martedì 12 maggio 2015

Eventi a PALAZZO D'ACCURSIO


PROROGATA AL 30 MAGGIO LA MOSTRA "1915/18 LA GUERRA ADDOSSO. MENOMAZIONI
FISICHE E TURBE PSICHICHE NELLE FILE DELL'ESERCITO ITALIANO", IN SALA
D'ERCOLE A PALAZZO D'ACCURSIO
Prorogata  al  30  maggio la mostra “1915/18 La guerra addosso. Menomazioni
fisiche  e  turbe  psichiche  nelle file dell'esercito italiano”
, a cura di
Ludovico Testa, allestita in sala d'Ercole a Palazzo d'Accursio.

Inserita nel programma ufficiale per le commemorazioni del Centenario della
Prima   Guerra   mondiale  curato  dalla  Struttura  di  missione  per  gli
anniversari  di  interesse  nazionale  della  Presidenza  del Consiglio dei
ministri,  la mostra ha come tema l'impatto della Grande Guerra sul corpo e
sulla mente dei militari italiani.
Oltre  a  causare  un  enorme  numero di morti, la Prima guerra mondiale si
distinse  infatti  per  l’altissima percentuale di combattenti sottoposti a
gravi mutilazioni fisiche o fortemente provati dal punto di vista psichico.
Attraverso  un  percorso articolato su immagini fotografiche, documentari e
filmati  dell’epoca, la mostra si pone l’obiettivo di evidenziare le radici
di  tali  traumi, ponendo l’accento sulla gestione dell’emergenza sanitaria
nella  zona di guerra e al di fuori di essa, con particolare riferimento al
ruolo svolto dall'Emilia.
Situata  a ridosso del teatro delle operazioni, l’Emilia Romagna mostrò una
notevole  capacità  organizzativa  nel  ricovero  e nella cura dei militari
provenienti   dal  fronte  dell’Isonzo  e  poi  del  Piave,  che  trovarono
ospitalità  presso le numerose strutture ospedaliere provinciali.  Migliaia
tra   soldati   e   ufficiali  furono  accolti  all’interno  di  padiglioni
appositamente  creati  nei  manicomi  e negli istituti neuropsichiatrici di
molte  città  emiliane,  tra le quali Bologna, Imola, Parma, Reggio Emilia,
Ferrara.  Per  i  mutilati e gli storpi, le cure erano invece affidate agli
istituti di specializzati di Parma, Modena, Piacenza e Bologna.
Tra  tutte  queste  città,  due  in  particolare costituiscono nella mostra
oggetto  di attenzione per la rilevanza del servizio svolto: Reggio Emilia,
con  il  grande  manicomio  San  Lazzaro  (affiancato  nell’ultima fase del
conflitto  dal  Centro  psichiatrico militare di prima raccolta) e Bologna,
dove l’Istituto Ortopedico Rizzoli e la Casa di rieducazione per invalidi e
mutilati   di  guerra  ad  esso  legata  costituirono  luminosi  esempi  di
efficienza e cooperazione.

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