Ogni settimana, con Percorsi nel tempo e nello spazio nei musei di Bologna i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, veri e propri viaggi tematici nelle collezioni, spaziando dalle letture più immediate dei capolavori esposti alla creazione di associazioni inedite tra oggetti appartenenti ai patrimoni delle diverse aree museali fino ad approfondimenti specifici e maggiormente specialistici.
La proposta di contenuti culturali che le ricchissime collezioni dell'Istituzione Bologna Musei offrono continua inoltre a proiettarsi nell'ambiente digitale come in una piazza nella quale incontrarsi, scambiarsi informazioni ed esperienze per vivere, giocare, imparare a conoscere.
IN EVIDENZA
lunedì 27 giugno
ore 11–14 e 19–24: Museo per la Memoria di Ustica - via di Saliceto 3/22
Nell’ambito della rassegna “Attorno al Museo” e di Bologna Estate.
“Apertura straordinaria del Museo per la Memoria di Ustica”
In occasione del quarantaduesimo anniversario della strage di Ustica, il Museo per la Memoria di Ustica è visitabile dalle ore 11 alle ore 14 e dalle ore 19 alle ore 24.
La rassegna “Attorno al Museo”, curata dall’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, si apre con due installazioni artistico-performative.
La prima, “Zulu Time. Concerto Fantasma”, visibile nel Parco della Zucca antistante il museo alle 21.30, è ideata dall’artista Alessandro Di Pietro, curata da Lorenzo Balbi e realizzata in collaborazione con il MAMbo. L’installazione sarà presentata da Daria Bonfietti, presidente Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica; Lorenzo Balbi, direttore MAMbo; Alessandro Di Pietro, artista.
L’opera è un ambiente installativo e performativo concepito per il Museo per la Memoria di Ustica: tre grandi schermi di tessuto catarifrangente all’esterno dell’edificio fanno da palco per un concerto senza musicisti. La composizione musicale, curata da Matteo Nobile, richiama il relitto custodito nel museo, mentre un pubblico di teste mobili luminose ricorda i fari che, la notte della strage, illuminavano la superficie del mare in cerca dei corpi dei passeggeri.
La seconda installazione, intitolata “Missing”, è visibile dalle ore 19 del 27 giugno al Centro Sociale “Antonio Montanari” ed è curata da Bruno Cappagli, direttore artistico e regista de La Baracca - Teatro Testoni Ragazzi. Il progetto è un’opera d’arte agita dedicata a Christian Boltanski, scomparso il 14 luglio 2021, e coinvolge quindici studenti e studentesse del Liceo Scientifco "Niccolo' Copernico" di Bologna.
Ingresso al museo: gratuito PER I BAMBINI Estate al Museo 2022. I campi estivi dell'Istituzione Bologna Musei “Specie di spazi” Anche per l’estate 2022 i campi estivi dell'Istituzione Bologna Musei accolgono le bambine e i bambini dai 6 agli 11 anni nella suggestiva cornice verde di Villa delle Rose. Per il 2022 il tema scelto è “Specie di spazi”: il testo di George Perec sarà l'ispirazione fondamentale per indagare il concetto di "spazio", inteso e interpretato nelle sue molteplici accezioni. Per informazioni: GLI ALTRI APPUNTAMENTI venerdì 24 giugno ore 18: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14 “Presentazione del libro ‘Take Me to Live with You. A Social family Album’ di Sonia Lenzi” Nella sala conferenze del museo presentazione del “Take Me to Live with You. A Social family Album” di Sonia Lenzi. Con l’artista interverrà Patrizia Violi, docente di semiotica e fondatrice di TraMe – Centro di Studi Semiotici sulla Memoria dell’Università di Bologna. Introduce Lorenzo Balbi, Direttore del MAMbo. Il lavoro si inserisce nella pratica artistica relazionale di Sonia Lenzi, che ha coinvolto in una narrazione visiva persone facenti parte della memoria collettiva italiana, avendo partecipato al |
movimento partigiano, al femminismo, a movimenti culturali e politici, alla lotta per i diritti civili e delle donne, alla lotta contro il terrorismo e la mafia, ma anche della memoria personale dell’artista. È una riflessione sugli ideali da trasmettere alle generazioni future. Un album di famiglia sociale dove spazi, oggetti, immagini e testi inerenti a queste persone comunicano per loro. Tra le righe la relazione con il padre, incapsulata nella sua malattia finale. Il libro è pubblicato da Kehrer Verlag, con testi in inglese e italiano e un saggio della critica e storica della fotografia Roberta Valtorta. Il lavoro è stato esposto a Blue Sky, Oregon Center for the Photographic Arts, nel dicembre 2021. Info: www.mambo-bologna.org sabato 25 giugno ore 10-13: Museo del Risorgimento - Piazza Carducci 5 “Lo sapevi che...?” ore 10 e ore 16: Cimitero della Certosa - via della Certosa 18 Nell’ambito della rassegna “Certosa di Bologna. Calendario estivo” e di Bologna Estate “anDANTE con brio”Istantanea Teatro propone un appuntamento speciale in Certosa: una divertente lezione animata alla (ri)scoperta di Dante e del mondo che la sua penna ha disegnato. Tra storie della Firenze medievale, canti della Commedia e poesie d'amore, celebreremo il Sommo Poeta ripercorrendone le vicissitudini, e proveremo a farne un ritratto umano attraverso le tracce che lui stesso ci ha lasciato. Con Gloria Gulino e Diego Valentino Venditti. A cura di Istantanea Teatro. |
Info: www.museibologna.it/risorgimento ore 10-18: Museo del Patrimonio Industriale - via della Beverara 123 “Scopri le moto bolognesi degli anni Cinquanta” Domenica 26 giugno ore 10: Cimitero della Certosa - via della Certosa 18 Nell’ambito della rassegna “Certosa di Bologna. Calendario estivo” e di Bologna Estate “anDANTE con brio” A cura di Istantanea Teatro. ore 16: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14 “Sean Scully. A Wound in a Dance with Love” martedì 28 giugno |
Nell’ambito della rassegna “Lavoropiù Overnight – Oltre ilGiardino” e di Bologna Estate “Apertura straordinaria del museo e visita guidata” Apertura straordinaria del Museo del Risorgimento e visita guidata sul tema “Riscoprire l'Ottocento - Gioacchino Murat” con Otello Sangiorgi. Chi non conosce Gioacchino Murat Re di Napoli, e che cosa ha a che fare con Bologna? Un percorso alla riscoperta di un grande personaggio attraverso le sue memorie "bolognesi". Prenotazione consigliata a museorisorgimento@comune.bologna.it oppure allo 051 225583. “Lavoropiù Overnight – Oltre il Giardino” è la rassegna a cura di Laboratorio delle Idee: venti serate tra musica, conversazioni, teatro, street food e risate, che si svolge dal 21 giugno al 16 luglio in Piazza Carducci. Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti Info: www.museibologna.it/risorgimento mercoledì 29 giugno ore 20.30: Cimitero della Certosa - via della Certosa 18 Nell’ambito della rassegna “Certosa di Bologna. Calendario estivo” e di Bologna Estate “Nel buio della notte: visita insolita alla Certosa” Torcia elettrica alla mano, seguiteci alla scoperta della Certosa sconosciuta, quella dei passaggi meno frequentati, dei chiostri più intimi e dei capolavori artistici più nascosti. Un’occasione per sentirsi esploratori privilegiati di questo enorme museo a cielo aperto - ora Patrimonio dell'Umanità UNESCO - guidati dalle testimonianze di chi l’ha visitata per anni o solo per un giorno. Ricordati di portare una torcia o led acceso dello smartphone... ti servirà! Visita guidata a cura di Mirarte. Ritrovo presso l'ingresso principale (cortile chiesa), via della Certosa 18. Prenotazione obbligatoria sul sito www.mirartecoop.it. Ingresso: € 13,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti alla valorizzazione della Certosa) Info: www.museibologna.it/risorgimento giovedì 30 giugno ore 15-17: diretta su www.neuradio.it |
In studio Carlotta Chiodi, Caterina De Feo, Claudio Musso e Moreno Mari. Info: www.mambo-bologna.org ore 18: MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14 “Presentazione del libro ‘Un saggio e due interviste’ diFlaminio Gualdoni e Adriano Altamira” Nella sala conferenze del museo viene presentato il volume “Un saggio e due interviste” di Flaminio Gualdoni e Adriano Altamira, Corraini Edizioni. I due autori dialogano con Lorenzo Balbi, direttore MAMbo. “Un saggio e due interviste” è una monografia sul lavoro artistico di Adriano Altamira, contenente un'analisi critica di Flaminio Gualdoni e due interviste raccolte dal critico milanese con lo stesso artista. Gualdoni rintraccia, già dai primissimi anni '70, la formazione critica che accompagna il percorso dell'artista - all'epoca ventitreenne e laureando in Storia della critica d'Arte presso l'Università Statale di Milano. A quel periodo appartiene anche “Area di Coincidenza”, una delle ricerche più note dell'artista: basata sulla comparazione fra le opere di più artisti contemporanei noti e associati per manifeste somiglianze iconografiche, è da considerare nella complessità delle declinazioni di concetti come copia, omaggio, d'après, somiglianza fortuita e/o memoria inconscia. Il libro prosegue offrendo uno spaccato anche sul periodo successivo, relativo alle ricerche sui sogni (“Ice Dreams” 1980-1992 ca.) e a quelle sul caso (“Visti per Caso”, 1992-primi anni 2000). A conclusione, le due interviste si soffermano e approfondiscono ancora i temi cari all'artista: analogie e differenze tra fotografia e disegno la prima, ricostruzioni di vecchi sogni la seconda. Evento organizzato in collaborazione con Corraini Edizioni. Ingresso: gratuito ore 19: Museo del Risorgimento - Piazza Carducci 5 Nell’ambito della rassegna “Lavoropiù Overnight – Oltre il Giardino” e di Bologna Estate “Apertura straordinaria del museo e visita guidata”Apertura straordinaria del Museo del Risorgimento e visita guidata sul tema “Riscoprire l'Ottocento - Immaginari garibaldini” con Andrea Spicciarelli. Il mito di Garibaldi, dalla sua nascita nella prima metà dell'Ottocento, si è estrinsecato in molteplici forme: come epopea militare, direzione politica, lascito ideale e valoriale che si è protratto ben oltre la vita del Leone di Caprera. Ma il suo mito ha preso anche strade molto peculiari, nell'oggettistica e nell'arte, che hanno fatto del Generale un "oggetto" di culto nel vero senso della parola. La visita sarà pertanto un piccolo viaggio in questa particolare nicchia dell'universo mitologico costruito negli anni attorno alla figura dell'Eroe dei Due Mondi. Prenotazione consigliata a museorisorgimento@comune.bologna.it oppure allo 051 225583. “Lavoropiù Overnight – Oltre il Giardino” è la rassegna a cura di Laboratorio delle Idee: venti serate tra musica, conversazioni, teatro, street food e risate, che si svolge dal 21 giugno al 16 luglio in Piazza Carducci. Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti |
Info: www.museibologna.it/risorgimento MOSTRE IN CORSO Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2 “LUCIO DALLA. Anche se il tempo passa”, fino al 17 luglio 2022Il Museo Archeologico ospita la prima grande mostra dedicata a Lucio Dalla, prima tappa di un importante percorso nazionale che la vedrà realizzata a Roma e, successivamente a Napoli e a Milano. La mostra è il frutto di una lunga ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero percorso umano e artistico di uno dei più amati artisti italiani e internazionali che ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica, dello spettacolo e della cultura. Un percorso attraverso il quale, partendo dall’infanzia, viene evidenziato come il rapporto con la musica di Lucio Dalla è sempre centrale ed è un elemento continuativo che lo seguirà per tutta la vita. Insieme ai documenti, tante foto, filmati, abiti di scena e altri aspetti che ci raccontano la sua vita, l’arte e le sue passioni. Si evidenzia in particolare la sezione “Universo Dalla”, con decine di foto del Maestro insieme a tanti personaggi della cultura, i più importanti cantanti, i tantissimi collaboratori che lo accompagnarono puntualmente nel suo lavoro e, ancora, un’interessante enciclopedia di oltre 250 nomi di persone di ogni genere sociale, con cui ha avuto rapporti di lavoro e amicizia che lo hanno seguito per tutta la vita con gioia e con il massimo della considerazione. Info: www.museibologna.it/archeologico - www.mostraluciodalla.it Collezioni Comunali d’Arte, Palazzo d’Accursio - Piazza Maggiore 6 Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022“La memoria del futuro. Mario Ramous un intellettuale a Bologna, dal dopoguerra agli anni Novanta”, fino al 4 settembre 2022 Poeta, latinista, italianista, critico d’arte e direttore editoriale: sono solo alcune delle forme e attività culturali che hanno contraddistinto la figura intellettuale di Mario Ramous (Milano, 18 maggio 1924 - Bologna, 8 luglio 1999) |
e che per la prima volta sono mostrate al pubblico nella mostra, organizzata dal Centro Studi Mario Ramous con la collaborazione di Scripta Maneant Editore. Il percorso espositivo, curato da Maura Pozzati e Michele Ramous Fabj e allestito in sei sale delle Collezioni Comunali d’Arte, si snoda in una continua scoperta di inediti, interessi poliedrici e instancabile ricerca di “perfezione” di Mario Ramous. La mostra espone alcune opere d’arte di pregio appartenenti alla collezione personale di Mario Ramous, tra cui un disegno di Giorgio Morandi del 1915 dal titolo “Piatti”, segno dell’amore che il poeta e scrittore d’arte aveva per il pittore bolognese, tanto da dedicargli uno dei suoi testi d’arte più bello e intenso, il saggio “I disegni di Giorgio Morandi” (1949); il grande olio “Omaggio a Carpaccio” di Concetto Pozzati (1964); una tecnica mista di Rodolfo Aricò del 1965, “Forma e campionario”, quale testimonianza del loro sodalizio intellettuale e del comune «amore nei confronti della grande tradizione classica che si ribalta poi nel contemporaneo»; un olio su tela di Sergio Romiti del 1949, altra opera simbolo del «rapporto profondo tra due uomini di acuta sensibilità»; un mobile bar con disegno di Pirro Cuniberti a testimoniare la loro amicizia; le lastre di stampa originali delle opere di Giorgio Morandi e Marino Marini, pubblicate rispettivamente in “I disegni di Giorgio Morandi” (1949) e “La memoria, il messaggio” (1951). Manoscritti di poesie e traduzioni, poesie visive, disegni pubblicitari inediti, spartiti musicali, articoli di critica e rari volumi degli anni Sessanta e Settanta documentano i molteplici i linguaggi, le contaminazioni e gli incontri amicali che Ramous intrattenne con grandi nomi del ’900, tra cui Pietro Bonfiglioli, Pirro Cuniberti, Francesco Flora, Marino Marini, Giorgio Morandi, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Gianni Scalia, Emilio Scanavino, Mario Sironi, Adriano Spatola. La mostra è promossa da Centro Studi Mario Ramous in collaborazione con Archivio Concetto Pozzati, Casa Carducci | Biblioteche di Bologna, Musei Civici d’Arte Antica e Scripta Maneant. Media partner la Repubblica. Info: www.museibologna.it/arteantica - www.artcity.bologna.it Museo Medievale - via Manzoni 4 Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022 La mostra, a cura di Carlo Sala, è un progetto fotografico legato all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia. Le opere dell’autore sono esposte lungo i tre piani della collezione permanente del museo, creando così un dialogo formale e ideale che in alcuni passaggi si fa particolarmente eloquente, come con la colossale statua realizzata da Manno di Bandino che ritrae papa Bonifacio VIII, personaggio centrale nei rivolgimenti politici fiorentini che provocarono l’esilio del poeta. La ricerca si snoda attorno a tre luoghi simbolici, che sono interpretati come i varchi che conducono rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso, dei veri e propri punti di contatto tra la narrazione della Commedia e la realtà del territorio italiano. |
Il primo, le bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, era per gli antichi romani l’antro di Caronte, il traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell’Ade, e Virgilio nell’Eneide vi colloca la discesa agli inferi. La Pietra di Bismantova è ritratta dall’artista a simboleggiare il Purgatorio, seguendo un esplicito richiamo del testo nel IV Canto. Il delta del Po è invece la figurazione del Paradiso: un luogo che non presenta un legame filologico con il libro, ma è stato adottato come un pretesto visivo capace di evocare le suggestioni del poema mediante il suo caratteristico paesaggio sospeso e atemporale. Uno degli aspetti preminenti che la ricerca di Valentini vuole far emergere sul rapporto tra testo letterario e paesaggio è come l’influenza del primo verso quest’ultimo sia stata tale da condizionare la percezione dei luoghi. A contribuire a questo processo è stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, a cui il fotografo si è approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg. Ogni opera autoriale fotografata da Valentini è una ‘cellula’ di quel complesso universo visivo in perenne mutazione, che forma l’immaginario dantesco e che appare come una cartina tornasole dell’evoluzione della società e del suo rapporto con aspetti cruciali quali la morale, la religione e il potere. La prima opera riletta visivamente da Valentini nella sua ricerca è il “Dante Istoriato” di Federico Zuccari (1539-1609), che nella seconda metà del Cinquecento realizzò una sorta di libro d’artista, dove le immagini diventano il centro della narrazione. La gamma cromatica adottata dal pittore in ogni cantica ne accentua il pathos visivo, come emerge nelle tavole dell’Inferno realizzate a matita. Nella sequenza iconografica del libro, Valentini colloca i disegni dell’artista urbinate tra le vedute laviche di Lanzarote e i fumi delle solfatare dei Campi Flegrei, creando una analogia visiva tra finzione e realtà. Il secondo contributo è quello di Alberto Martini (1876-1954), artista che ha sempre mantenuto un rapporto molto intenso con la Commedia. L’occasione fu il celebre concorso del 1900 per l’edizione Alinari, snodo cruciale per la figurazione del poema dantesco perché aprì a una pluralità di declinazioni autoriali moderne con il solo vincolo della riproducibilità tecnica (non a caso era promosso dalla ditta della celebre dinastia di fotografi), agendo così da elemento capace di proiettare ulteriormente il testo nella cultura di massa. Valentini ha lavorato alla Pinacoteca Martini di Oderzo, dove è conservato un corpus di 298 opere a tema dantesco realizzate dall’artista, la cui cifra stilistica si colloca tra simbolismo e surrealismo. La terza presenza autoriale è quella dell’artista statunitense Robert Rauschenberg (1925-2008) che sul finire degli anni Cinquanta perfezionò la tecnica del “transfer a solvente” lavorando sulle immagini fotografiche delle riviste del tempo, poi riprese a matita e acquerello. Nella tavola “Malebolge”, “transfer drawing” dedicato all’ottavo cerchio dell’Inferno, gli atleti che campeggiavano sulle pagine di “Sports Illustrated” diventano personaggi della Commedia: Virgilio ha le fattezze di un tennista, mentre i giganti sono tre lottatori sul podio. Illustrando la Commedia, Rauschenberg coglie il pretesto per parlare dell’attualità e, innestando sul poema temi di natura politica e sociale (tra i suoi personaggi figurano anche John Kennedy e Richard Nixon), sottolinea l’universalità del poema dantesco. Tra le varie nature morte realizzate da Valentini spicca anche la fotografia che ritrae la prima edizione de “La Divina Mimesis” di Pasolini, un tentativo incompiuto di riscrittura della Commedia |
uscito postumo nel 1975, che all’interno della mostra è una sorta di omaggio al grande scrittore di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. La mostra è promossa in collaborazione con Musei Civici d’Arte Antica, FMAV Fondazione Modena Arti Visive, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero della Cultura con il supporto di Galleria Antonio Verolino (Modena), Podbielski Contemporary (Milano). Info: www.museibologna.it/arteantica - www.artcity.bologna.it Antica di Bologna”, fino al 25 settembre 2022 La mostra, promossa dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e curata da Mark Gregory D’Apuzzo, Massimo Medica e Mauro Stocco, intende celebrare la donazione della preziosa raccolta di vetri collezionata da Bruno Cappagli e Liana Serretti. L’esposizione consente di ammirare per la prima volta l’intera inedita collezione acquisita nel 2020 dal Comune di Bologna, grazie al gesto di cospicua generosità voluto dalla signora Liana Serretti, toscana di origine e bolognese di adozione, quale segno di ringraziamento e riconoscenza verso la città che ha accolto e ospitato la sua famiglia. Con la destinazione all'Istituzione Bologna Musei, viene assicurato alla fruizione e alla valorizzazione pubblica un nucleo collezionistico composto da 117 vetri - per oltre 150 pezzi tra manufatti singoli, coppie e servizi – databili dal XVI al XIX secolo che incrementa il già cospicuo patrimonio permanente di vetri dei Musei Civici d’Arte Antica, integrandone e implentandone la varietà di manufatti per tipologie e provenienze geografiche. Nelle sedi del Museo Civico Medievale e del Museo Davia Bargellini sono infatti conservate ricche raccolte in cui spiccano alcuni capolavori dell’arte vetraria, tra cui il rarissimo calice blu decorato a smalto e dorature con l’”Adorazione dei Magi”, considerato uno dei vetri più antichi e preziosi del Rinascimento italiano e attribuito alla mano del muranese Angelo Barovier (1405- 1460), celebre inventore del vetro cristallino simile al cristallo di rocca. La collezione Cappagli Serretti si distingue per l'altissimo pregio non solo per il considerevole numero di oggetti e per la loro indubbia qualità artistica, frutto di un preciso e raffinato gusto estetico, ma anche e soprattutto per il fatto che essa consente un'ampia ed esaustiva panora- mica su tutte le principali manifatture europee dal Seicento all’Ottocento, di cui è possibile apprezzare le più interessanti evoluzioni negli indirizzi formali e stilistici. La mostra allarga infatti lo sguardo ben oltre gli orizzonti italiani per conoscere, ad esempio, il mondo vetrario anglosassone e spagnolo del Settecento, documentati rispettivamente dai calici decorati a spirali di lattimo e dai motivi decorativi di matrice islamica dalla brillante tavolozza cromatica, o la colorata produzione boema del periodo Biedermeier, con la vasta produzione di vetri smaltati e incisi. Info: www.museibologna.it/arteantica |
Museo Davia Bargellini - Strada Maggiore 44 Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022 NOS Visual Arts Production presenta “FRESCO”, la prima mostra personale di Davide D’Elia a Bologna, a cura di Elisa Del Prete e in collaborazione con Musei Civici d’Arte Antica. L’intervento è pensato in dialogo con la collezione del museo e i peculiari criteri museografici che ne dettano il percorso espositivo all’interno del palazzo seicentesco dove è situato. La mostra si compone di otto quadri in plexiglas del ciclo “FRESCO” realizzati nel corso di un precedente intervento site specific operato da D’Elia nel 2018 sugli affreschi del Salone delle Feste del Palazzo Atti-Pensi di Todi, che a Bologna vengono allestiti in relazione ai dipinti e alle sculture commissionate dal mecenatismo dei Bargellini, tra le famiglie bolognesi che ricopriro- no importanti cariche nel Senato cittadino. Da tempo l’artista indaga la relazione tra passato e presente, storia dell’arte e arte contemporanea, pittura accademica e “gesto” pittorico, in un percorso che mette al centro un ripensamento su forma e colore in chiave attuale. Per realizzare il ciclo “FRESCO” a Todi, l’artista non è intervenuto direttamente sugli affreschi ma vi ha apposto delle strutture in plexiglas appositamente progettate. Ciò gli consente di stendere campiture di pittura “iris blue” celando talvolta gli elementi organici del paesaggio, talvolta le architetture nell'intento di far emergere la costruzione dei dipinti degli affreschi sottostanti. Una volta rimossi dagli affreschi, gli otto quadri sono diventati pitture astratte - o "assolute", come le definisce l'artista - su cui si è conservata la traccia dell’indagine compositiva creando un discorso tra "pittura assente" e "pittura presente". La mostra a Bologna è completata da due nuovi interventi site specific, “Zero” e “Zero1”, su due dipinti della collezione del museo entrambi dal titolo “Paesaggio con figure” di Vincenzo Martinelli (fine sec. XVIII) esposte nella Sala 1. “Zero” e “Zero1”, nel momento in cui lasceran- no il luogo originario del museo Davia Bargellini per essere esposti altrove, attiveranno a loro volta un processo di traslazione portandosi dietro il contesto primario. ‘Atti’ dello stesso componimento poetico, le opere di “FRESCO” costruiscono nel tempo e nello spazio un dialogo tra luoghi geograficamente distanti tramite un’azione di sovrapposizione in cui la storia e l’identità di ognuno si stratificano sul tassello successivo. Info: www.museibologna.it/arteantica - www.artcity.bologna.it MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14 Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022 La Project Room del MAMbo torna a giocare il suo ruolo di contenitore tematico che accoglie, |
ricostruisce, racconta e valorizza le esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano- romagnolo. La mostra “NO, NEON, NO CRY”, a cura di Gino Gianuizzi, tenta una narrazione della complesa, sfaccettata, “disordinata” storia della galleria neon. Nata nel 1981 senza un programma, senza strategia, senza budget e senza obiettivi predeterminati, neon è stata un laboratorio permanente, una comunità per artisti, critici e curatori e un luogo di formazione per tutte le persone che vi hanno collaborato. Dal suo archivio risultano oltre trecento mostre all’attivo, alle quali si sono aggiunte nel tempo numerosissime attività collaterali, collaborazioni e iniziative esterne. Questa immensa mole di materiali ha posto una sfida al curatore, da sempre anima della galleria: come approcciarsi alla magmatica attività ultra quarantennale di neon per raccontarla attraverso una mostra, senza limitarsi al progetto strettamente documentale o, all’opposto, tentare un impossibile “best of” degli artisti e delle opere che vi hanno trovato accoglienza. La risposta di Gino Gianuizzi è il ricorso alla formula della wunderkammer: lo spazio della Project Room viene abitato da opere in proliferazione, da un accumulo visivo in cui inoltrarsi con circospezione tentando di decifrare i singoli lavori e di ricondurli agli artisti. Una sorta di organismo complesso, una comunità che continua a dialogare, discutere, mettere in dubbio e a rafforzarsi nella contaminazione. Sebbene sia volutamente escluso l’approccio sistematico e ancor di più il percorso cronologico, in mostra sono rintracciabili testimonianze dei diversi momenti che neon ha vissuto nel tempo, dagli inizi della sua attività - nel clima della Bologna post ’77 – ad oggi. Info: www.mambo-bologna.org - www.artcity.bologna.it Nell’ambito di Bologna Estate “Sean Scully. A Wound in a Dance with Love”, fino al 9 ottobre 2022L’esposizione, a cura di Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino, è basata sulla mostra “Sean Scully: Passenger – A Retrospective”, curata da Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest (14 ottobre 2020 – 30 maggio 2021), successivamente ospitata al Benaki Museum di Atene, e arriva a Bologna in una versione rinnovata e pensata per il MAMbo. L’artista è nuovamente protagonista di una personale a Bolo- gna dopo 26 anni: nel 1996 fu proprio la Galleria d’Arte Moderna, da cui discende il MAMbo,a dedicargli una mostra nella sede di Villa delle Rose. Nell’arte di Scully confluiscono in eguale misura tanto un'estesa conoscenza delle opere di maestri antichi e contemporanei quanto una singolare sensibilità nel trarre suggestioni visive ed emozionali da dati di realtà. La mostra bolognese, con 68 lavori esposti (dipinti a olio, acrilici, acquerelli, disegni e una scultura monumentale), intende evidenziare la dialettica costante fra queste due componenti fondamentali del lavoro dell’artista, ripercorrendo una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni. |
Dalle prime sperimentazioni figurative degli anni ’60 e le opere minimaliste degli anni ’70 fino al lavoro attuale, “A Wound in a Dance with Love” documenta i più importanti sviluppi di una pratica sempre coerente con i propri presupposti eppure capace di variare significativamente nel corso del tempo, in relazione a esperienze emotive ed evoluzioni esistenziali come ad affetti e lutti. Info: www.mambobologna.org Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123 “Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile”, fino al 16 ottobre 2022 Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna presenta all’interno del proprio percorso espositivo la mostra “Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile”, realizzata grazie al contributo dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale e della Fondazione Aldini Valeriani. Dai primi anni Duemila il progetto 'Moto bolognesi' costituisce uno dei principali ambiti verso cui si è indirizzata l'attività di ricerca del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, istituzione culturale votata allo studio, alla documentazione e alla divulgazione della storia economico- industriale della città e del suo territorio, attraverso la ricostruzione delle vicende succedutesi dall'affermarsi dell'industria serica nel XV secolo fino all'odierno distretto meccanico della motoristica e dell'automazione protagonista su scala mondiale. A partire dalle collezioni permanenti del museo, dove sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di alcune aziende locali che ebbero un ruolo di primo piano nel settore motoristico, il progetto è nato con l’obiettivo di realizzare una puntuale e completa ricognizione dell'industria motociclistica in area bolognese - terra di motori per eccellenza - dalla nascita negli anni Venti del Novecento fino allo sviluppo raggiunto intorno alla metà del secolo, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale. Il nuovo, settimo, capitolo, che costituisce idealmente anche la conclusione di questo lungo percorso di approfondimento, propone, accanto a una selezione di 32 motociclette realizzate dai più importanti marchi del decennio, filmati provenienti dall’Istituto Luce e immagini d'epoca. Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale Museo Morandi - via Don Minzoni 14 Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022 Il Museo Morandi, dopo le rassegne dedicate ai Fiori e alle Nature morte, propone “Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri” a cura di Lorenza Selleri, dedicata al tema |
dell’Incisione. Partendo dalla domanda ricorrente “Che cos’è un’acquaforte?”, il museo cerca di rispondere attraverso il terzo un focus incentrato su questa tecnica, di cui Morandi è stato maestro. Maestro in senso stretto, dal momento che dal 1930 diventa docente di Tecnica dell'Incisione all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ma anche in senso lato, dati il suo rigore e la sua straordinaria capacità tecnica. L'Istituzione Bologna Musei racconta, attraverso le sue collezioni, l’intera storia dell’area metropolitana bolognese, dai primi insediamenti preistorici fino alle dinamiche artistiche, economiche, scientifiche e produttive della società contemporanea. Archeologia, storia, arte antica, moderna e contemporanea, musica, patrimonio industriale e cultura tecnica sono i grandi temi che è possibile affrontare, anche attraverso percorsi trasversali alle varie sedi. Fanno parte dell'Istituzione Bologna Musei: MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d'Arte, Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Tessuto e della Tappezzeria "Vittorio Zironi", Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, oltreché lo spazio espositivo di Villa delle Rose. INDIRIZZI E RECAPITI |
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi via Don Minzoni 14 Casa Morandi via Fondazza 36 Villa delle Rose via Saragozza 228/230 Museo per la Memoria di Ustica via di Saliceto 3/22 Museo Civico Archeologico via dell’Archiginnasio 2 Museo Civico Medievale via Manzoni 4 Collezioni Comunali d’Arte Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6 tel. 051 2193998 |
aperto martedì e giovedì ore 14-19; mercoledì e venerdì ore 10-19; sabato, domenica e festivi ore 10-18.30 chiuso: lunedì Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini Strada Maggiore 44 Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi” via di Casaglia 3 Museo internazionale e biblioteca della musica Strada Maggiore 34 Museo del Patrimonio Industriale via della Beverara 123 Museo civico del Risorgimento Piazza Carducci 5 Contatti Ufficio stampa Istituzione Bologna Musei |
e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it |
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