venerdì 2 dicembre 2011

MUSEO DEL PATRIMONIO INDUSTRIALE


Domenica 4 dicembre alle 16 il Museo – per il ciclo Prodotto a Bologna –
propone un approfondimento dedicato a uno dei più celebri prodotti
bolognesi: la mortadella.

Sin dal XVI secolo a Bologna si produceva un insaccato di carni suine
macinate, cotte lentamente per garantirne un gusto particolare e una
prolungata conservazione. Era la mortadella il cui nome deriva
dall'espressione latina murtatum farcimen: un alimento ottenuto da carni
suine farcite con bacche di mirto.
Si trattava di un prodotto di lusso che nel Seicento costava nove volte più
del pane, tre volte e mezzo più del prosciutto, due volte e mezzo più
dell'olio. Il potere politico ne imponeva la lavorazione solo all'interno
delle mura cittadine per trarne cespiti tributari, controllarne le fasi di
produzione e la qualità. La mortadella veniva prodotta dai “salaroli”,
artigiani della lavorazione delle “carni porcine salate” che nel 1788
dirigevano 67 botteghe specializzate.
Nel corso dell'Ottocento le nuove dinamiche industriali imposero anche a
questo prodotto la meccanizzazione della sua lavorazione; in particolare
l'impacchettamento e la conservazione in scatole di latta permise la sua
esportazione sul mercato internazionale, rendendo la mortadella un prodotto
ampiamente popolare, ancora oggi conosciuto in molte parti del mondo sotto
il nome di Bologna.
La visita guidata è gratuita mentre l’ingresso al Museo è a pagamento
secondo il nuovo tariffario in vigore dal 1° marzo 2011 (vedi sito).
Per informazioni: telefono 051.6356611; mail museopat@comune.bologna.it
Il sito Internet del Museo è:
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della
Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi
11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5, con possibilità di
ampio parcheggio.

Sempre domenica 4 dicembre alle ore 17 si inaugura al Museo la mostra di
Emanuela Ascari: Habitat, visitabile sino al 29 gennaio 2012.

L’iniziativa rientra nel quadro de Il Mestiere delle Arti, un progetto
triennale di formazione avanzata sostenuto dal Ministero della Gioventù e
dalla Regione Emilia Romagna - Assessorato al Progetto Giovani, ed attuato
dal GA/ER (Associazione Giovani Artisti dell’Emilia Romagna) e dal Comune
di Ferrara. Ultima fase del programma è la realizzazione completa da parte
di ciascun allievo-artista di una mostra personale: dalla concezione
espositiva all’allestimento, fino alla comunicazione e gestione
dell’evento.
Come in altri suoi lavori l'artista elabora un progetto a partire dalle
specificità del luogo. Relazionandosi con una ex-fornace di laterizi, sede
del museo, l'attenzione è stata rivolta agli scarti di demolizioni che
spesso caratterizzano i paesaggi in via di nuova urbanizzazione. A lato del
museo, attorno al vecchio forno abbandonato del complesso industriale
Galotti, si distende un paesaggio di macerie in attesa, di materia
frantumata e senza forma, che diventa risorsa per altre forme possibili del
pensiero e del desiderio.
Con questa mostra Emanuela Ascari prosegue un progetto di destrutturazione
del paesaggio, che viene scomposto, prelevato e riconfigurato per dar forma
a una riflessione sui processi di trasformazione del territorio e della
materia. Un percorso tra gli scarti, un lavoro di selezione e recupero del
“rimosso” della città per il quale è necessario un cambiamento dello
sguardo e del sentire.
Dal ritrovamento nell'area di alcune lapidi memoriali scaturisce inoltre
una riflessione su ciò che resta di un paesaggio umano, residui di una
storia che a tratti scompare. Come quella della strage perpetrata dalla
banda della Uno Bianca al campo nomadi, o quella di Massimo Venturi,
ragazzo assassinato e rinvenuto in quel preciso luogo. Un lavoro di
rielaborazione di un paesaggio temporaneo, frammentato, fatto di continue
trasformazioni e rimozioni.

Emanuela Ascari si laurea al DAMS, Arti Visive, dell'Università di Bologna
e successivamente consegue il Master Paesaggi Straordinari del Politecnico
di Milano. Recentemente ha realizzato Materia Primaria, mostra personale
per Area Progetto Off, Galleria Civica, presso la Biblioteca Civica Delfini
di Modena. Tra le varie partecipazioni a mostre e progetti collettivi si
ricordano nel 2011 Green Desire / Desiderio Verde, Associazione Sassetti
Cultura, Quartiere Isola, Milano; Un altro mondo è ancora possibile?, Sala
della Dogana, Genova; Cuore di Pietra, Pianoro (BO); Premio Artivisive San
Fedele, Galleria San Fedele, Milano; nel 2010 Premio Mario Razzano,
Benevento; Cesare Viel, Sabrina Torelli, Emanuela Ascari, Casabianca, Zola
Predosa (BO); Il Mestiere delle Arti. Here we are. Il luogo è sempre
specifico, PAC Ferrara. Nel 2009 vince il Premio Iceberg, Arte Pubblica,
Bologna.

Ingresso: intero euro 4; ridotto euro 2; gratuito under 15 e over 65 anni
e ogni primo sabato pomeriggio del mese (ore 15-18).
Orari della mostra: mar-ven 9.00-13.00, sab 9.00-13.00 | 15.00-18.00, dom
15.00-18.00. Chiuso lunedì.
Per informazioni: telefono 051.6356611; mail
Il sito Internet del Museo è:
È possibile raggiungere il Museo del Patrimonio Industriale, via della
Beverara 123 dal centro e dall'autostazione con l'autobus n° 17 (festivi
11A), fermata Beverara e dalla tangenziale uscita n° 5, con possibilità di
ampio parcheggio.

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