giovedì 29 settembre 2022

SETTORE MUSEI CIVICI BOLOGNA

Iniziative, attività e mostre temporanee 30 settembre
– 6 ottobre 2022

Ogni settimana i Musei Civici di Bologna propongono un ricco calendario di appuntamenti, veri e propri viaggi tematici nelle collezioni, spaziando dalle letture più immediate dei capolavori esposti alla creazione di associazioni inedite tra oggetti appartenenti ai patrimoni delle diverse aree museali fino ad approfondimenti specifici e maggiormente specialistici.

Martedì 4 ottobre, in occasione della festività di San Petronio, musei aperti con orario festivo ad eccezione di Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica e Museo del Patrimonio Industriale.

Lunedì 3 ottobre alle ore 13 scadono i termini per iscriversi a “La critica nell’arte: istruzioni per un testo efficace”, un workshop di impianto teorico-laboratoriale basato sui processi di scrittura critica per l’arte contemporanea. L’attività si terrà sabato 8 ottobre, Giornata del Contemporaneo, nella sala conferenze del MAMbo dalle ore 9.30 alle ore 15 ed è realizzata in collaborazione con KABUL - associazione culturale no profit, rivista e casa editrice indipendente.

Per partecipare è richiesto l’invio del proprio CV e una breve lettera motivazionale all’indirizzo kabulprojects@kabulmagazine.com avente come oggetto “WORKSHOP MAMBO”, entro e non oltre le ore 13 di lunedì 3 ottobre.
Info: www.mambo-bologna.org

IN EVIDENZA

sabato 1 ottobre

ore 17.30: Museo della Musica – Strada Maggiore 34

Nell’ambito della rassegna “#novecento i musicisti raccontano
i musicisti”
“Battisti fino all’ultimo respiro”
Per “Good vibrations. Il ‘900 pop raccontato in parole e musica” Federico Baccomo racconta “Battisti fino all’ultimo respiro”. Live Cristina di Pietro, voce; Mattia Guerra, tastiere; Aldo M. Zangheri, viola; Anselmo Pelliccioni, violoncello/contrabbasso.
Quanti sono i Lucio Battisti esistiti? Federico Baccomo, scrittore prolifico e brillante, in controcanto con la insolita rilettura “cameristica” del quartetto di Cristina di Pietro, ci porterà alla scoperta del “suo” Battisti, a partire dallo stretto legame con i suoi parolieri (da Mogol al poeta ermetico Pasquale Panella). Il suo canto libero è inciso nella memoria collettiva e la sua voce 
inconfondibile ha ritmato come solo lui ha saputo fare in Italia, raggiungendo le vette più alte della sua inimitabile arte.

Con “Good vibrations. Il ‘900 pop raccontato in parole e musica” cinque tra i più noti scrittori contemporanei raccontano la mitologia dell’Olimpo della popular music attraverso le proprie interconnessioni e ossessioni con un artista da loro amato, in dialogo con i brani entrati nell’immaginario collettivo e reinterpretati dai musicisti più interessanti della scena rock, folk, pop e punk odierna.

Uno sguardo unico, curioso, antiaccademico - in una parola, pop - su quelle musiche e quei volti che ormai fanno parte a tutti gli effetti del nostro immaginario collettivo.
Biglietti e ingressi disponibili presso il bookshop del museo oppure online su https://ticket.midaticket.it/museodellamusica/Events (con una maggiorazione di € 1,00).

Ingresso: € 6,00 / € 5,00 (studenti universitari con tesserino, minori di 18 anni, possessori Card Cultura)
Info: www.museibologna.it/musica

PER I BAMBINI

sabato 1 ottobre

ore 10 e ore 11.15: Museo della Musica – Strada Maggiore 34

In occasione della rassegna “The Best of”
“Mamamusica III” (I incontro)
Laboratorio in 4 incontri per bambini da 0 a 36 mesi.
Alle ore 10 per bambini da 19 a 26 mesi; alle ore 11.15 per bambini da 27 a 36 mesi.
Un progetto del Museo della Musica a cura di Luca Bernard (voce, contrabbasso) e Linda Tesauro (voce), con la partecipazione di Serena Pecoraro (voce, ukulele), Tommy Ruggiero (voce, percussioni).

Uno spazio musicale speciale, emozionante ed inclusivo per grandi e piccolissimi in cui l'attenzione si concentra esclusivamente sui suoni. Canti e ritmi provenienti da repertori molto diversi, un avvolgente abbraccio di suoni scandito anche da intensi silenzi, in cui adulti e bambini costruiscono una relazione comunicativa unica, per scoprire e riscoprire l'incanto di esprimersi attraverso la musica.

La prenotazione e l’acquisto del biglietto sono obbligatori:
- presso il bookshop del Museo della Musica nei giorni e orari di apertura
- online (con una maggiorazione di € 1,00) su www.midaticket.it.
Si richiede conferma o eventuale disdetta entro il giovedì precedente la data del laboratorio allo 051 2757711 oppure a prenotazionimuseomusica@comune.bologna.it.
I biglietti non sono rimborsabili.
Ingresso: € 5,00 ad incontro a partecipante
Info: www.museibologna.it/musica


GLI ALTRI APPUNTAMENTI

venerdì 30 settembre

ore 16: Museo della Musica - Strada Maggiore 34

Nell’ambito del ciclo “Conversazioni di Athena Musica”

“Come leggiamo la storia? Il canone classico nell'arte intermediale dal Novecento ad oggi” Conferenza di Giacomo Albert.
Il ciclo 2022 delle “Conversazioni di Athena Musica” ospitate con cadenza mensile al Museo della Musica ha come tema il fenomeno degli adattamenti, analizzato da una duplice prospettiva:
- in chiave teorica, nel senso di una riflessione sui processi semiotici di generazione di uno o più metatesti a partire da un prototesto;
- in chiave storica, come ricostruzione e documentazione filologica di effettive pratiche di adattamento situate in specifici segmenti temporali e concernenti peculiari tipologie di testi e media.
Info e prenotazioni: www.athenamusica.org.
Ingresso: gratuito fino ad esaurimento posti
Info: www.museibologna.it/musica

ore 19: Spazio Labo’ - Centro di Fotografia - Strada Maggiore 29

“Jacopo Valentini. Concerning Dante - Autonomous cell”
Presentazione del catalogo della mostra in corso fino al 2 ottobre al Museo Civico Medievale, a cura di Carlo Sala e Jacopo Valentini.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

sabato 1 ottobre

ore 14.30: Cimitero della Certosa - via della Certosa 18

Nell’ambito della rassegna “Certosa di Bologna. Calendario estivo” e di Bologna Estate
“Il teatro a Bologna nell'800”
Una passeggiata insieme alla musicologa Maria Chiara Mazzi ed allo storico dell'arte Roberto Martorelli per riscoprire, grazie ai protagonisti, i tanti teatri (tre solo dei quali sono rimasti attivi fino ad ora ininterrottamente da quell’epoca lontana) dove si faceva musica a Bologna, dall’epoca napoleonica fino alla vigilia della Grande Guerra. È occasione per ricostruire una mappa affascinante di avventure non solo musicali: un racconto che incrocia la storia della città e quella del teatro musicale, le vicende dei cantanti con quelle delle famiglie proprietarie dei luoghi, mescolando persino l’arte con la cronaca nera!
Visita guidata a cura di Museo civico del Risorgimento.
Ritrovo presso l'ingresso principale (cortile chiesa), via della Certosa 18.
Prenotazione obbligatoria a museorisorgimento@comune.bologna.it.

Ingresso: € 4,00 intero / € 3,00 ridotto

ore 19.30: Cimitero della Certosa - via della Certosa 18

Nell’ambito della rassegna “Certosa di Bologna. Calendario estivo” e di Bologna Estate

“Messa di Requiem: un grido silenzioso di tutti i morti; Bossi e Pizzetti e lo sguardo sul canto gregoriano”
Lo spettacolo vedrà l'alternanza di alcuni passaggi della “Messa pro defunctis” di Bossi e la “Messa di Requiem” di Pizzetti con il Coro Euridice di Bologna diretto da Pier Paolo Scattolin. Marco Enrico Bossi e Ildebrando Pizzetti sono rispettivamente amico e allievo di Giovanni Tebaldini, fautore della riscoperta dello studio del canto gregoriano in accademia. La “Messa pro defunctis” (1893-1906) scritta in parte da Bossi con G. Tebaldini (Requiem, Kyrie, Dies irae) - rigorosamente concepita a cappella – realizzava pienamente le aspirazioni del «Movimento Ceciliano» nel riferirsi ai modelli della polifonia rinascimentale (il ritornare all’antico caro a G. Verdi) riletti però con plasticità e inventiva. Scritta nel 1922, la “Messa di Requiem” è la prima delle grandi composizioni corali di Pizzetti. Come ha osservato il Gatti «la sua commozione non s'esprime in grida e vociferazioni ma non si raggela nella retorica formale: è un canto di fede e, per la parte ch'è propria del rito funebre, una serena contemplazione della morte. Non v'è dramma, nel senso corrente, in queste musiche perché non v'è contrapposizione di vita e di morte, ma lirica esaltazione dei motivi cristiani di vita eterna e risurrezione; la città di Dio è immagine ideale della città terrena». La scrittura delle varie parti della Messa di Requiem varia da quattro a dodici voci.
La durata dello spettacolo è di circa 45 minuti.
Concerto a cura di Coro Euridice.
L’evento si inserisce nell’ambito del Festival “2020-2022” in occasione del 140esimo di fondazione della Società Corale Euridice di Bologna.
Ritrovo presso l'ingresso principale (cortile chiesa), via della Certosa 18.
Prenotazione obbligatoria al 329 6150164 (pomeriggio-sera) oppure a info@coroeuridice.it. Ingresso: € 10,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti alla valorizzazione della Certosa)
Info: www.museibologna.it/risorgimento

ore 18: Museo Medievale - via Manzoni 4

“Jacopo Valentini. Concerning Dante - Autonomous cell”
Finissage della mostra con visita dell'artista Jacopo Valentini e del curatore Carlo Sala. Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

lunedì 3 ottobre

ore 9.30-10-30: MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14

“I lunedì al MAMbo con Asd Olitango. Attività di movimento creativo per over 65”
Asd Olitango, in collaborazione con il MAMbo e il Quartiere Porto-Saragozza, propone un’attività innovativa rivolta agli over 65 fragili/a rischio fragilità e ai loro familiari.

Dopo la positiva esperienza del mese di luglio, ogni lunedì dal 26 settembre al 14 novembre 2022, sarà possibile partecipare gratuitamente a un ciclo di incontri dedicati al movimento finalizzato al miglioramento del benessere psico-fisico, all’interno del Museo d’Arte Moderna di Bologna.

Gli operatori di Asd Olitango accompagneranno i partecipanti durante l’attività di movimento utilizzando in maniera integrata la Ginnastica dolce Movimento Espressivo, la DanzaMovimento- Terapia e il metodo Riabilitango®.
Viene proposta un’attività di movimento dolce, creativa, sulla musica, innovativa e piacevole, adatta anche a chi non è abituato a fare movimento. L’attività verrà svolta all’interno del foyer e di alcune sale del museo, a contatto con le opere esposte, dalle quali verrà tratta ispirazione per la realizzazione degli incontri stessi.

Prenotazione obbligatoria inviando un sms o contattando il 347 7988812 (Denise) o, in alternati- va, inviando una email a info@olitango.it specificando nome e cognome.
Per partecipare agli incontri è necessario fare la tessera associativa Olitango comprensiva di copertura assicurativa (€ 18,00).

L’attività si inserisce all’interno del progetto “Movimento Espressivo e Riabilitango® al MAMbo e alla Casa di quartiere Tolmino: un percorso tra BenEssere e cultura per persone anziane fragili e caregiver” finanziato dal quartiere Porto-Saragozza, in collaborazione con MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna.

Ingresso: gratuito
Info: www.mambo-bologna.org

martedì 4 ottobre

ore 20.30: Cimitero della Certosa - via della Certosa 18

Nell’ambito della rassegna “Certosa di Bologna. Calendario estivo” e di Bologna Estate

“La Sonnambula. La Storia di Anna e Pietro”
Anna mente per essere amata. Pietro mente per denaro. Le ombre di una coppia ‘moderna’ e bolognese, di guaritori mesmeristi del 1852 celebri in tutta Europa. “La Sonnambula” è un progetto artistico inedito, creato per la Certosa di Bologna.
Anna la Sonnambula e Pietro D’Amico sono una celebre coppia di guaritori nella Bologna del 1852. Curano i pazienti attraverso la chiaroveggenza seguendo il metodo del mesmerismo. Anna è insicura, una sognatrice. Pietro pensa a ottenere il lustro attraverso il lavoro: all’apparenza libero, in realtà è schiavo dell’avarizia quanto Anna della fragilità. Quando Anna viene attacca- ta pubblicamente dal movimento positivista che l’accusa di praticare l’inganno con i pazienti per aumentare i guadagni, Pietro è lontano da lei, fisicamente e moralmente. Lei cercherà di riconquistare il marito e la reputazione.
Con Francesca Iaccarino e Stefano Paradisi, voci di Anita Giovannini, regia e testo di Giovanna Manfredini.
A cura dell’Associazione Rimachèride.
Ritrovo presso l'ingresso principale (cortile chiesa), via della Certosa 18.
Prenotazione obbligatoria su https://www.eventbrite.com/e/la-sonnambula-la-storia-di-anna-
e-pietro-tickets-330587204227.

È possibile prenotarsi anche via email a schiele.gm@gmail.com.
Ingresso: € 12,00 (per ogni ingresso pagante due euro saranno devoluti alla valorizzazione della Certosa)
Info: www.museibologna.it/risorgimento

mercoledì 5 ottobre

ore 17.30: Museo Medievale - via Manzoni 4

“I popoli scomparsi. Percorso poetico tra le sale del museo”
Presentazione del libro con percorso poetico tra le sale del
museo di Guido Mattia Gallerani e Paolo Cova.
“I popoli scomparsi” (Edizione peQuod, 2020) raccoglie poesie che descrivono, in una successione cronologica, popoli già scomparsi, o sul punto di svanire, dall’Uomo di Neanderthal fino ai giorni nostri. Come le tracce lasciate nelle nostre città, siti archeologici, musei tornano a parlarci di un mondo passato, la poesia fa riemergere dalle rovine del tempo i linguaggi, le scritture, gli stili di vita delle civiltà scomparse (o anche comunità, mestieri).
Così, partendo da fonti e da testimonianze, la poesia diviene una porta d’accesso a un immaginario composto da reperti e da parole che risuona a noi ancora attuale, sotto le sollecitazioni del presente.
Accanto alle letture dell'autore, Paolo Cova narra la storia e lo stile di alcune delle opere che in un certo senso "dialogano" con i componimenti poetici.
Ingresso: gratuito
Info: www.museibologna.it/arteantica

MOSTRE IN CORSO

Museo Medievale - via Manzoni 4

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022
“Jacopo Valentini. Concerning Dante - Autonomous cell”, fino al 2 ottobre 2022

La mostra, a cura di Carlo Sala, è un progetto fotografico legato
all’immaginario dantesco che ripercorre lungo l’Italia i viaggi reali compiuti dal poeta e quelli letterari attraverso il suo capolavoro, la Divina Commedia. Le opere dell’autore sono esposte lungo i tre piani della collezione permanente del museo, creando così un dialogo formale e ideale che in alcuni passaggi si fa particolarmente eloquente, come con la colossale statua realizzata da Manno di Bandino che ritrae papa Bonifacio VIII, personaggio centrale nei rivolgimenti politici fiorentini che provocarono l’esilio del poeta.

La ricerca si snoda attorno a tre luoghi simbolici, che sono interpretati come i varchi che conducono rispettivamente a Inferno, Purgatorio e Paradiso, dei veri e propri punti di contatto tra la narrazione della Commedia e la realtà del territorio italiano.

Il primo, le bocche vulcaniche dei Campi Flegrei, era per gli antichi romani l’antro di Caronte, il traghettatore delle anime dei morti al di là del fiume dell’Ade, e Virgilio nell’Eneide vi colloca la discesa agli inferi. La Pietra di Bismantova è ritratta dall’artista a simboleggiare il Purgatorio, seguendo un esplicito richiamo del testo nel IV Canto. Il delta del Po è invece la figurazione del Paradiso: un luogo che non presenta un legame filologico con il libro, ma è stato adottato come un pretesto visivo capace di evocare le suggestioni del poema mediante il suo caratteristico paesaggio sospeso e atemporale.

Uno degli aspetti preminenti che la ricerca di Valentini vuole far emergere sul rapporto tra testo letterario e paesaggio è come l’influenza del primo verso quest’ultimo sia stata tale da condizionare la percezione dei luoghi. A contribuire a questo processo è stata l’ampia mole di figurazioni del testo che si sono succedute nei secoli, a cui il fotografo si è approcciato ritraendo con la tecnica dello still life alcuni lavori di Federico Zuccari, Alberto Martini e Robert Rauschenberg. Ogni opera autoriale fotografata da Valentini è una ‘cellula’ di quel complesso universo visivo in perenne mutazione, che forma l’immaginario dantesco e che appare come una cartina tornasole dell’evoluzione della società e del suo rapporto con aspetti cruciali quali la morale, la religione e il potere.

La prima opera riletta visivamente da Valentini nella sua ricerca è il “Dante Istoriato” di Federico Zuccari (1539-1609), che nella seconda metà del Cinquecento realizzò una sorta di libro d’artista, dove le immagini diventano il centro della narrazione. La gamma cromatica adottata dal pittore in ogni cantica ne accentua il pathos visivo, come emerge nelle tavole dell’Inferno realizzate a matita. Nella sequenza iconografica del libro, Valentini colloca i disegni dell’artista urbinate tra le vedute laviche di Lanzarote e i fumi delle solfatare dei Campi Flegrei, creando una analogia visiva tra finzione e realtà.

Il secondo contributo è quello di Alberto Martini (1876-1954), artista che ha sempre mantenuto un rapporto molto intenso con la Commedia. L’occasione fu il celebre concorso del 1900 per l’edizione Alinari, snodo cruciale per la figurazione del poema dantesco perché aprì a una pluralità di declinazioni autoriali moderne con il solo vincolo della riproducibilità tecnica (non a caso era promosso dalla ditta della celebre dinastia di fotografi), agendo così da elemento capace di proiettare ulteriormente il testo nella cultura di massa. Valentini ha lavorato alla Pinacoteca Martini di Oderzo, dove è conservato un corpus di 298 opere a tema dantesco realizzate dall’artista, la cui cifra stilistica si colloca tra simbolismo e surrealismo.

La terza presenza autoriale è quella dell’artista statunitense Robert Rauschenberg (1925-2008) che sul finire degli anni Cinquanta perfezionò la tecnica del “transfer a solvente” lavorando sulle immagini fotografiche delle riviste del tempo, poi riprese a matita e acquerello. Nella tavola “Malebolge”, “transfer drawing” dedicato all’ottavo cerchio dell’Inferno, gli atleti che campeggiavano sulle pagine di “Sports Illustrated” diventano personaggi della Commedia: Virgilio ha le fattezze di un tennista, mentre i giganti sono tre lottatori sul podio. Illustrando la Commedia, Rauschenberg coglie il pretesto per parlare dell’attualità e, innestando sul poema temi di natura politica e sociale (tra i suoi personaggi figurano anche John Kennedy e Richard Nixon), sottolinea l’universalità del poema dantesco.

Tra le varie nature morte realizzate da Valentini spicca anche la fotografia che ritrae la prima edizione de “La Divina Mimesis” di Pasolini, un tentativo incompiuto di riscrittura della Commedia uscito postumo nel 1975, che all’interno della mostra è una sorta di omaggio al grande scrittore di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.

La mostra è promossa in collaborazione con Musei Civici d’Arte Antica, FMAV Fondazione Modena Arti Visive, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ministero della Cultura con il supporto di Galleria Antonio Verolino (Modena), Podbielski Contemporary (Milano).

Museo della Musica - Strada Maggiore 34

“Robot+Cyborg”, fino al 2 ottobre 2022

Una mostra a cura di Giulietta Fara e Alessandro Cavazza per
Future Film Festival.
In esposizione i cel originali della collezione di Alessandro Cavazza: da Goldrake a Conan, da Gundam a Cyborg 009, un excursus unico attraverso i disegni e i cel originali dei più importanti studi d’animazione giapponesi.
Per creare un anime, ovvero una animazione giapponese, si segue un procedimento classico per la produzione di animazione a disegni. Il procedimento è lo stesso usato dagli studios Disney o dagli animatori di Carosello in Italia. Una volta scelta la storia del film o della serie, si delinea lo story-board dove vengono riportate le varie scene e inseriti i dialoghi; vengono definiti i layout, dove si impostano la scena e i personaggi. Il character director si occupa dell’ambientazione, delle scenografie e dei fondali. Nel frattempo il character designer definisce le espressioni e l’aspetto dei personaggi. Le animazioni sono realizzate a matita dai disegnatori chiave, i key animators e dai loro assistenti.
Una volta ottenuto il disegno finale, il douga, questo viene stampato sul cel o rodovetro e quindi dipinto a mano dal retro. Un singolo fotogramma può essere composto da più cel sovrapposti. La mostra esplora questo universo di produzione di cels, evidenziando le fasi di creazione dei fotogrammi animati ma anche la minuziosità di disegni e sfondi, personaggi e riferimenti.
Info: www.museibologna.it/musica

“2501. Animated Landscape”, fino al 9 ottobre 2022

Una mostra dell’artista 2501, pseudonimo di Jacopo Ceccarelli,
a cura di Cinzia Ascari, prodotta dall’associazione Crudo.
“Animated Landscape” è un progetto video che unisce Land Art, documentazione filmica e interazione con il tessuto urbano, costituito da cinque azioni realizzate dal 2019 al 2021 in altrettanti territori specifici, scelti per le loro caratteristiche ambientali e antropologiche. L’artista è intervenuto sul paesaggio attraversandolo con interventi astratti ed effimeri – tratti, forme e composizioni geometriche – eseguiti con materiali che appartengono al territorio (la farina di scarto in Puglia) o che lo raccontano (le coperte termiche utilizzate dopo il terremoto de L’Aquila), mentre un drone in posizione zenitale registrava l’azione: data la distanza del punto 
di vista, la presenza umana risulta quasi impercettibile e i segni sembrano animarsi autonomamente all’interno delle geometrie imperfette dei luoghi. Le azioni ambientali sottolineano le caratteristiche fisiche e le geometrie nate dall'incrocio tra le architetture umane e quelle del territorio.

La mostra restituisce i diversi punti di vista dell’azione di “Animated Landscape” attraverso materiali differenti, che s’inseriscono all’interno del percorso museale fino quasi a confondersi con gli elementi della collezione permanente: frame a colori delle visioni zenitali tratte dalle sequenze video dei cinque film, fotografie su pellicola in bianco e nero realizzate dal fotografo milanese Guido Borso, bozzetti e studi che hanno accompagnato lo sviluppo del libro d’artista. L’esposizione è accompagnata dall’edizione limitata “Animated Landscape”, un libro nato dalla collaborazione con Guido Borso e prodotto da SpazioC21di Reggio Emilia dove, in occasione di Fotografia Europea 2022, l’artista ha realizzato la prima mostra sul progetto.

“Animated Landscape” è un capitolo necessario che si inserisce all’interno del progetto “Nomadic Experiments”: un’opera in progress iniziata nel 2013 costituita da un archivio video online che raccoglie il personale archivio artistico di 2501 (nomadicexperiment.com).
Info: www.museibologna.it/musica

MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna - via Don Minzoni 14

Nell’ambito di Bologna Estate
“Sean Scully. A Wound in a Dance with Love”, fino al 9 ottobre 2022

L’esposizione, a cura di Lorenzo Balbi con main partner la Kerlin Gallery di Dublino, è basata sulla mostra “Sean Scully: Passenger – A Retrospective”, curata da Dávid Fehér e organizzata dal Museum of Fine Arts – Hungarian National Gallery di Budapest (14 ottobre 2020 – 30 maggio 2021), successivamente ospitata al Benaki Museum di Atene, e arriva a Bologna in una versione rinnovata e pensata per il MAMbo. L’artista è nuovamente protagonista di una personale a Bolo- gna dopo 26 anni: nel 1996 fu proprio la Galleria d’Arte Moderna, da cui discende il MAMbo,a dedicargli una mostra nella sede di Villa delle Rose.

Nell’arte di Scully confluiscono in eguale misura tanto un'estesa conoscenza delle opere di maestri antichi e contemporanei quanto una singolare sensibilità nel trarre suggestioni visive ed emozionali da dati di realtà. La mostra bolognese, con 68 lavori esposti (dipinti a olio, acrilici, acquerelli, disegni e una scultura monumentale), intende evidenziare la dialettica costante fra queste due componenti fondamentali del lavoro dell’artista, ripercorrendo una vicenda creativa lunga oltre cinquant’anni.

Dalle prime sperimentazioni figurative degli anni ’60 e le opere minimaliste degli anni ’70 fino al lavoro attuale, “A Wound in a Dance with Love” documenta i più importanti sviluppi di una pratica sempre coerente con i propri presupposti eppure capace di variare significativamente nel corso del tempo, in relazione a esperienze emotive ed evoluzioni esistenziali come ad affetti e lutti.


Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022
“NO, NEON, NO CRY”, fino al 23 ottobre 2022

La Project Room del MAMbo torna a giocare il suo ruolo di contenitore tematico che accoglie, ricostruisce, racconta e valorizza le esperienze artistiche del territorio bolognese ed emiliano-romagnolo.
La mostra “NO, NEON, NO CRY”, a cura di Gino Gianuizzi, tenta una narrazione della complessa, sfaccettata, “disordinata” storia della galleria neon.

Nata nel 1981 senza un programma, senza strategia, senza budget e senza obiettivi predeterminati, neon è stata un laboratorio permanente, una comunità per artisti, critici e curatori e un luogo di formazione per tutte le persone che vi hanno collaborato. Dal suo archivio risultano oltre trecento mostre all’attivo, alle quali si sono aggiunte nel tempo numerosissime attività collaterali, collaborazioni e iniziative esterne.

Questa immensa mole di materiali ha posto una sfida al curatore, da sempre anima della galleria: come approcciarsi alla magmatica attività ultra quarantennale di neon per raccontarla attraverso una mostra, senza limitarsi al progetto strettamente documentale o, all’opposto, tentare un impossibile “best of” degli artisti e delle opere che vi hanno trovato accoglienza.

La risposta di Gino Gianuizzi è il ricorso alla formula della wunderkammer: lo spazio della Project Room viene abitato da opere in proliferazione, da un accumulo visivo in cui inoltrarsi con circospezione tentando di decifrare i singoli lavori e di ricondurli agli artisti. Una sorta di organismo complesso, una comunità che continua a dialogare, discutere, mettere in dubbio e a rafforzarsi nella contaminazione.

Sebbene sia volutamente escluso l’approccio sistematico e ancor di più il percorso cronologico, in mostra sono rintracciabili testimonianze dei diversi momenti che neon ha vissuto nel tempo, dagli inizi della sua attività - nel clima della Bologna post ’77 – ad oggi.
2NO, NEON, NO CRY” include lavori di 52 artiste e artisti, a testimoniare la ricchezza di relazio- ni costruite nel tempo da neon.

Info: www.mambo-bologna.org www.artcity.bologna.it

Museo del Patrimonio Industriale – via della Beverara 123

“Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile”, fino al 16 ottobre 2022

Il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna presenta all’interno del proprio percorso espositivo la mostra “Moto bolognesi degli anni 1950-1960. La motocicletta incontra l’automobile”, realizzata grazie al contributo dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale e della Fondazione Aldini Valeriani.

Dai primi anni Duemila il progetto 'Moto bolognesi' costituisce uno dei principali ambiti verso cui si è indirizzata l'attività di ricerca del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, istituzione culturale votata allo studio, alla documentazione e alla divulgazione della storia economico-industriale della città e del suo territorio, attraverso la ricostruzione delle vicende succedutesi dall'affermarsi dell'industria serica nel XV secolo fino all'odierno distretto meccanico della motoristica e dell'automazione protagonista su scala mondiale.

A partire dalle collezioni permanenti del museo, dove sono presenti esemplari di motocicli, motori e componenti di alcune aziende locali che ebbero un ruolo di primo piano nel settore motoristico, il progetto è nato con l’obiettivo di realizzare una puntuale e completa ricognizione dell'industria motociclistica in area bolognese - terra di motori per eccellenza - dalla nascita negli anni Venti del Novecento fino allo sviluppo raggiunto intorno alla metà del secolo, contestualizzandone gli scenari di evoluzione tecnica, produttiva e aziendale.

Il nuovo, settimo, capitolo, che costituisce idealmente anche la conclusione di questo lungo percorso di approfondimento, propone, accanto a una selezione di 32 motociclette realizzate dai più importanti marchi del decennio, filmati provenienti dall’Istituto Luce e immagini d'epoca.

Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale

Museo Morandi - via Don Minzoni 14

Nell’ambito di ART CITY Bologna 2022
“RE-COLLECTING. Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri”, fino al 23 ottobre 2022

Il Museo Morandi, dopo le rassegne dedicate ai Fiori e alle Nature morte, propone “Morandi racconta. Il segno inciso: tratteggi e chiaroscuri” a cura di Lorenza Selleri, dedicata al tema dell’Incisione.
Partendo dalla domanda ricorrente “Che cos’è un’acquaforte?”, il museo cerca di rispondere attraverso il terzo un focus incentrato su questa tecnica, di cui Morandi è stato maestro. Maestro in senso stretto, dal momento che dal 1930 diventa docente di Tecnica dell'Incisione all'Accademia di Belle Arti di Bologna, ma anche in senso lato, dati il suo rigore e la sua straordinaria capacità tecnica.

Il percorso espositivo si apre con una natura morta cubofuturista, tratta dalla prima e unica lastra incisa all’acquaforte nel 1915 (V.inc.3), e si conclude con un esemplare dell’ultima e unica natura morta che Morandi realizzò nel 1961 (V.inc.131).
Sette delle quattordici acqueforti esposte entrarono a far parte del patrimonio del Comune di Bologna nel 1961, quando Morandi le donò, conservando l’anonimato, in occasione del riordino delle raccolte della Galleria d’Arte Moderna allora ubicata presso Villa delle Rose.

Alcuni fogli appartenenti a collezioni private completano l’esposizione. Si tratta di opere concesse in comodato gratuito al museo in tempi più o meno recenti, come ad esempio I Pioppi e la Grande natura morta con la lampada a petrolio del 1930 (V.inc.76 e 75) e la già citata natura morta del 1961, appartenuta a Luciano Pavarotti. A queste si aggiunge la stampa della sola lastra, ad oggi nota, che Morandi incise con la tecnica della ceramolle.

Alcune vetrine permettono al pubblico di avere accesso a documenti che gettano luce sulla dedizione di Morandi verso la tecnica oggetto del focus espositivo e sui suoi lunghi anni di insegnamento. Tra questi spiccano le lettere dell’artista all’amico Mino Maccari e quelle di Carlo Alberto Petrucci, Direttore della Calcografia Nazionale di Roma a Morandi, oppure i registri, le note di qualifica e le relazioni provenienti dall’Archivio Storico Accademia di Belle Arti di Bologna. Info: www.mambo-bologna.org/museomorandi www.artcity.bologna.it

Museo Archeologico – via dell’Archiginnasio 2              “I pittori di Pompei”, fino al 19 marzo 2023

Curata da Mario Grimaldi e prodotta da MondoMostre,
l’esposizione è resa possibile da un accordo di collaborazione culturale e scientifica tra Comune di Bologna | Museo Civico Archeologico e Museo Archeologico Nazionale di Napoli che prevede il prestito eccezionale di oltre 100 opere di epoca romana appartenenti alla collezione del museo partenopeo, in cui è conservata la più grande pinacoteca dell’antichità al mondo.

Il progetto espositivo pone al centro le figure dei pictores, ovvero gli artisti e gli artigiani che realizzarono gli apparati decorativi nelle case di Pompei, Ercolano e dell’area vesuviana, per contestualizzarne il ruolo e la condizione economica nella società del tempo, oltre a mettere in luce le tecniche, gli strumenti, i colori e i modelli. L’importantissimo patrimonio di immagini che questi autori ci hanno lasciato - splendidi affreschi dai colori ancora vivaci, spesso di grandi dimensioni - restituisce infatti il riflesso dei gusti e i valori di una committenza variegata e ci consente di comprendere meglio i meccanismi sottesi al sistema di produzione delle botteghe. Sono pochissime le informazioni giunte a noi sugli autori di queste straordinarie opere e quasi nessun nome ci è noto. Grazie alle numerose testimonianze pittoriche conservate dopo l’eruzione avvenuta nel 79 d.C. e portate alla luce dalle grandi campagne di scavi borbonici nel Settecento, le cittadine vesuviane costituiscono un osservatorio privilegiato per comprendere meglio l’organizzazione interna e l’operato delle officine pittoriche.

A Bologna, per la prima volta, viene esposto un corpus di straordinari esempi di pittura romana provenienti da quelle domus celebri proprio per la bellezza delle loro decorazioni parietali, dalle quali spesso assumono anche il nome con cui sono conosciute. Capolavori - solo per citarne alcuni – dalle domus del Poeta Tragico, dell’Amore punito, e dalle Ville di Fannio Sinistore a Boscoreale, e dei Papiri a Ercolano.

Info: www.museibologna.it/archeologico www.ipittoridipompei.it                                                                                        Fanno parte del Settore Musei Civici Bologna: MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Museo Morandi e Casa Morandi, Museo per la Memoria di Ustica, Museo Civico Archeologico, Museo Civico Medievale, Collezioni Comunali d'Arte, Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini, Museo del Tessuto e della Tappezzeria "Vittorio Zironi", Museo del Patrimonio Industriale, Museo e Biblioteca del Risorgimento, Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, oltreché lo spazio espositivo di Villa delle Rose.


INDIRIZZI E RECAPITI

MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna e Museo Morandi

via Don Minzoni 14
tel. 051 6496611
aperto martedì e mercoledì ore 14-19; giovedì ore 14-20; venerdì, sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì
martedì 4 ottobre (San Petronio): aperto ore 10-19

Casa Morandi

via Fondazza 36
tel. 051 6496611
fino al 23 ottobre 2022:
aperto sabato e domenica: ore 16-20
chiuso: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì martedì 4 ottobre (San Petronio): chiuso

Villa delle Rose

via Saragozza 228/230
tel. 051 436818 - 6496611
aperta in occasione di eventi espositivi

Museo per la Memoria di Ustica

via di Saliceto 3/22
tel. 051 377680
fino al 25 settembre 2022:
aperto giovedì e venerdì ore 9-13; sabato e domenica ore 10-18.30 chiuso: lunedì, martedì e mercoledì
martedì 4 ottobre (San Petronio): chiuso

Museo Civico Archeologico

via dell’Archiginnasio 2
tel. 051 2757211
aperto lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì ore 9-19; sabato, domenica e festivi ore 10-20 chiuso: martedì
martedì 4 ottobre (San Petronio): aperto ore 10-20

Museo Civico Medievale

via Manzoni 4
tel. 051 2193916 – 2193930
aperto martedì e giovedì ore 10-14; mercoledì e venerdì ore 14-19; sabato, domenica e festivi

ore 10-19
chiuso: lunedì
martedì 4 ottobre (San Petronio): aperto ore 10-19

Collezioni Comunali d’Arte

Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore 6
tel. 051 2193998
aperto martedì e giovedì ore 14-19; mercoledì e venerdì ore 10-19; sabato, domenica e festivi ore 10-18.30
chiuso: lunedì
martedì 4 ottobre (San Petronio): aperto ore 10-18.30

Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini

Strada Maggiore 44
tel. 051 236708
aperto martedì, mercoledì, giovedì ore 10-15; venerdì ore 14-18; sabato, domenica e festivi ore 10-18.30
chiuso: lunedì
martedì 4 ottobre (San Petronio): aperto ore 10-18.30

Museo del Tessuto e della Tappezzeria “Vittorio Zironi”

via di Casaglia 3
tel. 051 2194528 - 2193916 (biglietteria Museo Civico Medievale)
Accesso momentaneamente sospeso per previsione di manutenzioni straordinarie

Museo internazionale e biblioteca della musica

Strada Maggiore 34
tel. 051 2757711
aperto martedì, mercoledì, giovedì ore 11-13.30 / 14.30-18.30; venerdì ore 11-13.30 / 14.30- 19; sabato, domenica e festivi ore 10-19
chiuso: lunedì
martedì 4 ottobre (San Petronio): aperto ore 10-19

Museo del Patrimonio Industriale

via della Beverara 123
tel. 051 6356611
aperto giovedì e venerdì ore 9-13; sabato e domenica ore 10-18.30 chiuso: lunedì, martedì, mercoledì
martedì 4 ottobre (San Petronio): chiuso

Museo civico del Risorgimento

Piazza Carducci 5

tel. 051 2196520
aperto martedì e giovedì ore 9-13; venerdì ore 15-19; sabato, domenica e festivi ore 10-18 chiuso: lunedì, mercoledì
martedì 4 ottobre (San Petronio): aperto ore 10-18

Contatti
Settore Musei Civici Bologna 
www.museibologna.it Instagram: @bolognamusei

Ufficio stampa Settore Musei Civici Bologna

e-mail UfficioStampaBolognaMusei@comune.bologna.it

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