venerdì 1 aprile 2016

Eventi LOCOMOTIV CLUB

Ven 1 Aprile
Pere Ubu

in seguito alle disposizioni comunicate dal management dell'artista gli orari precedentemente comunicati in relazione all'apertura porte del locale e all' inizio dell'esibizione dei Pere Ubu sono stati modificati; di seguito i nuovi:

> apertura porte 20:30
> inizio live ore 22:00

Dom 3 Aprile
Fuzz Orchestra, Camera 66 e Maurizio Abate Freakout Club

> apertura porte ore 21:00
> inizio live ore 22:30
> ingresso up to you

Finalmente arrivano al Freakout i Fuzz Orchestra e ci presenteranno il loro nuovissimo "Uccideteli Tutti! Dio Riconoscerà i Suoi"!
In apertura, da Bologna, le atmosfere dei Camera66 e Maurizio Abate // Acoustic fingerpsyching (QBico, Troglosound, Boring Machines) - Milano

Mar 5 Aprile
Black Mountain + The BackHomes live

> apertura porte ore 21:00
> inizio live ore 22:30
> ingresso € 18,00 + prev. / € 20,00 in cassa la sera del concerto
> tessera AICS obbligatoria (8€)

I Black Mountain nascono dalle ceneri dei Jerk With A Bond, di cui facevano parte il leader Stephen McBean e Joshua Wells. Ben presto il gruppo si trasforma in un vero e proprio collettivo chiamato Black Mountain Army, che promuove anche side-project paralleli dei componenti del gruppo (ad esempio, i Pink Mountaintops dello stesso McBean). Il primo album della band è il self-titled “Black Mountain” (Jagjaguwar, 2005), che sorprende la critica grazie all’abile miscela di hard rock e psichedelia. Nel secondo lavoro “In The Future” (Jagjaguwar, 2008) la band aggiunge al proprio sound elementi di rock progressivo e folk; la scelta viene premiata, e l’album ottiene una nomination come Best alternative album ai Juno Awards 2009. Il terzo lavoro “Wilderness Heart” (Jagjaguwar, 2010) si spinge verso una maggiore rivalutazione del sound folk americano, sempre affiancato al loro classico suono psichedelico di matrice hard.

I Black Mountain sono Stephen McBean (voce e chitarra), Amber Webber (voce), Jeremy Schmidt (tastiere), Jonny Olsin (basso, tastiere) e Joshua Wells (batteria).

www.blackmountainarmy.com

in apertura si esibiranno THE BACKHOMES
www.thebackhomes.com

Mer 6 Aprile
Jojo Mayer / Nerve live

> apertura porte ore 21:00
> inizio live ore 22:00
> ingresso 20€
> PREVENDITE -> nervebologna (AT) hotmail. com
> tessera AICS obbligatoria (8€)

I Nerve si sono evoluti partendo dal leggendario evento newyorkese Prohibited Beats organizzato da Jojo Mayer negli anni '90. Quella che era inizialmente una piattaforma sperimentale in cui convogliavano DJ's, visual artists, musicisti ed il pubblico stesso nel tempo è naturalmente evoluta in un vero e proprio gruppo che ha trasformato la musica elettronica da un format basato sulle programmazioni in una perferomance improvvista dal vivo. In questa nuova veste la band ha assimilato un ampio spettro di stili elettronici, dal Jungle, Dub Step, o Glitch alla Minimal e Tech House e tutti qui generi che ancora non hanno trovato una definizione. Col passare del tempo i NERVE hanno familiarizzato con il pubbilco, portando i ritmi, l'improvvisazione e l'evoluzione stilistica del jazz nell'era digitale. Sempre mantenendo l'essenza del Rock'n Roll fatta di puro divertimento e mostrando il dito medio a chi tutto questo non va a genio.

Attuale Line-up:
Jojo Mayer: Batteria
John Davis: Basso
Jacob Bergson: Tastiere
Aaron Nevezie: Suoni e manipolazione audio

Gio 7 Aprile
Claudio Simonetti's Goblin live

> apertura porte ore 21:00
> inizio live ore 22:30
> ingresso 15€
> PREVENDITE -> goblinbologna (AT) hotmail. com
> tessera AICS obbligatoria (8€)

Dopo una lunga e fortunata carriera, Claudio Simonetti torna calcare i palchi con la sua band, riproponendo i maggiori successi dalle colonne sonore scritte per i maestri dell’horror come Dario Argento e George Romero e dalle pietre miliari del rock progressivo come Roller e Il Fantastico Viaggio del Bagarozzo Mark.

Con le loro atmosfere da tregenda, tra giri di organo sinistri, ritmi snervanti e crescendo progressivi, i Goblin sono divenuti gli oscuri strumenti delle visioni orrorifiche di Dario Argento. Inventando un nuovo modo di musicare il cinema del brivido che li ha portati alla ribalta anche all'estero.
E' una storia intimamente legata agli anni Settanta, quella dei Goblin. A quel decennio di creatività euforica e straripante che cambiò i connotati all'Italia appena uscita dall'eldorado del boom e dei "magnifici 60". Una stagione di inesauribili fermenti musicali (prog, cantautorato, ma poi anche elettronica, punk, wave) e di felici contaminazioni con altre arti, visuali in primis. Il grande schermo diviene la frontiera naturale di una straordinaria generazione di compositori: Ennio Morricone, Pino Donaggio, Riz Ortolani, Armando Trovajoli, Franco Micalizzi & C. contribuiscono in modo decisivo alla riscossa del cinema di genere, nato nella seconda metà degli anni 50 e già passato attraverso le sapienti mani di registi come Mario Bava e Sergio Leone. Ma nel decennio 70 il fenomeno crescerà a dismisura e troverà nel connubio Dario Argento-Goblin uno dei suoi vertici assoluti.
Il nuovo cinema giallo-horror del regista romano si sposa a sonorità del tutto inedite per quel tipo di pellicole. Progressive, elettronica, jazz, funk, psichedelia, heavy-metal sono i nuovi brividi sonori di un filone unico e rivoluzionario, che sarà compreso appieno (forse) solo due decenni dopo. Con gli osanna di Quentin Tarantino e di una nuova generazione di "cannibali" pulp. E con il definitivo pensionamento di una intera scuola critica e dei suoi bigotti pregiudizi.

I Goblin sono dunque il braccio musicale di Argento, l'arma segreta in grado di accompagnare la sua "cinepresa-boia" e innescare il terrore anche laddove le immagini non riescono ad arrivare (si pensi solo all'agghiacciante grido del vocoder di "Tenebre"). Eppure, sarebbe limitativo relegarli solo a questo. Il loro lungo e travagliato percorso, infatti, si è arricchito di diverse altre collaborazioni cinematografiche (quella con Romero, forse, la più prestigiosa) nonché di singolari esperimenti in proprio (Roller, il più significativo). Ne sono scaturiti capolavori, conferme e passaggi a vuoto, ma certo non si è mai potuto imputare alla band romana la mancanza di coraggio e di coerenza rispetto alla propria ragione sociale.


Ufficio Stampa LOCOMOTIV CLUB
Giovanni Gandolfi 
giovanni@locomotivclub.it

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