sabato 30 gennaio 2010

F E N D E R






Domenica 31 gennaio alle 17.00 al Museo della musica di Bologna

Stefano Pilia in “Jaguar Solo”



Solo Fender, la rassegna organizzata dall'Ufficio Promozione Giovani Artisti del settore Cultura del Comune di Bologna come contributo alla mostra Love me Fender (Museo della musica di Bologna - 12 dicembre 2009 | 31 gennaio 2010) si chiude domenica 31 gennaio con “JAGUAR SOLO”, performance sonora di Stefano Pilia, chitarrista dei Massimo Volume.


La rassegna Solo Fender, realizzata con il supporto di M. Casale Bauer, si è aperta il 20 dicembre con la performance “Paesaggio sonoro con Fender” di DiCOFONE, ed è proseguita il 17 gennaio con la videoinstallazione “Fender is the night” dei Lemeh42.




Stefano Pilia è nato a Genova nel 1978. Vive e lavora a Bologna dove si è diplomato presso il conservatorio G.B. Martini. Il suo lavoro si è avvicinato sempre più all’indagine della dimensione scultorea e spaziale del suono sia attraverso la pratica esecutiva strumentale sia attorno alla ricerca dei processi di registrazione e produzione sonora. E’ tra i fondatori del gruppo 3/4HadBeenEliminated, sintesi tra improvvisazione,composizione elettroacustica e sensibilità avant rock. Suona dal vivo principalmente in solo, con 3/4HadBeenEliminated e, dal 2008, è parte dei Massimo Volume.

Dal 2009 collabora con David Grubbs e Andrea Belfi nel BGP trio e nel "Sogno del Marinaio" con MIke Watt al basso e Belfi alla batteria

Ha collaborato frequentemente alla realizzazione del suono (sia live che su supporto) per produzioni teatrali, reading, film, installazioni e video arte (Zimmerfrei, NIco Vascellari, Homemovies, Wuming2, Ho Tzu Nyen, Balleto Civile, Emidio Clementi, Alessandro Berti... ). Ha collaborato con artisti e musicisti come Phill Niblock, Mike Watt, Marina Rosenfeld, Andrea Belfi, Valerio Tricoli, Claudio Rocchetti, Giuseppe Ielasi, Renato Rinaldi, Andrew Hooker, Stefano Tedesco, Black Forest Black Sea, Rhys Chatam, Manuel Mota, Margarida Garcia, David Maranha, Riccardo Wanke, David Grubbs, Enrico Malatesta, Ootchio, Saule,Yasuhiro Morinaga.

ha pubblicato lavori discografici con numerose etichette italiane ed estere (Die-Schachtel, Presto?!, Hapna, LastVisibleDog, Sedimental, Soleilmoon, 8mm...)


Info: www.myspace.com/stefanopilia

www.shiftingposition.org



Solo Fender

DiCOFONE, Paesaggio sonoro con Fender, 20 dicembre 2009, performance, 40’

LEMEH42, Fender is the night, 17 gennaio 2010, videoinstallazione, 10’ in loop

STEFANO PILIA, Jaguar Solo, 31 gennaio 2010, performance, 40’


I tre eventi si svolgono tutti di domenica e hanno inizio alle ore 17.00. L’ingresso è gratuito ed è consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili.


Info: Museo internazionale e biblioteca della musica

Bologna, Strada Maggiore 34, tel +39 051.2757711

museomusica@comune.bologna.it

www.museomusicabologna.it/lovemefender.htm

Lemeh42: http://lemeh42.indivia.net/



Solo Fender – Il progetto

L'idea che sta dietro al progetto Solo Fender è molto semplice: se la scena musicale nella seconda metà del secolo scorso è stata scossa dalla rivoluzione del rock, che ha avuto il suo emblema nella chitarra prodotta dalla casa statunitense, dalla fine del XX secolo si è assistito ad un impiego sempre più massiccio delle tecnologie digitali per produrre musica, e queste a loro volta hanno contaminato il fluido universo delle arti visive.

Tutti gli artisti che producono opere in questi anni impiegano o comunque si relazionano con apparecchiature elettroniche: tutti, anche gli artisti che escono dal Concorso Iceberg.

Ne abbiamo chiamati tre: DiCOFONE, Lemeh24 e Stefano Pilia.

Tre artisti distanti anni luce fra loro, con un campo d'azione differente e un approccio totalmente diverso verso la musica e la sua composizione: DiCOFONE è un performer polistrumentista, i Lemeh24 producono video e ne curano personalmente l'audio mentre Stefano Pilia sta avendo grande successo come chitarrista dei Massimo Volume.

Abbiamo chiesto loro di confrontarsi con il mito Fender, senza snaturare la loro poetica, anzi, sarebbe più corretto dire che abbiamo chiesto loro di mettere a confronto la loro poetica con il mito Fender.

Ne è uscito un trittico: tre “quadri” che rimandano al pubblico una visione distorta, in qualche modo innovativa di quello stesso soggetto che da oltre cinquant'anni nell’immaginario collettivo è la chitarra elettrica per eccellenza.




Per info

Valentina Lanza

Settore Cultura - Comune di Bologna

E-mail: valentina.lanza@comune.bologna.it


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