venerdì 26 giugno 2009

CARCERE E TEATRO: "esperimento" riuscito tra detenuti e studenti del Dams


Cuore di cane e' la storia di un esperimento. Al cane randagio Pallino vengono trapiantati l'ipofisi e i testicoli di un uomo morto e in seguito a questa operazione chirurgica il cane si trasforma in un uomo - all'anagrafe Poligraf Polografovic Pallini - e riscopre il mondo con la sensibilita' e i bisogni di un essere umano. Due mondi incomparabili che si incontrano dando vita ad un ibrido. Da questo romanzo di Michail Bulgakov e' tratto "Poligraf" (molte scritture), uno spettacolo teatrale che ha coinvolto una decina di detenuti della sezione Alta Sicurezza della Casa Circondariale Dozza e una quindicina di studenti del Dams , andato in scena ieri alle 15 alla Dozza, davanti ad un pubblico di circa 70 persone precedentemente autorizzate. Lo spettacolo - promosso dall'Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della liberta'personale e realizzato dall' ass.culturale "La Citta'Invisibile" con il contributo della Fondazione Del Monte - <e' esso stesso un esperimento - spiega il regista Massimiliano Cossati - e' Cuore di Cane, al di la' del fatto che lo racconti>, perche' e' il risultato di due distinti laboratori teatrali da lui condotti, l'uno con i detenuti all'interno della Dozza, l'altro al Dams con gli studenti del suo corso di regia. Due gruppi distinti e due realta' lontane - il carcere e la citta' , i detenuti e gli studenti - uniti simbolicamente da Cuore di cane, che si sono incontrati per la prima volta solo 24 ore prima della messa in scena di ieri pomeriggio. Quasi interamente musicato, danzato e supportato da integrazioni video (il romanzo di Bugalkov si presta particolarmente ad una costruzione aarticolata in diversi linguaggi), il progetto prevede una seconda parte (Poligraf,Educazione e maleducazione) che dovrebbe venire realizzata alla fine del 2009. Con questo nuovo lavoro teatrale all'interno della Dozza (dove gia'operano da alcuni anni Cossati e il Gruppo Elettrogeno ai quali si e' aggiunto lo scorso anno anche Paolo Billi con lo spettacolo "Il cantico degli Yahoo" approdato all'Arena del Sole) dimostriamo che < non vogliamo soccombere all'idea di un carcere come contenuto di corpi - spiega Desi Bruno, Garante dei diritti delle persone private della liberta'personale - e confermiamo la volonta'di continuare a promuovere il teatro all'interno del carcere come un grande strumento di rivalsa ed affermazione della dignita' dell'uomo,nonostante le difficolta' piu'volte denunciate anche recentemente legate a sovraffollamento e mancanza di organico, auspicando si possa arrivare presto ad un laboratorio teatrale permanente>. Katia Grancara

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