mercoledì 16 settembre 2009

roBOt... al VIA!!!


Parte mercoledì 16 settembre alle ore 21.30 la seconda edizione di roBOt, il festival dedicato alla musica elettronica organizzato dall’Associazione Shape e promosso da Comune di Bologna, Provincia di Bologna, Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna, Fondazione Del Monte e Teatro Comunale di Bologna.

La serata d'apertura è maestosa: il Teatro Comunale di Bologna per la prima volta apre le porte a due leggende della musica elettronica, il detroitiano Carl Craig e il tedesco Moritz Von Oswald, maestri di una techno colta, influenzata da jazz e dub.

Assieme a loro, nel progetto SHAPE, anche il talentuoso pianista Francesco Tristano, il percussionista libanese Bachar Khalifé e il giovane compositore americano Justin Messina. Un progetto “aperto”, un’avventura sonora sospesa tra digitale, classica e sperimentazione, una delle più grandi sfide artistiche degli ultimi anni.

La serata continua al Kindergarten: dalle 23.30 cancelli aperti per nuove incursioni di Carl Craig e per i live set dei Pasta Boys.


MERCOLEDÌ 16 SETTEMBRE


21.30 Teatro Comunale di Bologna (Largo Respighi 1)

SHAPE (Carl Craig, Moritz Von Oswald, Francesco Tristano, Bachar Khalifé, Justin Messina e David Brutti

10 euro platea, 15 euro palco


23.30 Kindergarten (via Calzoni 6) - After show concerto

Pasta Boys + CARL CRAIG

10 euro intero, 5 euro per chi è in possesso del biglietto del Teatro Comunale. Ingresso con tessera ARCI.



CARL CRAIG

Il Miles Davis della techno

E’ ormai leggenda, Carl Craig. Da ragazzino talentuoso – siamo alla fine degli anni ’80 – allievo prediletto dei padri della techno (May, Atkins, Saunderson), a quello che dall’alto di una discografia sterminata l’artista detroitiano è oggi: molto semplicemente, uno dei dj e produttori più carismatici del pianeta. Merito della sua classe superiore, della sua eleganza innata, della sua voglia di prendersi dei rischi. In mano sua, la techno diventa una meraviglia in grado di parlare da pari a pari col jazz modale, con ipnotiche suggestioni etno, con le oscurità emotive sospese tra dark wave e fantascienza…


SHAPE

Leggende all’opera, per superare i confini tra techno, jazz e sperimentazione colta

Carl Craig e Moritz Von Oswald, vere leggende della techno “intelligente” contemporanea, incrociano le armi creative col pianista di estrazione classica Francesco Tristano. Con loro Bachar Khalifé, Justin Messina e David Brutti, talenti sospesi tra world, jazz e sperimentazione colta. Niente confini, illuminato coraggio, creatività pura: visioni sonore di un futuro possibile. Un evento di portata mondiale, un’estensione dei confini della percezione che illuminerà di luce tanto inedita quanto affascinante palchi, gallerie e platee del Teatro Comunale di Bologna.


PASTA BOYS

Lo spirito, il gusto, l’amore e il rispetto per le radici

Uovo, Dino Angioletti e Rame. Ovvero, i Pastaboys. Ovvero, coloro che da ormai quindici anni hanno impreziosito come non mai il panorama house, prima a livello nazionale e dopo poco guadagnandosi rispetto su scala mondiale. Il segreto sta nell’amore per le radici black unito alla voglia di prendersi dei rischi: soul, blues, jazz innervano i loro viaggi attraverso le suggestioni della battuta in quattro, una gioiosa esplorazione che sta sempre attenta alla giusta misura, al gusto perfetto, alla consapevolezza che la house è prima di tutto una felice, felicissima e sensuale categoria dello spirito.


biografie degli artisti



Musicisti, dj, producer:


SHAPE

Carl Craig e Moritz Von Oswald, vere leggende della techno “intelligente” contemporanea, incrociano le armi creative col pianista di estrazione classica Francesco Tristano. Con loro Bachar Khalifé, Justin Messina e David Brutti, talenti sospesi tra world, jazz e sperimentazione colta. Niente confini, illuminato coraggio, creatività pura: visioni sonore di un futuro possibile. Un evento di portata mondiale, un’estensione dei confini della percezione che illuminerà di luce tanto inedita quanto affascinante palchi, gallerie e platee del Teatro Comunale di Bologna.


CARL CRAIG

E’ ormai leggenda, Carl Craig. Da ragazzino talentuoso – siamo alla fine degli anni ’80 – allievo prediletto dei padri della techno (May, Atkins, Saunderson), a quello che dall’alto di una discografia sterminata l’artista detroitiano è oggi: molto semplicemente, uno dei dj e produttori più carismatici del pianeta. Merito della sua classe superiore, della sua eleganza innata, della sua voglia di prendersi dei rischi. In mano sua, la techno diventa una meraviglia in grado di parlare da pari a pari col jazz modale, con ipnotiche suggestioni etno, con le oscurità emotive sospese tra dark wave e fantascienza…


BYETONE

All’anagrafe, Olaf Bender. Al mondo, uno dei più coraggiosi sacerdoti dell’arte digitale fin dalla fine degli anni ‘80. Fondatore assieme a Carsten Nicolai e Frank Bretschneider della leggendaria label Raster-Noton. Grafico, designer, visual artist, ma soprattutto sperimentatore di nuove frontiere sonore. Architetto estremo di algoritmi e software, ha tuttavia una regola assoluta che è umana, molto umana: “Le mie creazioni devono avere un impatto fisico, tutte. Come i visual impressionano la retina, così la musica deve alternativamente crear vertigini o spingere al ballo”.


TIM EXILE

Violinista di estrazione classica e laureato filosofo, certo; ma anche: teppista del breakbeat, violentatore di scale armoniche, visionario di un geniale pop dell’anno 3000 tra mutazioni di stili e degenerazioni lisergiche. Prima la Planet Mu di Mike Paradinas (“Pro Agonist” del 2005, “Tim Exile’s Nuisance Gabbaret Lounge” del 2006) e poi la grande Warp (“Listening Tree”, 2009) lo hanno voluto con sé, e sono dischi di enorme spessore. Ma è ancora di più dal vivo che Tim Exile va affrontato: istrionico e mefistofelico, molto sorridente ed incredibilmente coinvolgente.


DAEDELUS

Generoso nella gioia creativa così come nelle intuizioni geniali. Ultracolorato nelle giacche così come nella (de)costruzione di inarrivabili architetture di ritmi e campionamenti. Protagonista di una California “altra”, dove l’hip hop incontra il gusto gaglioffo della citazione ironica e dell’ironia spiazzante, (come testimoniato anche da una sterminata discografia, in primis su Ninja Tune). Eccezionale artigiano di un futuro possibile, armato di un particolarissimo strumento (il Monome, da lui sviluppato) con cui ogni live set diventa un assurdo incrocio tra gioco di prestigio barocco e session sinestetica iper-moderna.


CHRISTIAN BURKHARDT

Uno degli astri nascenti della label Oslo, marchio di assoluta garanzia nei dancefloor contemporanei. E’ nel 2007 che il nome di Christian Burkhardt ha iniziato a circolare: fin da subito con le migliori referenze, grazie ad una tech-house essenziale che sa mostrare però in filigrana una sinuosa ricchezza di citazioni e riferimenti. In poco tempo i suoi set sempre ispirati e spesso sorprendenti lo hanno catapultato nella classica vita da superstar dj sempre in giro per il globo: la placida calma della natia Heidelberg è ormai lontana…


TOKYO BLACK STAR

Seguite il filo: un dj parigino di nascita, artisticamente cresciuto a Tokyo, dal 2004 stabilmente a New York – questo è Alex From Tokyo. Con lui, il giapponese Isao Kumano. Per loro, l’eccezionale collettivo berlinese Innervisions (quello che riportato la classe e l’eleganza nei dancefloor senza perdere nulla in impatto), che ha voluto a tutti i costi che Tokyo Black Star, sigla che sancisce l’unione creativa di Alex ed Isao, diventasse realtà, con un album (“Black Ships”) e soprattutto con una regola: la libertà è ricchezza. Imperdibile.


GUILLAUME & THE COUTU DUMONTS

“Io non sono un dj!”: mette subito in chiaro le cose, il canadese Guillaume Coutu Dumont. Ma è anche vero che dalla distante Montreal ora si è trasferito nella patria dello spirito-da-dj, ovvero Berlino; che le sue produzioni sono presenza fissa nei dancefloor di tutto il mondo; che la sua profonda conoscenza del funk e della musica latina (è anche un ottimo percussionista) rende la sua musica in quattro quarti tanto varia quanto assolutamente irresistibile come arma da ballo. Attenzione poi: a roBOt arriva con un esclusivo progetto multimediale audio-video ideato assieme al fratello Gabriel.


SETH TROXLER

Si diverte, Seth Troxler: “Le mie principali ispirazioni sono il rumore delle astronavi spaziali e l’attore Robert Downey Jr., quest’ultimo soprattutto quando era nel suo periodo maledetto”. Viaggia, Seth Troxler: dopo un’adolescenza musicalmente fatata a Detroit, a diretto contatto con grandi maestri della techno quali Hawtin ed Acquaviva, ora si è spostato a Berlino. Sogna e spiazza, Seth Troxler: la sua musica è una sfrontata e visionaria combinazione di soluzioni da elettronica ultramoderna e rimandi alle radici più nobili di techno e house.


MIRKO LOKO

Lucien’N’Luciano si è innamorato della grazia del suo tocco e lo ha voluto nel catalogo della sua label, la Cadenza: non male. La risposta di Mirko Loko è stata addirittura consegnargli un intero album, “Seventynine”: perché l’artista svizzero, pur esercitandosi nell’arte della musica-da-dancefloor, è uno di quei preziosi personaggi che inseguono il tocco in più, andando al di là della solita routine (manciata di tracce singole da mettere in circolazione con sopra buone idee per il ballo, e stop). Inevitabile, visto che la sua è una musica profondamente organica, complessa, in grado di giocare sui registri e sulle preziosità.


GUY GERBER

Una leggenda per quanto riguarda la club culture del suo paese, Israele; ma il talento e il gusto di Guy Gerber non potevano non trovare l’approdo, già da anni, ad una enorme fama su scala mondiale. Nulla di strano che il grande Sven Väth abbia voluto a tutti i costi farlo entrare nel roster Cocoon, stemma nobiliare per la dance in grado di unire qualità (musicale) e quantità (di risposta del pubblico). Arrivando da lontano, sia geograficamente che per storia musicale, Gerber sa mettere in campo non tanto facili raccolte di hit del momento quanto inventiva, classe e davvero molta personalità.


TOBI NEUMANN

Un portafortuna, anche; ma, soprattutto, un’artista di gusto sopraffino. Tobi Neumann è stato uno dei trionfatori della prima edizione di roBOt, un anno fa: l’idea di darsi appuntamento per l’anno successivo è nata reciproca, spontanea ed immediata. Anche perché avere un set di Neumann a disposizione significa assaporare il meglio dello spirito dance, tra un’attenta e personalissima selezione di ciò-che-gira-attorno oggi e la consapevolezza che la musica in quattro quarti ha una storia e una nobiltà da rispettare. Come Tobi fa: oggi nella cerchia Cocoon in giro per il mondo, un tempo (oltre un decennio fa) nei sotterranei di Monaco di Baviera.


DOP

Prendi la musica house, rispettala profondamente ma trasformala anche in un happening pervaso sia di follia sia di sfrontato spirito hip hop: sotto l’ala protettrice della Supplement Facts di Guy Gerber i francesi dOP, ovvero il producer Clement Zemtsov, il polistrumentista Damien Vandesande e il vocalist-fantasista Jonathan Illel, hanno spiccato il volo, diventando uno dei live act più divertenti e particolari fra quelli che possono planare oggi nei territori della nuova club culture. Assolutamente da seguire, pronti come sono a riportare fra le mura del Link un ospite prezioso: il gusto del caravanserraglio creativo.


PASTA BOYS

Uovo, Dino Angioletti e Rame. Ovvero, i Pastaboys. Ovvero, coloro che da ormai quindici anni hanno impreziosito come non mai il panorama house, prima a livello nazionale e dopo poco guadagnandosi rispetto su scala mondiale. Il segreto sta nell’amore per le radici black unito alla voglia di prendersi dei rischi: soul, blues, jazz innervano i loro viaggi attraverso le suggestioni della battuta in quattro, una gioiosa esplorazione che sta sempre attenta alla giusta misura, al gusto perfetto, alla consapevolezza che la house è prima di tutto una felice, felicissima e sensuale categoria dello spirito.


FABRIZIO MAURIZI

Per la strade di Bologna magari è ancora Roger, il dj che fin dall’inizio è stato in prima fila nei più interessanti ed estremi eventi techno che abbiano percorso l’ultimo decennio del capoluogo felsineo (e non solo). Ma in generale Fabrizio Maurizi è, molto semplicemente, uno di quei nomi sempre più sulla bocca di tutti, con la m_nus di sua maestà Richie Hawtin pronta a richiedergli tracce e a farlo entrare nel proprio catalogo. Onore enorme. Che non arriva tuttavia a caso, vista la rara maestria di Fabrizio nel trattare il lato più scuro, emotivo e funk della techno minimale.


M16

Sempre alla ricerca del lato più avventuroso del suono, Alessandro Bocci. Dagli inizi dedicati alla ferocia del punk passando ai primi, cruciali dj set nei primissimi anni ’90, quando elettronica e clubbing erano in Italia ancora una nuova frontiera pericolosa e quasi inesplorata. Dalla presenza nei seminali (e geniali) Starfuckers, sacerdoti dell’improvvisazione colta che lotta con destrutturazioni post rock rabbiose, ai viaggi in solitaria con l’alias M16, dove il battito techno diventa un ipnotico riverbero di alterazioni sensoriali.


GAS

Il Kinki è un club che ha fatto la storia del clubbing bolognese (e non solo). Una palestra che spesso non perdona, e che al tempo stesso ti può lanciare nel firmamento, se ti giochi bene le tue carte. Per Gas, all’anagrafe Enrico Gasperini, parlano i fatti: una presenza in continua ascesa nel panorama nazionale, residenze (Link) su residenze (Playhouse, o l’ex Contatto) che si accumulano, prima solo come dj e successivamente piano piano anche come producer che, e non è da tutti, può permettersi di finire con le sue produzioni nella valigia dei dischi hawtiniana.


UNZIP PROJECT

Oltre un decennio fa, due salentini alla scoperta di Bologna. Oggi, figure fondamentali nell’evoluzione della scena elettronica della città felsinea, dopo una lunga residenza allo storico Link (dividendo la console col Gotha mondiale di dj e producer) e dopo svariati set in giro per l’Italia e l’Europa. Un viaggio lungo, che però Marco Ligurgo e Toni Puglisi hanno percorso sempre con naturalezza e stile, forgiando le loro seducenti ricette da dancefloor tra riflessi geometrici berlinesi da un lato e richiami percussivi più mediterranei dall’altro.


ANDEREDO

Al secolo, Andrea Giotti ed Edoardo Mazzilli; alla console, due amanti del lato più funky della minimal techno; in giro per il mondo, due persone innamorate della club culture. Si tratti di Bologna, Berlino o Barcellona (…o anche di città che non iniziano per “B”), due convinti sostenitori di come il clubbing sia tanto uno stato d’animo quanto una piattaforma per un reale avanzamento culturale: l’importante è muoversi con mente aperta, si tratti di organizzare eventi, serate di grande successo (Playhouse) o di suonare al Bar 25 berlinese e nei santuari del divertimento italiano.


IDRISS D

Mettersi sempre alla prova: da quando, quattordicenne, il tuo amico Mc Brown ti ha regalato i tuoi primi giradischi, passando poi per una vertiginosa ascesa tra i club di Parigi con la conquista della console del Les Folies De Pigalle, fino alla radicale scelta di qualche anno fa: la Francia ti aveva dato quel che cercavi, l’Italia invece era tutta da conquistare e allora ti sei trasferito lì. Di nuovo, in poco tempo, grazie al talento, classe e determinazione delle tue ipnotiche stilizzazioni dance, ti hanno aperto le porte club come il Tenax e il Red Zone. L’ascesa è una realtà. Resa ancora più solida e appassionante dalle ottime label che gestisci, Memento e Pearl.


MINIMONO

Rivestire le geometrie minimal col calore pulsante dello spirito originario della house più autenticamente old school: questo è l’obiettivo iscritto nell’anima e nel cuore del progetto Minimono, entità musicale (e non solo) curata da Fabio Della Torre ed Ennio Colaci. Persone che sentono il groove in ogni contesto, che sonorizzano, disegnano, immaginano, stravolgono, rifiniscono, sorprendono. Il dancefloor come avvolgente esperienza a trecentosessanta gradi. Ad accorgersene e a supportare, etichette di grande valore come la francese Telegraph o la Oslo.


SUPER VALUE

Un’unità misteriosa che lavora sottotraccia. Un’unità che sfida le leggi di spazio, suono e tempo. Un’unità che scova in polverosi scaffali classici semi-dimenticati della disco, e dona loro nuova vita con scintillanti re-edit retro futuristi. Un’azione da gioiosi teppisti dell’arte, un’azione da innamorati della club culture e delle sue radici. Un’azione che potrebbe sfuggire di mano, messa in mani inesperte; ma Riccio ed LTJ sanno – a dir poco – il fatto loro. E allora via, alla ricerca di gemme di trent’anni fa a cui dare nuova vita, per riuscire a dare l’atmosfera alla serata, in surreale sospensione tra passato, presente e futuro.


LINUZ

La techno come territorio da plasmare, portandola su dolci divagazioni deep o afro e non solo attraverso le asprezze minimali. Bologna come città dove trasferirsi e da cui imparare, con tutte la sue preziosa storia di club culture ai massimi livelli e di luoghi che hanno ospitato i maestri della club culture. Il talento come arma, tanto che in pochi anni, a partire dal 2006, le produzioni di Linuz aka Lino Pugliese hanno ottenuto i favori e le collaborazioni di Tadeo e della Robsoul, oltre a finire nelle scalette di Magda, Marco Carola, Anthony Collins, Fabrizio Maurizi e molti altri.


APES ON TAPES

L’altra faccia dell’hip hop. Quella più sognante. Quella più avventurosa. Quella meno facile. Quella meno chiassosamente commerciale. E’ qui che Luca (aka Lagàr) e Giordano (aka Antani) hanno trovato il loro punto d’incontro, folgorati ancora anni fa da quanto faceva Prefuse 73 per poi trovare, ben presto, passo su passo, una loro personalissima chiave interpretativa, permeata dei loro rispettivi background – la spinta elettrica e al tempo melodica del miglior indie rock per per Lagàr, l’essenzialità feroce dell’hip hop old school per Antani.

C.AL.MA

Carlo, Alessandro e Marco: dai borghi maceratesi, tra iniziali infatuazioni per chitarre o addirittura violini, via via fino a giocare da qualche anno a questa parte un ruolo fondamentale nella nuova scena dance bolognese, a partire dalla residenza guadagnata nelle serata Playhouse al Kindergarten. Merito di una bella sensibilità nel declinare gli stilemi della cassa in quattro, sapendo sempre quando è il caso di andare giù, più a fondo, nei territori scuri, oppure di seguire colorazioni deep, oppure ancora di abbandonarsi a derive più felicemente funky.

GIANCARLO LANZA

Giancarlo Lanza, ovvero un Maestro. Non solo per la sua attività instancabile di testimonial e docente per far scoprire in giro per l’Italia tutti i segreti del software Ableton Live, strumento che ha rivoluzionato il format della diffusione e creazione dal vivo della musica elettronica, ma anche e soprattutto per la classe che immancabilmente ha messo nelle sue produzioni e nei suoi set fin dai primi anni ’90, qualificandosi fin da subito come uno dei più raffinati ed evoluti esponenti della scena techno napoletana. Lo prova ancora oggi l’ottimo lavoro che sta facendo con la label Titbit, portata avanti tra Napoli e Barcellona con l’amico e collega Davide Squillace.


KAY SAND

Un amore enorme per i Primus, arti da batterista e cantante spinte fino a territori funk-core; poi, la nascita del progetto Chronic Flakes, dopo l’incontro con Alex Picone, passando per l’esperienza coi Grammophono: nuove prospettive, nuovi stili, nuove suggestioni ammantante improvvisamente di digitale, ma stessa voglia di stupire, di cercare la comunicatività, i confini artistici più appassionanti. Parlano i fatti, l’interessamento di Alex Neri, della Tenax Recordings, ora anche della Cadenza e della Deep Moves, con brani ed EP in uscita tra il 2009 e inizio 2010.

MAX D. BLAS

Ormai un veterano della club culture italiana. Punto di riferimento assoluto come dj e selezionatore radiofonico grazie ad “Onde quadre” su Radio Sherwood, da anni si divide tra console e il ruolo di organizzatore di eventi. Il fatto che sia una delle persone che ha dato vita ad Alta Voz, una delle realtà più felici e di maggior successo degli ultimi anni in Italia, parla di per sé. Con un ricco patrimonio di conoscenze musicali dalla sua, evolutosi negli anni, si diverte ad esplorare le nuove architetture techno che lavorano sia per funk che per sottrazione.


MICAMAT

Al traguardo dei trent’anni, Michele Giovannini può guardare con grande soddisfazione al suo personale viaggio musicale che lo ha portato dalle prime, selvagge esperienze in ambito death metal ad arrivare, progressivamente e con cura sempre maggiore, ad architetture glitch pop di rara preziosità. Equilibri fra noise, ambient, ricami melodici e sensibilità nordeuropee assistiti da un modo molto particolare di far interagire chitarra e strumentazioni elettroniche per uno dei nomi di punta di Homework, collettivo bolognese punto di riferimento assoluto in Italia per la musica digitale.


MINIDISCHI

Ci sono Fabi8bit e G-Amp alla guida di questa “band modulare” che da anni indaga le frontiere delle interazioni tra nuove tecnologie e processi creativi musicali. Sperimentazioni che galleggiano tra derive electro, minimal e jazz, sempre alla ricerca di elementi tanto perturbanti quanto coinvolgenti. Nel loro curriculum vitae, momenti di eccezionale prestigio quali la sonorizzazione di una installazione curata da Christian Boltanski, palchi divisi coi Matmos, o ancora la creazione di progetti multimediali speciali (audio/video, analogico/digitale) quali Minidisgweedy.


RETRO-DATE

Incrociare. Sedurre. Spiazzare. Retro-Date è saper combinare sonoro e visuale, è lavorare sull’elettronica usando sintetizzatori analogici, è saper usare suoni da orchestra sinfonica e saper scivolare su suggestioni tipo quelle di certi cult movies datati anni ’70 o ’80. Retro-Date reinventa. Retro-Date remixa. Retro-Date è sfuggente. Retro-Date è semplicemente, di per sé, un nuovo media. Con tutti gli abissi di significato che questo possa comportare, con tutta la grazia di chi sa che l’essenzialità è un valore.


IOMMI

Genio e paciosa sregolatezza. Memoria storica ed instancabile clubber. Enciclopedico nelle sue selezioni, assolutamente coinvolgente nel percorrere decenni di musica nera con una viscerale predilezione per la techno detroitiana più elegante. La storia della club culture a Bologna degli ultimi quindici anni è un vestito che Tommaso Meletti aka Iommi ha contribuito a disegnare come dj e come organizzatore; una storia comunque ancora tutta da scrivere, che proprio nel 2009 sta per riaprire uno dei suoi capitoli più avvincenti.



PEZZO

Una passione per la musica che lo ha portato ad accumulare ovunque dischi. Ovunque, soprattutto in cucina: semplicemente perché il luogo più comodo dove stivarli nella sua piccola tana. Dischi a pranzo, cena e colazione, dischi sempre, dischi nei suoi set e nelle sue produzioni iniziate ancora nel 2000, dischi intrisi di house e techno della miglior qualità e delle più diverse declinazioni. Sbocco inevitabile di tutto questo, oltre a svariate serate e residenze come dj (anche radiofoniche), una etichetta discografica: ovviamente chiamata Kitchen Studio.


LUCA MORINI

Copywriter, ma ancora di più clubber. Una “frequentazione pericolosa”, quella delle notti all’insegna della battuta in quattro, iniziata ormai un decennio fa e declinata in tutti i modi possibili: dj, produttore, speaker radiofonico, eventi legali, eventi meno legali… tutto quello che ha percorso Bologna nell’ultimo decennio, e non è poco. Il tutto filtrato da una cultura musicale che mette in campo i riferimenti più disparati, come è giusto che sia, come è ottimo che sia.


MAYO

Una storia iniziato ancora nel 1988: e fa impressione dirlo, perché sono già più di vent’anni. Ma lo sguardo di Mayo è sempre stato rivolto verso il futuro, verso la ricerca, verso le visioni sci-fi, verso quei territori in cui avvengono strane collisioni spaziotemporali per cui la techno di Detroit va perfettamente a braccetto con l’italodisco, infettandosi di electro. Qualità sempre eccezionale, confermata dalle label che ne hanno accolto le produzioni negli anni (la tedesca Millions Of Moments, le americane SameSoulDifferentBody, Recondite, Underground Quality, Deep4Life).


RUMBA

Radici che affondano nell’Inghilterra del breakbeat e della drum’n’bass, un presente che tiene conto delle migliori lezioni berlinesi. Fattori e territori diversi, che Stefano Aluzzi percorre e ha sempre percorso con passione, dalle prima partecipazioni ai rave agli anni spesi al Velvet di Rimini per arrivare alle attuali residenze nelle serate Playhouse. Dj set lineari, nitidi, efficaci, con un grande rispetto per ogni singola traccia suonata, con la voglia di creare un discorso organico e sfaccettato.


NO MORE TROUBLE

Giancarlo Marignani, Michelangiolo Pucci, Sandro Santucci e Gianfranco Menin: quattro menti aperte agli stimoli che percorrono tutta l’Europa, quattro persone pronte ad investire nella loro passione e nel loro talento, quattro persone che ora cominciano a farsi largo nei sentieri della club culture italiana utilizzando Bologna come prima base di partenza. Una base che, negli ormai quattro anni di vita artistica del progetto, ha già cominciato a dare le prime, corpose soddisfazioni.


ANNA STEFANI

Giovane, giovanissima. Ma non lo diresti mai a vedere la calma e l’autorevolezza con cui domina le sue selezioni dietro la console; non lo diresti mai a sentire la maturità delle sue produzioni, che già hanno attirato l’interesse di numerose label e già sono state suonate da mostri sacri come Loco Dice, Tobi Neumann e Someone Else. Dall’alto dei suoi vent’anni, ma soprattutto dall’alto della sua illuminata visione dove si combinano minimal techno, suggestioni afro e deep house, Anna Stefani è pronta a conquistare il mondo. Con compostezza, con grande eleganza.


DJ BILLY

Un patrimonio di esperienze smisurato: fin dai primi anni ’90 santuari nazionali come il Matis e l’Echoes (dove dà vita, con l’amico Ricci, allo storico privé Bunker) e poi club sparsi davvero per tutta Europa (Palma De Mallorca, Marsiglia…) e Italia hanno ospitato i set di Alessandro Billy, ben contenti di ospitare un dj in grado di far muovere il dancefloor a colpi di hit appena sfornate così come di mantenere al tempo stesso una prospettiva “storica” sulla musica elettronica, con un sano equilibrio fra queste due componenti.






Performer multimediali:


CARLOMARGOT&ERICAILCANE, GIOVANNI MAROCCO, ALBA VON VON

“Piove governo ladro”. E’ un'installazione visiva e sonora. E’ un luogo non definito dove succedono delle cose. E’ sede di accadimenti automatici, gonfiabili, sonori e pneumatici. E’ il matrimonio civile della luce nello spazio che genera il suono. E’ la protesta vera di chi ha il pelo e non la pelle. E’ l'invenzione di una nuova malattia, che non verrà curata. E’ un residuo fisso di chi sta a guardare. E’ il frutto delle menti di artisti dalla fama e dai meriti, semplicemente, enormi.


ANDRECO MASSIMILIANO ED EMANUELE LIVE

Un unione a tre per cercare di percorrere l’anima più profonda ed inquietante della destrutturazione. La video arte di Andreco viene scomposta, musicata e riassemblata da Massimiliano Nazzi ed Emanuele Martina (Teatrino Elettrico) a colpi di stop motion, sperimentazione attiva nella dinamica visuale. Tutto in tempo reale, tutto alla ricerca di una avvolgente decostruzione videospaziotemporale.


LIES DEPT TEAM

Dimensioni superiori dell’umano: corpi bianchi ottici antropomorfi si stagliano sulla folla, invadendo gli spazi; fasci luminosi e colorati confondono, spingendo verso lo stato di alterazione lisergica. Un’esperienza visionaria: apparentemente extrasensoriale, eppure reale. Metafora della trasformazione impersonale cui la dominanza tecnologica quotidiana ci costringe, modificando la percezione e l’essenza stessa della natura corporea.


HIMATIC

Autodidatta in tutto, Andrea Petrachi ha trascorso la prima parte della sua vita tra suggestioni salentine, concerti hardcore e incursioni grafiche, per poi finire nei corridoi Rai, a Milano. Ma ad accompagnarlo, sempre, il mondo parallelo da lui stesso creato e in continua evoluzione, fatto di un popolo di robot che trovano vita grazie ad un acrobatico assemblaggio di oggetti vintage, giocattoli, parti metalliche e materiale da riciclo. Ognuno diverso, ognuno uguale solo a se stesso.


VJ HASH, NICOLA SAPONARO

Potere creatore alla gente: interagire a colpi di joystick, mouse, I-pod, cellulari, sensori di luce e calore sull’ambiente circostante – questo è Robowall 1.0, progetto presentato in anteprima assoluta a roBOt 02 e ultimo parto del progetto ZEROZERO, creatura di Fabrizio D’Amico aka Vj Hash (che ha “disegnato” con le sue immagini e luci serate di Chemical Brothers, Underworld, Jeff Mills, Richie Hawtin) e Nicola Saponaro aka SapoLab (videoartista e programmatore audiovisivo).


CATERINA DI LUCA, JESSICA DI BENEDETTO

I sensi si sviluppano attraverso scariche elettriche, le scariche elettriche diventano linfa vitale. Cavi da toccare, cavi su cui disegnare suoni e movimenti. Un’immagine che si costruisce, una vita che si costruisce – dei microchip, un monitor, queste le armi per creare l’uomo-macchina del nuovo millennio, nella civiltà di Internet, sul costante crinale dell’alienazione, in mezzo a pericolose sfide cyberpunk per alterare e potenziare le caratteristiche fisiche e cerebrali dell’essere umano.


PIXEL NOIZZ

L’astrazione è un’arma a doppio taglio. L’astrazione è la mente che corre libera, è creatività allo stato puro, è coraggio di comporre e scomporre; ma l’astrazione può anche diventare un vicolo cieco, se non capiamo che dobbiamo affrontarla, darle senso, forma, sentimento, fare in modo che sia sempre in nostro controllo. Questa la consapevolezza che David Szadauer, ungherese trapiantato a Berlino, vuole , fortissimamente vuole offrire a chiunque affronti il suo mondo.


CARLO COSSIGNANI, SAUL SAGUATTI X BASMATI, ANDREA MARTIGNONI

Confrontare differenti esperienze di ritmo emotivo tra disegno e pittura applicate al live media: intimista e personale la via del segno e della materia, dinamica e pubblica l’esperienza mediale. Le esigenze di segno e pittura di Carlo Cossignani unite alle esperienze maturate da Basmati nel campo del live materico, il tutto coadiuvato dalle sperimentazioni sonore di Andrea Martignoni, musicista e sonorizzatore applicato al cinema di animazione a livello internazionale.


ERASER, APE5

Il futuro suona come i giocattoli del passato? EraSer è il musicista e circuit bender, colui che crea suono – un “suono del futuro” tra tappeti glitch che porta però nei geni ludiche senza tempo – attraverso l’errore, la modifica, il “piegamento” di giocattoli. Ape5 è il vj che con software/hardware di videosintesi e controller auto costruiti crea un dialogo tanto digitale quanto analogico tra audio e video, tra “past toys” e “new toys”.


MASSIMILIANO NAZZI, EMANUELE MARTINA

Banali congegni elettrici, oggetti assolutamente comuni strappati al destino di essere semplici macchine sceniche per diventare invece veri e propri interpreti di un evocativo racconto sonoro. Musica concreta, dove campionamenti e tracce preregistrate sono strettamente messi al bando – perché tutto deve essere “qui e ora”, lavorando di amplificazione, distorsione, ingrandimento e moltiplicazione, convertendo il piccolo in grande, l’utile in necessario, gli oggetti in personaggi. Questo è Teatrino Elettrico.


THE! S.A.D.!

Media digitali. Media liberi. Media dove la tecnologia impara a farsi invisibile, per lasciare spazio alla dimensione comunicativa tipica dell’interazione umana. Improvvisazione. Physical computing. No wave, noise, l’estetica industrial dei primi anni ’80. Questo l’universo di Marco Donnarumma (tra le altre cose, uno dei curatori/organizzatori dell’annuale Live Peformers Meeting, uno degli appuntamenti più importanti per chiunque navighi nei nuovi suoni e nelle performance audiovisuali).



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