufficio in Italia.

Vengono esposte, così, opere che rileggono la storia e la filosofia dell'azienda Longo S.p.A., dandone un'interpretazione personale con l'uso all'interno delle opere di prodotti originali della fabbrica di cancelleria. Allo stesso tempo il percorso espositivo si snoda attraverso testimonianze storiche che ci riportano ai tempi in cui l'azienda consolidava il suo ruolo nel panorama dell'industria nazionale e internazionale, un caso esemplare di quanto fosse vitale e di successo lo slancio produttivo dell'Italia a cavallo e dopo il secondo conflitto mondiale.

La mostra espone 14 tele di diversi formati, a tecnica mista, grazie all'utilizzo di prodotti originali di cancelleria della Longo S.p.A., realizzati tra gli anni ’30 e gli anni ’70, in cui l'artista ne ripercorre idealmente la vicenda e la filosofia.

Gomme da cancellare, incluse quelle esagonali per eliminare i tratti di penna, pastelli a cera, cuscinetti di inchiostro per timbri, righelli e squadre, la carta-carbone che serviva a replicare in più copie i documenti sono al centro delle opere di Angelini e raccontano di un cambiamento epocale delle abitudini che ha investito la nostra società in tempi rapidissimi e che ha visto il digitale prendere il posto dell'analogico.

Il titolo della mostra sottolinea l'importanza dell'arte nel dare valore alla memoria, nel rileggere la storia per attribuirle significato, per consegnarla e renderla percepibile alle nuove generazioni, nonostante lo scorrere del tempo.
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

“Antologia della moto bolognese, 1920-1970”, fino al 28 maggio 2023

Il Museo del Patrimonio Industriale aggiunge un nuovo momento espositivo al filone “Moto bolognesi”, che ha costituito uno dei principali interessi della sua attività di ricerca, con la mostra “Antologia della moto bolognese, 1920-1970” realizzata con il contributo dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale.

A partire dalle collezioni permanenti del museo, in cui sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di alcune aziende locali che ebbero un ruolo di primo piano nel settore motoristico, il nuovo focus tematico è nato con l’obiettivo di realizzare una puntuale e completa ricognizione dell'industria motociclistica in area bolognese dalla nascita negli anni Venti del Novecento fino agli anni Sessanta, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.

L'impegno nell'indagine condotta su fonti composite – documenti, memoria orale, immagini fotografiche e filmate, giornali e riviste specializzate del tempo – ha consentito la ricostruzione di un centinaio di biografie di aziende, la schedatura tecnica di modelli e pezzi analizzati e la formazione di un ricchissimo archivio fotografico realizzato grazie all'aiuto del mondo del collezionismo.

La mostra ripercorre cinquant’anni di produzione motociclistica bolognese che si è distinta, fin dagli esordi, per l’inventiva e le capacità di numerosi tecnici che si sono cimentati, con diversa fortuna, nella realizzazione di veicoli sempre molto curati, non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche estetico, imponendosi inoltre ai più alti livelli, con le versioni da competizione, in ambito nazionale ed estero.

Attraversando stagioni diverse e spesso difficoltose – la fase pionieristica, le ristrettezze e le distruzioni del periodo bellico, la ripresa ed il miracolo economico – le piccole e medie case costruttrici della città e del territorio circostante hanno sempre esposto nelle “vetrine” delle fiere del settore, e quindi offerto sul mercato, una gamma di motocicli unica per quantità, varietà e bellezza. Solo pochi marchi sono riusciti a tradurre l’apprezzamento della critica e dei singoli appassionati in un vero e proprio successo commerciale, tuttavia l’industria bolognese delle due ruote, anche con l’apporto del settore della componentistica, ha lasciato un segno indelebile

nella storia del motociclismo italiano.

Il percorso espositivo della mostra presenta 32 motociclette realizzate dai più importanti marchi del cinquantennio ed è arricchito da una serie di materiali multimediali: sette contributi filmati provenienti dall’Istituto Luce, l’intera serie delle moto esposte nelle precedenti esposizioni e il filmato, prodotto dal museo, “Italiani in motocicletta”, basato sui cinegiornali dell’Istituto Luce (1930-1940).
Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

Oratorio di San Filippo Neri - via Manzoni 5

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Lucy + Jorge Orta. Seeking Blue Gold”, fino al 12 febbraio 2023

Installazione site-specific a cura di Cristina Francucci e Tatiana Basso, promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
L’Oratorio di San Filippo Neri accoglie l’installazione site-specific Seeking Blue Gold di Lucy + Jorge Orta, duo artistico impegnato da oltre tre decenni nella messa a punto di una “Estetica Operativa” versata a immaginare nuove forme di sviluppo sostenibile. L’acqua, il cosiddetto “oro blu”, costituisce un tema centrale nella poetica degli artisti, nei termini in cui tale bene primario è soggetto a politiche di finanziarizzazione e iniqua distribuzione globale. L’installazione bolognese si ricollega a questo filone, avvicinandoci al complesso universo che l’elemento acqueo dischiude. Manufatti lignei utilizzati nei sistemi irrigui del mondo rurale ne costituiscono il fulcro: montati su strutture in acciaio e accostati a oggetti di fattura contemporanea, aprono riflessioni sul confronto tra progresso e tradizione, accessibilità e profitto, e sulle possibilità di cooperazione tra tecnica e natura. Capaci di instaurare un dialogo vivo con il presente e generare nuove forme di pensiero attorno a quel bene essenziale che unisce, ma anche divide, i popoli del pianeta, l’intervento degli Orta rievoca l’anima celata di Bologna, quella delle vie d’acqua e dei mulini di un tempo.

La mostra è accompagnata da un album bilingue che racconta, con un’intervista delle curatrici agli autori, la poetica e il processo di realizzazione delle opere e da un supporto didattico per i più giovani.
Info: https://artcity.bologna.it www.fondazionedelmonte.it

LabOratorio degli Angeli - via degli Angeli 32

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Eva Marisaldi. Guarda caso”, fino al 18 febbraio 2023

Intervento site-specific a cura di Leonardo Regano, promosso da LabOratorio degli Angeli in collaborazione con Galleria De’ Foscherari.
L’opera di Eva Marisaldi entra in dialogo con gli spazi dello storico laboratorio di restauro bolognese, intrecciando un intenso confronto in un intervento site-specific che si articola tra opere riattivate per l’occasione e nuove produzioni.

Con “Guarda caso” Marisaldi rilegge il LabOratorio degli Angeli come un grande archivio transitorio, custode temporaneo di opere e oggetti d’arte che nel loro casuale incontrarsi raccontano una storia in continua evoluzione.

Il percorso di mostra si apre con “Narciso” (2022), scultura inedita che nel solco della pratica di Marisaldi mescola i linguaggi espressivi proponendo un’azione sonora e luminosa che si confronta con l’estetica aleatoria: una scatola sonora che proietta sul soffitto dei pattern laser di luce rossa e presenta alla sua sommità due mani in filo d’argento che mimano con loro la gestualità il gioco degli elastici tra le dita.

L’intervento dell’artista prosegue e si sviluppa sui grandi tavoli da lavoro dell’ex Oratorio, su cui dispone una selezione di opere tra quelle attualmente in restauro accompagnata da un intervento grafico ad esse ispirato e che si snoda nella sala per alcuni metri, “nuvole di scarabocchi ritmici e ricorrenti”, come li definisce Marisaldi, realizzati mediante un dispositivo robotico prodotto in collaborazione con Enrico Serotti. In dialogo con un’incisione raffigurante Santa Maddalena de’ Pazzi, l’artista espone materiale del suo archivio personale, relativo alla performance “Changing bags”, realizzata allo Studio Guenzani nel 1992 e ispirata proprio alla mistica carmelitana.

In connessione con il suo intervento nell’ex Oratorio, Eva Marisaldi propone alle pareti della sala attigua l’allestimento di alcune grandi carte del ciclo “Parties” (2006-2007), seguendo una metodologia conservativa nuova proposta in collaborazione con il LabOratorio degli Angeli. Nella sala della Biblioteca è presentata “3000 pagine”, opera sonora che Marisaldi ha prodotto nell’aprile del 2018 nel piccolo Teatro di Villa Aldrovandi Mazzacorati, a Bologna. L’artista ha chiesto ad un gruppo di performer volontari di partecipare a un’azione collettiva, sfogliando all’unisono le pagine di un elenco telefonico sotto la direzione dal musicista Enrico Serotti. Il risultato finale, un’onda sonora ricavata dal montaggio della registrazione di più azioni e trasmessa attraverso grandi altoparlanti fatti di lastre di cartone, è declinato dall’artista in un raffinato riferimento alla carta e alla sua matericità evocativa e che trova nuova celebrazione e enfasi riproposto all’interno dell’atelier di restauro dove la carta è abitualmente “curata”. Info: https://artcity.bologna.it www.laboratoriodegliangeli.it

Casa Morandi - via Fondazza 36

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“L’ ’Epoca’ di Mario De Biasi. Morandi attraverso l'obiettivo”, fino al 19 febbraio 2023

A Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi.
“L’ ’Epoca’ di Mario De Biasi. Morandi attraverso l'obiettivo” presenta una straordinaria serie di ritratti fotografici non posati dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter di “Epoca”. L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno - rimane visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese.

È l’aprile del 1959 quando Mario De Biasi, inviato da Enzo Biagi, giovane direttore della rivista

“Epoca”, si reca in via Fondazza 36 per realizzare un reportage su Giorgio Morandi. Noto per il carattere schivo e la ritrosia verso qualunque forma di esposizione della sua persona, l’artista accetta tuttavia di essere fotografato tra le mura di casa, nel salotto in cui si accoglievano gli ospiti, rigorosamente in giacca e cravatta.

Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.

Assistiamo così a situazioni di domestica routine, tra libri da sfogliare come fonte di piacevole erudizione, l’immancabile sigaretta tra le dita e il caffè servito dalla sorella Maria Teresa, che riesce a strappare un raro sorriso al sempre composto e austero Morandi.
Anche De Biasi non ebbe purtroppo, come nessun altro fotografo, la possibilità di ritrarre l’artista al lavoro nello studio, nell’atto sicuramente più identitario, quello del dipingere, né gli fu permesso di includere nei suoi scatti il cavalletto, i pennelli, la tavolozza, i colori e gli oggetti protagonisti della ricerca artistica di Giorgio Morandi. Le fotografie però ci regalano un vivido spaccato di un ambiente della casa di via Fondazza, della disposizione degli arredi, delle suppellettili e dei quadri così come posizionati e vissuti all’epoca.

Accanto alle diciannove fotografie scattate a Bologna in casa di Morandi, il pubblico può vedere in mostra altri cinque ritratti realizzati da De Biasi a Milano, in cui il maestro bolognese è presente grazie alle proprie opere: tre di questi mostrano Lamberto Vitali nel suo appartamento, circondato da ben quattordici dipinti di Morandi, e altri due hanno come soggetto Elio Vittorini, intento a leggere e scrivere nel suo studio, dove s’intravede una “Natura morta” di Morandi, priva di cornice, data 1949.

Info: https://artcity.bologna.it www.mambobologna.org/museomorandi

Sala Convegni di Banca di Bologna - Palazzo De’ Toschi - Piazza Marco Minghetti 4/D

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Bettina Buck. Finding Form”, fino al 19 febbraio 2023

Mostra a cura di Davide Ferri, promossa da Banca di Bologna in collaborazione con Bureau Bettina Buck.
“Finding Form” restituisce il percorso dell’artista tedesca, prematuramente scomparsa nel 2018 a 44 anni, a partire dalla sua ricerca ventennale sulla scultura come tensione verso una forma che è sempre parte di un processo in divenire, temporanea: a questo rinvia in maniera diretta il titolo della mostra.

Il progetto espositivo si articola attorno ad alcuni termini specifici della ricerca di Buck: la gravità, intesa come forza a cui la forma si assoggetta e cede, talvolta fino al suo azzeramento; l’occultamento, allusione a una vita segreta della scultura, a una sua forma immaginata e narrabile più che percepita con i sensi; infine, una certa idea di domestico che identifica la scultura come qualcosa che prende forma nei nostri immediati dintorni alterando, accostando, piegando cose che senza l’intervento dell’artista restano, appunto, cose.

La mostra si precisa anche come una messa a fuoco sulla pratica di Buck, contraddistinta

dall’uso di materiali industriali comunemente impiegati negli spazi privati - gommapiuma, piastrelle, schiuma di lattice, polistirolo, moquette, plastica - e connotata da una gamma di gesti semplici, che con ironia e precisione ne sovvertono il senso. In ciascuno dei lavori in mostra il corpo è centrale. È l’unità di misura della scultura, e ne è anche metafora: la scultura, come il corpo, cerca la propria forma nel tempo. La cambia. Prende spazio. È spazio.

Il baricentro della mostra è “Interlude I”, video che documenta una camminata solitaria nella campagna inglese, in cui l’artista è ripresa mentre trascina una forma di gommapiuma che può diventare molte cose: scultura potenziale, semplice ingombro o fardello, seduta e punto d’osservazione sul paesaggio. Lo stesso parallelepipedo di gommapiuma - scultura, ma anche oggetto di scena - è trasportato nelle sale della Galleria Nazionale di Roma in “Interlude II”. Nelle sale del museo entra in dialogo con un paesaggio culturale, cambiando di volta in volta di senso e trasformando lo stesso corpo della performer, a contatto con le opere, i visitatori, l’architettura del museo, in figura.

Le opere esposte si organizzano attorno a questi due lavori per assonanze e contrappunti, evocando la natura dialogica e performativa del lavoro di Buck. “3 Upright” è una scultura composta da tre elementi autoportanti. Nel corso della mostra le tre strutture cambieranno forma per effetto della gravità, fino a crollare: pur alludendo a un elemento strutturale - metafora di forza e solidità - i tre elementi sono invece gusci estremamente fragili dove la tensione tra due materiali diversi come la ceramica e il lattice è destinata a provocare uno spostamento nell’ordine delle tessere, una forma in continua evoluzione, e infine la caduta. Il punto di crollo è inscritto nella sostanza stessa dell’opera, ed è allora, nel momento dell’annientamento dell’opera, che ci viene svelata la sua natura di superficie. “Medusa Block” ci invita a guardare l’opera da due punti di vista in cui ognuno esclude l’altro: o consideriamo il pilastro di gomma- piuma come scultura, oppure lo identifichiamo come l’involucro che ci impedisce di vedere la scultura in bronzo che esso contiene e che possiamo solo immaginare. La didascalia di “Object (Proving)”, un parallelepipedo in creta cruda, trasportato in automobile dall’artista da Londra a Berlino, dove è stato cotto, riporta le due misure: quella l’originaria e quella ex post. Lo scarto tra le due racconta il processo che lo ha portato davanti ai nostri occhi. In “Pressed Foam” il peso della pietra sulla gommapiuma agisce silenziosamente, e appena percettibilmente, mentre in “Oracle lips” lo stesso principio (il peso di una cosa su di un’altra) serve a dare forma a un’immagine ironica.

Le opere in mostra sono tutte impegnate in un’azione: ci insegnano che il tempo imprime nel corpo della scultura - come nel nostro - una forma che anche se diversa da quella originaria può rivelarsi più profonda, ampia e imprevista.
Info: https://artcity.bologna.it https://contemporary.bancadibologna.it/

Museo Morandi - via Don Minzoni 14

“Giorgio Morandi. Opere dalla collezione Antonio e Matilde Catanese”, fino al 26 febbraio 2023

Il Museo Morandi è lieto di ospitare e rendere fruibile al pubblico un importante nucleo di lavori di Giorgio Morandi provenienti dalla collezione privata di Antonio e Matilde Catanese.
La mostra presenta 27 opere appartenenti a una raccolta nata dalla passione dei coniugi Catanese,

che iniziano ad acquistare fin dagli anni Sessanta i primi Morandi, dando prova del loro gusto raffinato e lungimirante in una città come Milano, che nel Novecento ebbe un ruolo fondamentale nel mondo dell’arte e del collezionismo in particolare.

L’esposizione, curata da Mariella Gnani, prende avvio dal desiderio della famiglia Catanese di rendere disponibile alla pubblica fruizione parte della propria collezione e dalla volontà dei figli di esprimere gratitudine verso i genitori per aver avuto la possibilità di crescere e affinare la propria sensibilità a contatto con capolavori.

La collezione Catanese, rappresenta “un microcosmo esemplare per decifrare e intendere l’attività di Morandi”, come evidenzia Maria Cristina Bandera, storica dell’arte, membro del Consiglio Direttivo e della Commissione Scientifica della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. Ciò soprattutto grazie al numero di opere presenti nella raccolta, realizzate in un arco temporale che copre quasi tutti gli anni dell’attività del maestro bolognese e che affrontano tutti i temi e le tecniche da lui trattati, nonché per l'indubbia rilevanza dei pezzi che ne fanno parte.

Il percorso espositivo al Museo Morandi si apre con un raro “Autoritratto giovanile” del 1914, opera di primaria importanza, che nel 1939 prese parte alla Golden Gate International Exposition di San Francisco, e prosegue con una sfilata di nature morte, fiori e paesaggi, realizzati tra il 1918 e il 1959, attraverso la quale è possibile seguire lo sviluppo della ricerca morandiana.

La presenza di ben dieci lavori, tra oli, acquerelli e incisioni, aventi per soggetto il tema dei fiori tanto caro a Morandi, permette di ripercorrerne le varie tipologie a partire dall’acquerello del 1918 (P.1918/5) esemplare di rara maestria e testimonianza di una capacità tecnica già pienamente acquisita.

Il tema della natura morta si sviluppa parallelamente a quello dei paesaggi tra cui compare il dipinto “La strada bianca” (V.341), motivo realizzato a Grizzana e ripreso in alcune varianti nel 1939 e nel 1941.
È parte integrante della mostra una selezione di acqueforti (la collezione Catanese possiede quasi l’intera produzione), tecnica che Morandi praticò da autodidatta in modo magistrale e che considerò sempre come un linguaggio parallelo alla pittura.

Per la realizzazione dell’esposizione si ringrazia l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo | Scuola di Conservazione e Restauro che ha affiancato la curatrice per il controllo delle opere durante il periodo espositivo e per alcune indagini legate alla caratterizzazione dei materiali, alla documentazione digitale e alla diagnostica non invasiva.

Info: https://artcity.bologna.it www.mambobologna.org/museomorandi

Alchemilla - Palazzo Vizzani - via Santo Stefano 43

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Roberto Fassone + Ai Lai + LZ. And We Thought III”, fino al 26 febbraio 2023

Mostra a cura di Sineglossa, promossa da Alchemilla in collaborazione con MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna.
“And We Thought III” è un progetto che indaga principalmente il concetto di autorialità: può un’intelligenza artificiale generare arte, attraverso visioni potentissime e poetiche, o è l’essere

umano a esserne l’autore, avendo progettato l’intelligenza artificiale? O ancora, si tratta di un processo collettivo, di cui l’artista è soltanto il medium?

Ai Lai è un’intelligenza artificiale nata nella primavera del 2022, ideata da Roberto Fassone e sviluppata da Sineglossa con il sostegno di Compagnia di San Paolo, che possiede l’abilità speciale di pensare e trascrivere resoconti di esperienze psichedeliche. Dopo essere stata istruita attraverso i dati pubblicati sul sito shroomery.org, durante i suoi primi mesi di vita ha prodotto centinaia di brevi report in cui racconta le sue visioni sotto l’effetto di funghi allucinogeni, dove compare di tutto: cervelli frammentati, amici con gli occhi blu, alieni negli armadi fino all’invenzione dell’arcobaleno.

Nell’estate del 2022 Ai Lai racconta per la prima volta dell’esistenza di tre film psichedelici dei Led Zeppelin: non la popolare band britannica degli anni Settanta, ma una loro curiosa emanazione in una realtà parallela in cui Ai Lai è immersa. È a questo punto che Roberto Fassone decide di mettersi all’opera in qualità di “canalizzatore”, per riuscire a portare alla luce delle immagini in movimento che prima esistevano solo in una dimensione completamente astratta. Grazie a un’attenta “operazione di recupero”, realizzata con mash-up su più livelli in grado di generare un’estetica artificiale e psichedelica, in mostra sarà possibile vedere in anteprima mondiale i tre film “The Doors”, “The Road” e “Love Is Magic”, accompagnati da un breve testo curatoriale di Valentina Tanni.

Un archivio di trip report generato da Ai Lai in questi mesi sarà consultabile per l’intera durata della mostra sotto forma di un volume cartaceo, a cura di Roberto Fassone e Giacomo Raffaelli. Il pubblico avrà inoltre la possibilità di interagire con l’intelligenza artificiale attraverso un’interfaccia online.

Info: https://artcity.bologna.it www.alchemilla43.it     Museo Medievale - via Manzoni 4

“Il museo che non si vede. Tesori dai depositi del Museo Civico
Medievale”, fino al 5 marzo 2023

Il Museo Medievale espone diverse raccolte provenienti dai depositi. Una molteplicità di piccoli e grandi capolavori, spesso poco noti o addirittura per la prima volta presentati al pubblico.
La mostra permette ai visitatori e alle visitatrice di scoprire alcune meravigliose maioliche del Rinascimento italiano, la prestigiosa raccolta di ceramiche Manises, il sontuoso Trittico di Limoges e tanti altri manufatti in terracotta, pietra, bronzo o mosaico che spesso giacciono immeritatamente nei depositi per mancanza di spazio espositivo.

Inoltre, è per la prima volta mostrata una piccola ma notevole raccolta di oggetti precolombiani recentemente donati al museo dall'Agenzia Dogane e Monopoli a seguito di un sequestro per violazione dei divieti di importazione di Beni Culturali e un grande dipinto seicentesco dedicato ad uno dei protagonisti della storia felsinea: Ludovico Bentivoglio.

Info: www.museibologna.it/arteantica

Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio - Piazza Maggiore 6

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Slaven Tolj. Craquelure. Pavo and me”, fino al 5 marzo 2023

Le Collezioni Comunali d’Arte sono liete di accogliere la personale di Slaven Tolj “Craquelure. Pavo and me”. La mostra, curata da Daniele Capra, è costituita da una quindicina di opere og- gettuali e documentative e dalla performance Bologna, “February 2023”, realizzata appositamente per il museo bolognese che si svolgerà sabato 4 febbraio alle ore 19 e domenica 5 febbraio alle ore 11. Il progetto è la prima mostra personale di Tolj presso un museo pubblico italiano.

“Craquelure. Pavo and me” – i cui lavori spaziano dalla scultura alla fotografia, dalla performance all’intervento site specific realizzato per la Sala Urbana – ripercorre a volo d’uccello il percorso dell’artista croato evidenziando la sua capacità di porsi come elemento interstiziale rispetto alle dinamiche interiori, interpersonali e politiche. A partire dai suoi esordi alla fine degli anni Ottanta fino a lavori recenti che testimoniano le vicissitudini dovute a un ictus che ha minato le sue capacità linguistiche, la pratica della body art e dell’arte concettuale sono centrali per Tolj, la cui opera è alimentata da un continuo scambio con gli eventi umani e professionali vissuti in prima persona.

La mostra, che ha la forma di una sintetica retrospettiva, è un racconto intimo condotto attraverso le vicende personali e storiche che hanno segnato la vita di Tolj, a partire dalla tragica dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. L’esposizione è dedicata al fotografo Pavo Urban, amico dell’artista morto in guerra a Dubrovnik il 6 dicembre 1991, del quale sono esposte due fotografie che documentano la performance “Rosarium” di Tolj del 1988. L’opera è, nella poetica di Tolj, un elemento di mediazione e relazione tra l’artista, il suo corpo e il contesto in cui si è generata. Attraverso la propria presenza, ad azioni minimali condotte con il proprio corpo, a spostamenti di piccoli oggetti, Tolj mette in luce le fessure e le scorticature che la vita e la storia causano sul tessuto della nostra esistenza, come la craquelure che si produce sulla superficie dei dipinti a olio col passare degli anni. Senza retorica, con un linguaggio scarno e necessario, l’artista interroga l’osservatore e lo investe di un’intensa carica emotiva, rivelando con i suoi lavori l’immane crudezza della realtà.

Info: https://artcity.bologna.it www.museibologna.it/arteantica

KAPPA-NÖUN - via Imelde Lambertini 5 (San Lazzaro di Savena)

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023 “Gerold Miller”, fino all’11 marzo 2023

Mostra a cura di Valerio Dehò, promossa da Marco Ghigi in collaborazione con Artesilva.
Gerold Miller ha iniziato agli esordi nel 1991 a coniugare la domanda fondamentale dell’arte concettuale “cos’è arte?”, con una chiara visione che comunque bisognava fare un passo ancora in avanti e realizzare delle opere che recepissero questo significato, ma che avessero anche una forma e una qualità indiscutibili. Per fare questo è partito considerando per esempio il rapporto tra la cornice, l’opera e l’ambiente, ha fatto diventare ed “entrare” nelle sue opere anche le pareti, i muri su cui venivano collocate. Miller, quindi, ha lavorato sul confine tra il concetto e il quadro-cornice, tra il quadro bidimensionale e la scultura, tra la scultura e l’ambiente.

Un operare estetico rigoroso perché su questa precisione e qualità si sviluppa tutta la poetica dell’artista tedesco.

È anche chiaro che i suoi lavori richiedono uno spettatore attento e consapevole che si avvicini al suo lavoro in modo partecipativo e con uno sguardo analitico. In ogni caso, se le forme sono essenziali e assumono sempre delle forme razionali e ben determinate, sicuramente le sue geometrie fatte di sovrapposizioni, di linee e tagli angolari sono supportate spesso dal colore nel proprio proporsi al pubblico. Certamente privilegiare il colore alla forma è stata una via di uscita e di espansione di una concezione artistica che del rigore ha fatto una sua caratteristica ineliminabile. I suoi quadri-sculture in particolare, realizzati con alluminio, lacca, smalti, sono levigati e luminosi.

Astratto o Concreto? Anche in questo caso le opere di Miller tendono a dare una risposta affermativa in entrambi i casi. Non uno o l’altro, ma tutti e due. Quadro o scultura? Anche qui la risposta è duplice. Però in effetti l’artista vuole esattamente superare queste opposizioni, vuole mettere in evidenza i confini, quelle zone in cui non si afferma uno o l’altro, in cui vi è una linea che separa e unisce nello stesso tempo. Lo stesso concetto di confine va esaminato meglio perché può sempre essere un qualcosa che unisce, che avvicina e non solo che divide. Tutti ricordiamo il film di Wim Wenders “Nel corso del tempo” del 1976, girato su quell’incerto limite tra le due Germanie ancora divise tra Occidente e Paesi comunisti.

I suoi quadro-oggetto hanno delle caratteristiche complesse proprio perché vanno a indagare confini mutevoli e mai prima tracciati. La multidirezionalità che lui riesce a ottenere con strumenti minimali indica sicuramente una conoscenza straordinaria delle tematiche relative allo spazio della rappresentazione. Non solo il contrasto cromatico ma anche le sovrapposizioni delle lacche, che ricordano le velature pittoriche, forniscono un indizio sufficiente oltre al prolungamento delle linee ortogonali e delle bisettrici. Sembrano mettere in scena l’analitica della costruzione prospettica, la sua trasformazione negli elementi che la compongono: sono l’iperbole di una geometria segreta.

Info: https://artcity.bologna.it www.artesilva.com       Museo Davia Bargellini - Strada Maggiore 44

“Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese”, fino al 12 marzo 2023

La mostra, curata da Massimo Medica, Mark Gregory
D’Apuzzo, Ilaria Bianchi e Irene Graziani, si configura come primo evento espositivo organicamente incentrato sulla ritrattistica in cera realizzata in ambito bolognese durante il Settecento, secolo che conobbe il maggiore rilancio dell’arte antica e intrigante della ceroplastica già praticata nelle epoche classiche e medievali. Forma artistica scarsamente indagata dal circuito accademico per via dell’antico pregiudizio verso una materia metamorfica considerata priva di valore estetico e una tecnica in bilico tra arte e artigianato, proprio nel capoluogo emiliano, durante il XVIII secolo, la ritrattistica scultorea in cera ebbe un ruolo di primaria importanza godendo di fortuna e apprezzamento come rappresentazione congeniale ad una triplice funzione: la trattazione delle discipline scientifiche avviata nella rinomata scuola di anatomia umana dell’Università, la raffigurazione del potere e la devozione religiosa.

Promossa dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna in collaborazione con il Museo di Palazzo Poggi afferente al Sistema Museale di Ateneo | Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, l’esposizione intende far conoscere al pubblico e rivalutare in una giusta prospettiva l’indubbia qualità di quanto ancora sopravvive di una produzione che, secondo le fonti documentarie, fu assai ricca e vide impegnati abilissimi scultori.

A partire dal nucleo di opere conservato al Museo Davia Bargellini, il progetto espositivo traccia un ampio e dettagliato panorama dell’officina ceroplastica a Bologna riunendo per la prima vol- ta 18 opere, di cui 16 figure in cera e 2 terrecotte, di notevole fattura presenti in raccolte museali ed edifici di culto cittadini, potendo inoltre godere del prestito straordinario di pezzi appartenenti a collezioni private e dunque raramente visibili.

Accanto al “Ritratto del conte senatore Paolo Patrizio Zambeccari (1670-1756)” di Nicola Toselli esposto unicamente nella “Mostra del Settecento Bolognese” curata da Guido Zucchini nel 1935 a Palazzo d’Accursio, sono 3 i manufatti inediti visibili per la prima volta: la testa di Cristo in cera policroma, attualmente conservata presso il Museo provinciale dei Cappuccini di Bologna e attribuita a ceroplasta emiliano, e i due busti di “San Carlo Borromeo” e “San Filippo Neri” rife- ribili a Luigi Dardani, provenienti dal coretto della chiesa di Santa Maria di Galliera.

Il percorso espositivo si estende nella seconda sede del Museo di Palazzo Poggi dove si trova la “Camera della Notomia” dell’Istituto delle Scienze con la serie di otto statue in cera - di cui due nudi raffiguranti Adamo ed Eva, quattro Spellati e due scheletri - progettate ed eseguite tra il 1742 e il 1751 dal pittore, scultore e architetto Ercole Lelli su commissione del Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, asceso al soglio pontificio nel 1740 con il nome di Benedetto XIV. L’impegno strettamente connesso al mondo della scienza medica del capostipite della scuola bolognese Ercole Lelli venne in seguito assunto dai celebri coniugi Giovanni Manzolini e Anna Morandi, creatori di decine di preparazioni anatomiche in cera, anch’esse conservate nelle collezioni storiche dell’ateneo bolognese, che diedero un fondamentale contributo all’avanzamento delle conoscenze di anatomia e di fisiologia grazie alla rappresentazione di parti del corpo umano di raffinatezza e minuzia tecnica del tutto straordinari per l’epoca e ammirati in tutta Europa.

Info: www.museibologna.it/arteantica – https://sma.unibo.it/it/il-sistema-museale/museo-dipalazzo-poggi

Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2

“I pittori di Pompei”, fino al 19 marzo 2023

Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre,
l’esposizione è resa possibile da un accordo di collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo.

Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana, per contestualizzarne il ruolo e la condizione economica nella società del tempo, oltre a mettere in

luce le tecniche, gli strumenti, i colori e i modelli. L’importantissimo patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato - splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni - restituisce infatti il riflesso dei gusti e i valori di una committenza variegata e ci consente di comprendere meglio i meccanismi sottesi al sistema di produzione delle botteghe. Sono pochissime le informazioni giunte a noi sugli autori di queste straordinarie opere e quasi nessun nome ci è noto. Grazie alle numerose testimonianze pittoriche conservate dopo l’eruzione avvenuta nel 79 d.C. e portate alla luce dalle grandi campagne di scavi borbonici nel Settecento, le cittadine vesuviane costituiscono un osservatorio privilegiato per comprendere meglio l’organizzazione interna e l’operato delle officine pittoriche.

A Bologna, per la prima volta, viene esposto un corpus di straordinari esempi di pittura romana provenienti da quelle domus celebri proprio per la bellezza delle loro decorazioni parietali, dalle quali spesso assumono anche il nome con cui sono conosciute. Capolavori - solo per citarne alcuni – dalle domus del Poeta Tragico, dell’Amore punito, e dalle Ville di Fannio Sinistore a Boscoreale, e dei Papiri a Ercolano.

Info: www.museibologna.it/archeologico www.ipittoridipompei.it

Padiglione de l’Esprit Nouveau - Piazza della Costituzione 11

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Jonas Mekas. Under the Shadow of the Tree”, fino al 26 marzo 2023

Mostra a cura di Francesco Urbano Ragazzi, promossa da MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna, Istituto di Cultura Lituano, Ambasciata di Lituania in Italia in collaborazione con Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia, nell’ambito di “Jonas Mekas 100!”, il programma internazionale di iniziative celebrative per il centenario dalla nascita di Jonas Mekas (Biržai 1922 - New York 2019), figura imprescindibile nella storia del cinema d’avanguardia americano. L’esposizione pone in dialogo l’edificio con un corpus di opere che porta fuori dal grande schermo i diari filmici per cui Jonas Mekas è conosciuto.

Come fosse una cassa armonica, l’intero padiglione bolognese è riempito dai suoni degli audiodiari con cui l’artista ha registrato lo scorrere della vita a New York. Momenti memorabili come le discussioni sul cinema tra Peter Kubelka e Stan Brakhage si succedono a canti e rumori quotidiani. Tutto diventa parte di una chiassosa sinfonia in cui i frammenti di epoche diverse si fondono in un unico e infinito presente.

L’albero che svetta al centro dell’architettura, attraversandone il soffitto, è invece l’elemento attorno a cui ruota una riflessione per immagini sul ruolo della natura nell’opera del cineasta. Sulle ampie finestre che danno luce all’edificio è stampata una serie di scansioni da pellicola che producono l’effetto di una vetrata policroma. Diventando superfici di proiezione, i fiori, le piante e i paesaggi immortalati nella serie fotografica si animano, testimoniando il costante esercizio di attenzione che Mekas si è impegnato a compiere con la cinepresa. È filmando la vegetazione che miracolosamente cresce a New York che il regista, profugo lituano negli Stati Uniti dal 1949, ritrova nella metropoli i boschi del proprio villaggio.

Quello dell’albero, però, è un motivo che non ha un significato solo. Mekas paragonava infatti il cinema stesso a una pianta rigogliosa di cui i filmmaker indipendenti rappresentavano le foglie

più alte. Ecco allora che alcuni documenti tratti dall’archivio dell’artista mettono in pagina questa metafora. Le ramificazioni tracciate dalla mano di Mekas schematizzano la sua personale storia del cinema d’avanguardia, ma descrivono anche gli sforzi compiuti per promuoverla attraverso istituzioni come New American Cinema Group, Film makers’ Cooperative e Anthology Film Archives, di cui l’artista fu fondatore.

A costellare il percorso di mostra ci sono infine disegni, film e video che riflettono la multiforme opera di Mekas nel suo intreccio di poetico e politico. Se il cinema del filmmaker è stato descritto come un atto di resistenza al gigantismo di Hollywood, queste opere ce lo mostrano come un instancabile lavoro di ecologia dei media e delle immagini. Nelle opere di Mekas i momenti più piccoli e insignificanti dell’esistenza vengono glorificati come l’essenza del mondo. Info: https://artcity.bologna.it www.jonasmekas100.com

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023
“Yuri Ancarani. Atlantide 2017 – 2023”, fino al 7 maggio 2023

Il MAMbo trasforma ancora una volta lo spazio della Sala delle Ciminiere per accogliere il nuovo progetto espositivo di Yuri Ancarani (Ravenna, 1972): “Atlantide 2017 – 2023” a cura di Lorenzo Balbi.
Il progetto pensato per il MAMbo da Ancarani, artista visivo e regista, si pone come un’ “esplosione” del film “Atlantide”, presentato in anteprima nella sezione “Orizzonti” della Mostra del Cinema di Venezia nel 2021 e, a seguire, in numerosi festival internazionali: un viaggio all'interno del processo di ricerca e dei numerosi materiali prodotti nell’arco di circa sei anni, prima, durante e dopo la realizzazione del film, sui quali l’artista ha operato una selezione, dando loro una nuova formalizzazione.

In un'atmosfera avvolgente e immersiva il pubblico può seguire una extra-narrazione che va oltre il lungometraggio, grazie a una serie di contenuti inediti prodotti per la mostra.
Il film “Atlantide” - una produzione Dugong Films con Rai Cinema in coproduzione con Luxbox e Unbranded Pictures - ha come protagonista Daniele, un giovane di Sant’Erasmo, un’isola della laguna di Venezia. Vive di espedienti, ed è emarginato anche dal gruppo dei suoi coetanei, i quali condividono un’intensa vita di svago, che si esprime nella religione del barchino: un culto incentrato sulla elaborazione di motori sempre più potenti, che trasformano i piccoli motoscafi lagunari in pericolosi bolidi da competizione. Anche Daniele sogna un barchino da record, che lo porti in testa alla classifica. Ma tutto ciò che fa per realizzare il suo sogno e guadagnarsi il rispetto degli altri finisce per rivoltarglisi contro, tragicamente. Il degrado che intacca le relazioni, l’ambiente e le pratiche di una generazione alla deriva viene osservato attraverso gli occhi del paesaggio senza tempo di Venezia. Il punto di non ritorno è una balorda, residuale storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento, che esplode trascinando la città fantasma in un trip di naufragio psichedelico.

Nel film, sebbene la narrazione ruoti intorno a Daniele e agli altri ragazzi, emerge come grande protagonista l’unicità della città lagunare. Così anche al MAMbo il fulcro è la Venezia-Atlantide ricreata dall’artista. Una città difficilmente definibile, soffocata dallo sfruttamento turistico,

costantemente sotto minacce ambientali che interessano tutto il pianeta ma qui diventano particolarmente pregnanti. Un luogo i cui abitanti, ormai ridotti a meno di 50.000, vivono in bilico tra la necessità di lottare per non essere sommersi dalle acque lagunari e dalle ondate turisti- che inarrestabili e la tentazione di abbandonare la lotta e lasciare la città al suo destino.

Al contempo, in un’ottica più ampia, la Venezia di Ancarani perde la sua connotazione geografica e urbana, diventa un simbolo, una rappresentazione ideale della decadenza del capitalismo, un luogo esemplare per raffigurare un problema globale. Alla fine del percorso ci si rende conto di come questi problemi, queste tematiche, non riguardino solo Venezia o i veneziani, ma ci coinvolgano tutti da vicino.

“Atlantide 2017 – 2023” si realizza con il sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, grazie al main sponsor Gruppo Hera, in partnership con il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e IWONDERFULL, in collaborazione con I Wonder Pictures, Dugong Films e Rai Cinema.
Si ringrazia Emilia-Romagna Film Commission per la collaborazione.

Info: https://artcity.bologna.it www.mambo-bologna.org Nell’ambito di ART CITY Bologna 2023

“Viola! Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani”, fino al 14 maggio 2023

La programmazione della Project Room del MAMbo conferma la propria vocazione alla ricostruzione, al racconto e alla valorizzazione delle esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo con “Viola! Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani”, il nuovo progetto espositivo a cura di Sara De Chiara.

La mostra offre l’occasione di approfondire per la prima volta il rapporto di Pablo Echaurren (Roma, 1951) con il contesto bolognese, attraverso una selezione di opere realizzate tra il 1977 e il 1978, di pagine di Lotta Continua, di collage, fanzine e illustrazioni ispirate agli avvenimenti e alla poetica del Settantasette. Il percorso espositivo include un gruppo di “quadratini”, realizzati nella prima metà degli anni Settanta, la cui produzione è stata abbandonata proprio dopo gli avvenimenti di quell’anno così cruciale per Bologna.

Oltre a questi, esulano dal biennio ’77-78 alcuni assemblage raccolti all’interno di scatole, appartenenti a una produzione recente (2020-22), incentrata sulle scoperte scientifiche legate all’uomo di Neanderthal, ma che tornano anche a riflettere sull’esperienza degli anni Settanta (quasi un passaggio di testimone tra indiani metropolitani e neanderthaliani metropolitani). Tutti i lavori proposti provengono dall’archivio dell’artista a Roma e alcuni sono esposti per la prima volta.

In mostra è inoltre presentata una videointervista realizzata dalla Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la storia dell’arte nell’ambito del progetto Rome Contemporary, diretto dal Prof. Dr. Tristan Weddigen. Lo stesso ha dato vita nel 2021 a una collezione digitale di controcultura, rendendo accessibili online pubblicazioni rare sull'arte e la politica in Italia negli anni Sessanta e Settanta dall’archivio della Fondazione Echaurren Salaris, a cui si è attinto per la stampa dei materiali in mostra.

La mostra si realizza con il sostegno del Trust per l'Arte Contemporanea e in collaborazione con Fondazione Echaurren Salaris, Bibliotheca Hertziana - Istituto Max Planck per la storia dell’arte

e Ab Rogers Design.

Fanno parte del Settore Musei Civici Bologna: MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d'Arte, Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Tessuto e della Tappezzeria "Vittorio Zironi", Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, oltreché lo spazio espositivo di Villa delle Rose.

INDIRIZZI E RECAPITI

MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi

via Don Minzoni 14
tel. 051 6496611
aperto martedì e mercoledì ore 14-19; giovedì ore 14-20; venerdì, sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì

Casa Morandi

via Fondazza 36
tel. 051 6496611
aperto sabato ore 14-17; domenica ore 10-13 e 14-17 chiuso: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì

Villa delle Rose

via Saragozza 228/230
tel. 051 436818 - 6496611
aperta in occasione di eventi espositivi

Museo per la Memoria di Ustica

via di Saliceto 3/22
tel. 051 377680
aperto giovedì e venerdì ore 9.30-13.30; sabato e domenica ore 10-18.30 chiuso: lunedì, martedì e mercoledì

Museo Civico Archeologico

via dell’Archiginnasio 2
tel. 051 2757211
aperto lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 9-19; sabato, domenica e festivi ore 10-20 chiuso: martedì



Museo Civico Medievale

via Manzoni 4
tel. 051 2193916 – 2193930
aperto martedì e giovedì ore 10-14; mercoledì e venerdì ore 14-19; sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì

Collezioni Comunali d’Arte

Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6
tel. 051 2193998
aperto martedì e giovedì ore 14-19; mercoledì e venerdì ore 10-19; sabato, domenica e festivi ore 10-18.30
chiuso: lunedì

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini

Strada Maggiore 44
tel. 051 236708
aperto martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15; venerdì ore 14-18; sabato, domenica e festivi ore 10-18.30
chiuso: lunedì

Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”

via di Casaglia 3
tel. 051 2194528 - 2193916 (biglietteria Museo Civico Medievale)
Accesso momentaneamente sospeso per previsione di manutenzioni straordinarie

Museo internazionale e biblioteca della musica

Strada Maggiore 34
tel. 051 2757711
aperto martedì, mercoledì, giovedì ore 11-13.30 / 14.30-18.30; venerdì ore 10-13.30 / 14.30- 19; sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì

Museo del Patrimonio Industriale

via della Beverara 123
tel. 051 6356611
aperto giovedì e venerdì ore 9-13; sabato e domenica ore 10-18.30 chiuso: lunedì, martedì, mercoledì

Museo civico del Risorgimento

Piazza Carducci 5 tel. 051 2196520

aperto martedì e giovedì ore 9-13; venerdì ore 15-19; sabato, domenica e festivi ore 10-18 chiuso: lunedì, mercoledì

Contatti
Settore Musei Civici Bologna - 
www.museibologna.it Instagram: @bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna

e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it

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