GABRIELE BONAZZI LEGGE IL XXII LIBRO DELL'ILIADE
Questa sera alle 21 nella sala Falcone Borsellino,al Quartiere Renoin via Battindarno, 123, in occasione del 70° anniversario della
Liberazione, Gabriele Bonazzi legge il libro XXII dell'Iliade di Omero
incentrato sulla morte di Ettore, simbolo di tutte le tragedie causate
dalla violenza e dalla guerra.
Gabriele Bonazzi (ex docente di filosofia) si è sempre occupato di teatro
come allestitore, come interprete e come scrittore, ma senza la passione
per la formazione dei giovani (o di chiunque
abbia voluto ascoltarlo) tutto questo non avrebbe avuto luogo.
Al suo attivo ha varie pubblicazioni (una storia di Bologna, pièces
teatrali, saggi) e numerose letture pubbliche di autori quali Brecht,
Leopardi, Schnitzler e molti altri ancora, nell'arco di oltre
quarant'anni. Nell’occasione di questa serata, occasione già occorsa in
questo stesso luogo nell'aprile del 1996, l’interprete vuole ricordare che
Achille e Ettore, sfiniti, combattono ancora e che il destino presto
stroncherà la vita di quest'ultimo (e di molte altre vite).
E lo scempio dura sotto i nostri occhi. Ancora.
“Può sembrare inusuale che per celebrare il Settantesimo Anniversario della
Liberazione si sia scelto di leggere il testo di Omero sulla morte di
Ettore e sul precedente duello con Achille contenuto nel libro XXII
dell'Iliade. Ma la sciagura di quella morte, i lutti che entrano nella casa
di Priamo e di Ecuba, lo strazio di Andromaca (anch'essa votata a un
terrificante destino di schiavitù se non proprio di morte); insomma la
spietatezza e la ferocia di un'umanità priva di senno e attratta unicamente
dalla vendetta e dal fanatismo calzano a pennello con lo spirito di
lacerante tragedia, di guerra fratricida, di atti senza pietà e pianti e
urla a stento soffocate, che la Resistenza ha vissuto prima di approdare
alla quiete dolorante e attonita (il tripudio non deve sviare) dei giorni
della Liberazione, della speranza per noi in un mondo migliore e
soprattutto nella fine dei lutti, delle tribolazioni e dei fucilati."
Gabriele Bonazzi
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