giovedì 7 ottobre 2010

"TERRA DI TUTTI FILM FESTIVAL"


Un “giro del mondo” in quattro giorni – da oggi a domenica 10 ottobre – su uno schermo, quello del Cinema Lumière a Bologna (via Azzo Gardino 65), per scoprire piccole e grandi storie provenienti da quella parte del pianeta conosciuta come sud del mondo, che spesso restano sconosciute al resto del mondo.
È “Terra di Tutti Film Festival”, la rassegna di documentari e cinema sociale – organizzata dalle ong Cospe e Gvc, da decenni impegnate nella cooperazione internazionale allo sviluppo – che torna con una quarta edizione sempre più ricca e di respiro internazionale, anche grazie ai numerosi incontri con gli autori e dibattiti che andranno ad affiancare le proiezioni.
Arrivano da Africa, America Latina, Europa, Medioriente e Asia i documentari, le inchieste e i reportage – oltre 200 i video iscritti quest’anno, circa 40 dei quali in concorso – che in questi quattro giorni daranno voce al sud del mondo, puntando i riflettori su lotta alla povertà, globalizzazione, migrazioni, nuove periferie, ambiente e sviluppo sostenibile.
Muri invisibili – come quelli innalzati dal pregiudizio nel nostro Bel Paese – e barriere visibilissime – come quelle dei checkpoint nelle terre del conflitto israelo-palestinese, fanno da sfondo a due delle pellicole in programma oggi nella sessione d’apertura del festival (a partire dalle 19.30), rispettivamente il pluripremiato Niguri di Antonio Martino e Shooting Muhammad di Luca Cusani e Francesco Cannito, cui si aggiungono altre storie di migranti, come quella firmata dal regista tunisino Hedy Krissane in Ali di cera.
Tante sono le realtà – alcune conosciute perché raccontate dai media, altre sconosciute ai più – che troveranno spazio in questo Festival, dal massacro di innocenti da parte dell’esercito colombiano raccontato in Falsos Positivos di Simone Bruno e Dado Carillo alla difficile situazione dell’informazione nella Striscia di Gaza, documentata da Anna Maria Selini in Gaza, guerra all’informazione. Dalle lotte dei contadini peruviani contro lo sfruttamento minerario raccontate da Michael Watts in Laguna negra alle “storie gitane”, come The life of Roman women della giovane Martina Hudorovič. E ancora l’islam “vissuto” dall’altra metà del cielo, come nel documentario Girls on the air, in cui Valentina Monti racconta la vita quotidiana della fondatrice di una radio comunitaria in Afghanistan, alle prese con i contrasti di un paese segnato dalla violenza sulle donne e dagli attacchi dei kamikaze. E ancora la vita nel cuore della foresta amazzonica, dove culture ancestrali si intrecciano con la contemporaneità, raccontata nel documentario di Maya Da-Rin (che chiuderà il festival domenica sera) Terras, proveniente dal festival di Belo Horizonte in Brasile. Nella serata conclusiva le migliori produzioni europee e internazionali saranno premiate da una giuria presieduta dalla regista bolognese Elisa Mereghetti e composta da professionisti del mondo del documentario, del giornalismo e della cooperazione internazionale e per il secondo anno verrà assegnato un premio speciale istituito dal Consiglio degli stranieri e apolidi della Provincia di Bologna.
Le proiezioni sono gratuite e il programma è consultabile sul sito www.terradituttifilmfestival.org

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