giovedì 15 settembre 2011

Museo della Musica

"PASSING DIVAS" DONNE, MUSICA E TRAVESTIMENTI: 16 E 17 SETTEMBRE AL MUSEO
DELLA MUSICA
Venerdi' 16 e sabato 17 settembre al Museo della Musica, in Strada Maggiore
34, "Some Prefer Cake "- Bologna Lesbian Film Festival, in collaborazione
con Comunicattive e Museo della musica di Bologna e con il patrocinio del
Quartiere San Vitale, presenta Passing Divas
Donne, musica e travestimenti, anteprima di "Some Prefer Cake" - Bologna
Lesbian Film Festival, due giorni di musica e proiezioni dedicati alle
artiste che per prime hanno aperto la strada alle donne in musica.

Il Museo della musica ritrova la sua veste OFF mettendo a disposizione i
suoi spazi per eventi culturali fuori dagli schemi e dai canoni museali
tradizionali, ospitando venerdì 16 settembre Marzia Stano, frontwoman dei
Jolaurlo, presenta in anteprima il suo nuovo progetto da solista UNA,
rendendo omaggio, nella modalità dello stare in scena, alle ‘passing divas’
del passato. Ad accompagnarla Angela Baraldi, Stefania Centonze e Sarah
Fornito.
Sabato 17 proiezione in anteprima nazionale di T’Ain’t Nobody’s Bizness:
Queer Blues Divas Of The 1920s, seguito dai due documentari che Greta
Schiller e Andrea Weiss hanno dedicato alle International Sweethearts of
Rhythm e a due delle sue componenti, la leggendaria trombettista Tiny Davis
e la percussionista Ruby Lucas, sua amante per quarant’anni.

L’escamotage del travestimento ha rappresentato per molte donne, nel corso
della storia, la possibilità di esercitare libertà di movimento e di
affermazione nel mondo.
A partire dalla Harlem Renaissance degli anni Venti, numerose musiciste -
Ma Rainey, Bessie Smith, Gladys Bentley, Alberta Hunter, Ethel Waters, Ruby
Lucas, Peggy Gilbert solo per citarne alcune - hanno usato gli abiti
maschili per poter suonare e per vivere e cantare liberamente il proprio
lesbismo.
Queste artiste non hanno però avuto il successo che ha reso icone e miti
alcuni jazzisti, cui sono state peraltro paragonate. Se Tiny Davis veniva
definita la Louis Armstrong degli anni Quaranta, perché non ha un’analoga
notorietà?

Passing Divas presenta una carrellata di musiciste che hanno usato abiti
maschili in modi e con esiti diversi e propone più in generale un percorso
alla scoperta delle artiste che, sfidando il maschilismo dell’ambiente
musicale e della loro epoca, hanno aperto la strada alle donne in musica.
Fino alla seconda metà dell’Ottocento alle donne veniva riservato lo studio
del piano, dell’arpa, della chitarra e del canto, ma prevalentemente in una
dimensione domestica e non professionale. Erano preclusi il ruolo di
direzione orchestrale e l’uso di alcuni strumenti considerati “maschili”.
Le cose cominciano a cambiare con il Vaudeville e, dagli inizi del
Novecento, soprattutto con il fondamentale apporto vocale e strumentale
delle donne afro-americane. Negli Stati Uniti, da Sophie Tucker in poi, le
donne iniziano a dirigere jazz band maschili, a suonare tutti gli strumenti
(sax, trombone, tromba, basso, percussioni) e, alla fine degli anni Venti,
a creare gruppi musicali “all-female”. I gruppi di sole donne resistono
anche dopo la seconda guerra mondiale - tra i molti ostacoli frapposti da
una società che puntava alla “normalizzazione” casalinga delle donne e alla
loro espulsione dalla scena pubblica - garantendo la continuità con le
protagoniste del rock e con i numerosi gruppi musicali di sole donne che
avrebbero caratterizzato il femminismo, portando al movimento dei festival
di musica delle donne.
Molte delle cantanti afro-americane del circolo di Harlem che hanno avviato
questo percorso erano lesbiche o bisessuali, e anche quelle che non lo
erano trasgredivano comunque alla normatività eterosessista. Alcune
praticavano il cross-dressing, facendone uno strumento di comunicazione
sessuale e di fascino. Nella musica blues, in cui la sessualità giocava un
ruolo significativo, affioravano in modo particolare il conflitto di genere
e il desiderio di infrangere i modelli restrittivi. L’interazione
lesbiche-eterosessuali era spesso intima e feconda, costituendo una
barriera protettiva rispetto all’omofobia e alla misoginia dominanti, che
comunque restavano tanto forti da indurre Billy Tipton (1914-1989) al
passing definitivo e clandestino, scoperto soltanto con la sua morte.

PROGRAMMA

Venerdì 16 settembre 2011
Ore 19.00 - Cortile
Aperitivo musicale e inaugurazione evento

Ore 21.00 - Sala eventi
UNA live

Passing Divas presenta in anteprima assoluta il progetto da solista di
Marzia Stano, in arte UNA, frontwoman della band rock Jolaurlo. UNA scrive
canzoni New Beat con un linguaggio semplice e diretto, che nasce dalla
tradizione cantautoriale italiana e dal folk della sua terra d’origine, la
Puglia, contaminata e rinnovata da una veste stilistica che ricorda, per
composizione musicale e vocalità, la scena Punk americana degli anni
Settanta. L’artista renderà omaggio alle “passing divas” che hanno aperto
la strada alle donne in musica, divertendosi a giocare con i ruoli di
genere. Special GUEST per la serata, tre protagoniste della scena musicale
indie e rock italiana, Angela Baraldi, Stefania Centonze (ex Mumble Rumble)
e Sarah Fornito (Diva Scarlet).

UNA live
Marzia Stano aka UNA (chitarra acustica e voce)
Lucio Morelli (piano e synth)
Nicola Negrini (contrabbasso)
Gianni Masci (chitarra elettrica)
Special guest: Angela Baraldi (voce), Stefania Centonze (voce), Sarah
Fornito (voce)

Ingresso 8 euro, fino ad esaurimento posti

Sabato 17 settembre 2011
Ore 19.00 - Cortile
Aperitivo musicale con video installazione

Ore 21.00 - Sala eventi
Proiezioni dei film:

T’Ain’t Nobody’s Bizness: Queer Blues Divas Of The 1920s
Regia Robert Philipson
Usa 2011
Documentario 29'
anteprima nazionale

Attraverso interviste, immagini d’epoca e filmati di repertorio scopriamo
le pioniere del blues, ribelli a tre diverse oppressioni. Nere, donne,
lesbiche, attraverso un uso provocatorio del travestimento e liriche
esplicite, hanno cantato il proprio modo di vivere.

International Sweethearts of Rhythm
Regia Greta Schiller e Andrea Weiss
Usa, 1986
Documentario, 30’

Le International Sweethearts of Rhythm furono una grande band jazzistica
femminile degli ultimi anni Trenta. La band delle regine dello swing era
aperta a donne di tutte le età e razze e si esibiva anche nel sud degli
Stati Uniti sfidandone il razzismo.

Tiny and Ruby: Hell Divin’ Women
Regia Greta Schiller e Andrea Weiss
Usa, 1986
Documentario, 40’

La storia di Tiny Davis, la leggendaria trombettista delle “Sweethearts”, e
Ruby Lucas, sua amante per quarant’anni, percussionista del gruppo. Negli
anni Quaranta Tiny Davis era considerata la Louis Armstrong al femminile.

Ingresso 8 euro, fino ad esaurimento posti

info@someprefercakefestival.com
ufficiostampa@comunicattive.it
www.someprefercakefestival.com

Museo internazionale e biblioteca della musica
Palazzo Sanguinetti, Strada Maggiore 34,
tel. +39 051 2757711
museomusica@comune.bologna.it
www.museomusicabologna.it

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