mercoledì 26 febbraio 2014
Eventi a PALAZZO PEPOLI
Giovedì 27 febbraio alle 17.30, al Museo della Storia di Bologna Palazzo
Pepoli - Sala della Cultura, in via Castiglione 8, La Fondazione Lucio
Saffaro promuove l’anteprima del documentario “Lucio Saffaro. Le forme del
pensiero” per la regia di Giosuè Boetto Cohen, da un'idea di Gisella
Vismara con la collaborazione del CINECA. Il documentario della durata di
52 minuti è prodotto da RAI Educational-Magazzini Einstein.
Lucio Saffaro (Trieste, 1929 – Bologna, 1998), pittore e matematico, si è
laureato in Fisica all’Università di Bologna. Attratto dai segreti dei
numeri e delle formule geometriche almeno quanto dalla loro
rappresentazione visiva, è stato anche poeta, scrittore e musicologo. Ci ha
lasciato una imponente raccolta di opere letterarie, pensieri e trattati,
editi ed inediti, la cui stesura ha occupato tutto il tempo della sua vita.
La sua figura, dagli anni Sessanta, si è affermata come una delle più
originali e inconsuete della cultura italiana ed ha ricevuto ampi
riconoscimenti in ciascuno dei campi in cui ha operato. Allo stesso tempo,
l’uomo Lucio Saffaro, con il suo stile e la sua modestia, sembra aver fatto
di tutto, nel corso della sua vita, per passare inosservato. Per questo
merita oggi di essere conosciuto più da vicino.
L’anteprima del documentario sarà un’ occasione preziosa per avvicinarsi a
questo artista, tanto affascinante quanto poliedrico. All’interno del
documentario – che andrà in onda nel mese di marzo su RAI STORIA e,
successivamente, sulle reti generaliste RAI – oltre ad inediti filmati di
famiglia, compaiono: Maddalena Arone di Bertolino, Maurizio Calvesi, Flavio
Caroli, Federico Carpi, Claudio Cerritelli, Bruno D’Amore, Michele Emmer,
Piergiorgio Odifreddi, Riccardo Sanchini, Luigi Ferdinando Tagliavini,
Walter Tega e Gisella Vismara. Alcuni inediti estratti dai film di famiglia
completano il ritratto.
IL DOCUMENTARIO
Nell’estate del 2013, è cominciato il lavoro di scrittura e ricerca per il
documentario di RAI Educational, “Lucio Saffaro. Le forme del pensiero”. Il
tutto mosso da uno sforzo divulgativo e animato da uno sguardo che potesse
inquadrare la storia affascinante di Lucio Saffaro non soltanto ad uso dei
conoscitori dell’arte contemporanea, ma anche, e soprattutto, di un
pubblico televisivo più ampio
ed eterogeneo.
Oltre al confronto con i narratori e gli amici – come Maurizio Calvesi,
Flavio Caroli, Federico Carpi, Claudio Cerritelli, Bruno D’Amore, Michele
Emmer, Piergiorgio Odifreddi, Riccardo Sanchini, Luigi Ferdinando
Tagliavini, Walter Tega e Gisella Vismara – la scoperta
di alcuni film di famiglia ha permesso di aggiungere ai numerosi
contributi-interviste presenti nel documentario dei significativi momenti
di introspezione.
L’ARTISTA
Lucio Saffaro, nato a Trieste nel 1929, si laurea in Fisica pura
all’Università di Bologna, città nella quale ha vissuto, dal 1945, e dove è
morto, nel 1998. Dopo una prima fase giovanile, in cui si dedica a tele
informali (poi distrutte dallo stesso artista) ne segue un’altra, alquanto
singolare, che si potrebbe definire “pseudo-metafisica”. Successivamente
prevalgono le ricerche sulla determinazione di nuovi poliedri, che
divengono anche oggetto di numerosi saggi e conferenze, tenute da Lucio
Saffaro in Italia e all’estero. Tali ricerche verranno poi commentate da
studiosi qualificati e più volte appariranno sull’Annuario
dell’Enciclopedia della Scienza e della Tecnica di Mondadori, oltre che in
riviste scientifiche.
Nel 1966 realizza le tavole del “Tractatus Logicus Prospecticus”. Attorno
al 1985, con l’ausilio di potenti calcolatori e di alcuni ingegneri
dell’ENEA di Bologna, Saffaro elabora la rappresentazione di poliedri di
grado elevato e altri complessi studi.
Pubblica una cinquantina di opere letterarie, edite da Lerici, Scheiwiller,
La Nuova Foglio, l’Almanacco dello Specchio
di Mondadori e dalle Edizioni di Paradoxos, da lui stesso ideate.
Nel 1986 pubblica a Parigi “Teoria dell’inseguimento”, con un saggio
introduttivo di Paul Ricoeur.
Espone alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e in molte altre
importanti rassegne in Italia e all’estero.
La prima mostra personale, presentata da Francesco Arcangeli, si tiene nel
1962 alla Galleria dell’Obelisco di Roma.
Ne seguiranno altre quaranta, allestite in qualificate gallerie private e
pubbliche. Tra queste ultime, le antologiche al Museo
di Castelvecchio a Verona (1979), alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna
(1986), al Museo Civico di Bassano del Grappa (1991).
Sue opere figurano in importanti collezioni pubbliche e private.
Tra i premi, si ricordano quelli ricevuti alla Biennale di San Paolo del
Brasile (1969) e alle Biennali di grafica di Rijeka (1970) e Cracovia
(1972).
La bibliografia su Saffaro è amplissima; tra gli altri hanno scritto di
lui: Accame, Anceschi, Arcangeli, Argan, Barilli, Calvesi, Carandente,
Caroli, Cerritelli, D’Amore, Emiliani, Emmer, Marchiori, Menna, Odifreddi,
Quintavalle, Raimondi, Ramat, Ricoeur, Russoli, Tega, Zevi…
Nel 2000, a cura del Dipartimento di Matematica dell’Università di Bologna,
è stata allestita, all’interno della Biblioteca Universitaria,
un’esposizione con opere di Escher e Saffaro.
Del 2004 è la mostra antologica “Saffaro. Le forme del pensiero”, a cura di
G. M. Accame – tenutasi al Museo di Palazzo Poggi dell’Università di
Bologna, dove attualmente tutte le opere dell’artista sono conservate ma
non esposte. Segue nel 2009 l’esposizione presso la Biblioteca
dell’Accademia di Brera, a Milano, e, tra il 2011 e il 2012, a Villa
Franceschi, Galleria d’Arte Moderna
e Contemporanea di Riccione, l’antologica “Lucio Saffaro. I luoghi segreti
dell’essere e del tempo”, curata da Gisella Vismara.
IL REGISTA
Giosuè Boetto Cohen (Milano, 1961) è un giornalista, regista e conduttore
televisivo italiano.
Ha iniziato a collaborare nel 1977 a “il Giornale” di Indro Montanelli,
sotto la guida di Gastone Geron.
È entrato alla RAI nel 1987, come autore e conduttore di “Intorno a noi”.
Da allora ha scritto, realizzato e condotto numerosi programmi culturali
per il servizio pubblico. Tra i più recenti “La storia siamo noi”, “Dixit”
e “Magazzini Einstein”.
La Mediateca per le scuole di “Mosaico” (RAI, 1997) resta uno dei progetti
più interessanti e innovativi a cui ha dato il proprio contributo. Tra gli
altri, si ricordano il programma “L’Italia tra le stelle”, il primo a
riportare l’astronomia e la ricerca spaziale al grande pubblico, la
maratona televisiva sui temi della Shoah, “Una giornata particolare”,
“Cento anni di Fiat”, “Volava l’anno”.
Per musei e mostre internazionali, in collaborazione con il CINECA, ha
realizzato allestimenti digitali, documentari, ricostruzioni
e cartoni animati 3D: “High Tech Pompei” (RAIDUE, 2000), “Big Bang” (2009),
Nel 2011 ha scritto e diretto il documentario per l’inaugurazione del nuovo
Museo dell’Automobile di Torino. Per CINECA ha scritto e diretto il primo
cartone animato 3D pensato per un museo europeo. Il film, dal titolo “Apa
alla scoperta di Bologna”, da gennaio 2012 viene proiettato nel teatro
virtuale del Museo della Storia di Bologna e la produzione ha vinto il
primo premio Unesco al Festival Internazionale del cinema di Montreal 2012,
nella categoria mediometraggi per la cultura.
Dal 2003 al 2006 è stato responsabile comunicazione all’Accademia del
Teatro alla Scala. Dal 2007 al 2009 è stato responsabile
dei progetti di comunicazione dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana).
Per Rizzoli ha scritto la prefazione al volume di Oriana Fallaci “Quel
giorno sulla Luna” e “Intervista con Oriana”.
È opinionista del TG3 e del Corriere della Sera.
LE ANIMAZIONI, a cura del CINECA
Lucio Saffaro stesso, prima di trasformare i poliedri in opere pittoriche,
per meglio percepire le ombre, ne ricreò fisicamente alcuni.
Allo stesso modo, per comprendere meglio la natura delle complesse
geometrie rappresentata da Saffaro, CINECA (Consorzio interuniversitario)
ha ricreato in computer grafica una serie di opere. L’elaborazione
tridimensionale dei poliedri, realizzata mediante il software open Blender,
è stata utilizzata nella sigla e all’interno del documentario.
Si è posta particolare attenzione al contesto globale dell’opera,
riproducendo il più fedelmente possibile il punto di vista,
i colori ed i giochi di luce utilizzati dall’artista nelle opere originali.
I poliedri elaborati tridimensionalmente sono stati animati
ed inquadrati attraverso una camera virtuale per evocare la visione
dell’artista
LA FONDAZIONE LUCIO SAFFARO
La Fondazione, nata per volontà dell’artista nel 1999, un anno dopo la sua
scomparsa, oltre alla conservazione
e catalogazione delle opere artistiche e letterarie, si prefigge una loro
ulteriore valorizzazione culturale, promuovendo mostre, convegni e
pubblicazioni relative ai diversi lavori di Saffaro. Oltre ad iniziative di
carattere monografico, riletture critiche e libri, la Fondazione sta
lavorando alla redazione del Catalogo generale delle 260 opere pittoriche
dell’artista; inoltre, nell’ampio studio di catalogazione degli scritti
letterari e dei disegni lasciati dal pittore, sono stati rinvenuti
moltissimi inediti, che saranno prossimamente oggetto di nuove
pubblicazioni.
Attualmente il Consiglio è composto dal Prof. Avv. Federico Carpi,
Presidente, dal Prof. Fabio Roversi Monaco, in qualità di Presidente
onorario, dal Dott. Mauro Felicori, rappresentante del Sindaco del Comune
di Bologna, dalla Dott.ssa Gisella Vismara,
dal Prof. Claudio Cerritelli, consiglieri. L’Avv. Astrid Merlini è
segretario generale.
Dopo la scomparsa del Prof. Giovanni Maria Accame (2011), Presidente della
Fondazione dal 1999 al 2011,
il Consiglio ha deliberato la sua nomina a Presidente onorario.
FONDAZIONE LUCIO SAFFARO
via S. Stefano, 30 • 40125 Bologna •
www.fondazioneluciosaffaro.it
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