giovedì 29 ottobre 2009

Venerdì 30 ottobre

“Bodytracing: la traccia del femminile nel corpo della metropoli”

porta a Bologna la scrittrice Taguchi Randy



“Bodytracing: la traccia del femminile nel corpo della metropoli”, un viaggio nella letteratura giapponese contemporanea organizzato dalla libreria Serendipità e dalla Biblioteca Amilcar Cabral, a cura di Paola Scrolavezza, prosegue venerdi 30 ottobre alle ore 18,30 in Cappella Farnese, con un incontro dedicato a Mosaico (Fazi Editore, 2008). Fulcro della serata il dibattito con l’autrice Taguchi Randy, che sarà a Bologna dal 30 al 31 ottobre.

L'incontro è una bella occasione per conoscere l'autrice, che, sebbene invitata con insistenza a conferenze e festival letterari, viaggia raramente in Europa.


Taguchi Randy, una vera e propria pioniera di Internet con un web magazine che già nel 1996 era letto da più di centomila persone, ha esordito nel 2000 con Presa elettrica (Lain, 2006), best-seller da un milione di copie, seguito nello stesso anno da Antenna (Fazi, 2007) – da cui è stato tratto anche un film per la regia di Kazuyoshi Kumakiri – e nel 2001 da Mosaico (Fazi, 2008), a formare una trilogia su spiritualità, sesso e tecnologia. Oggi ha all’attivo circa 40 titoli tra romanzi, raccolte di racconti e saggi.


Mosaico introduce un tema particolare, la crisi, vissuta nel silenzio e nel rifiuto del mondo esterno, quasi una sorta di implosione, degli adolescenti ossessionati dagli aidoru. Si tratta di un disturbo psicologico di cui molti giovani giapponesi soffrono, che tocca prima di tutto la sfera della comunicazione e che è diventato una vera piaga sociale, comunemente definito hikikomori, stare in disparte, isolarsi. I giovani vittime di questa patologia, poco versati nelle relazioni interpersonali, manifestano una forte tendenza a concentrarsi sui propri processi psicologici e percorsi interiori. Si rinchiudono nelle proprie stanze e rifiutano di avere qualsiasi contatto: sono gli otaku, vivono al contrario, dormono durante il giorno e rimangono svegli tutta la notte a guardare programmi televisivi o a giocare con i videogames. Quasi tutti posseggono computer e cellulare, pochissimi di loro hanno amici. Questo stato può durare per mesi, anche anni nei casi più estremi. Nelle sue manifestazioni più gravi, il disturbo spinge a una ricerca ossessiva dell’anonimato e dell’isolamento, che conduce quasi inevitabilmente all’apatia nella quale un crescente numero di giovani giapponesi sembrano sprofondare, e talvolta alla depressione, e

al suicidio.

Il fenomeno dell’hikikomori viene di norma interpretato come una conseguenza della trasformazione del Giappone da società fondata su valori culturali a società basata sulla comunicazione e sull’informazione, trasformazione determinata dall’eccezionale crescita economica e dall’impressionante progresso tecnologico durante la seconda metà del ventesimo secolo, che avrebbe però causato gravi stress e disagi ai suoi membri più deboli, i giovanissimi. La società

giapponese si ritrova così incastrata in un paradosso: si preoccupa dell’isolamento sociale degli adolescenti e allo stesso tempo continua a produrre una tecnologia che consente di vivere senza mai dover uscire di casa.




Venerdì 30 ottobre 2009 Cappella Farnese, piazza Maggiore 6, ore 18.30

«MOSAICO» di TAGUCHI RANDY

incontro con Taguchi Randy; conducono Paola Scrolavezza e Gianluca Coci, interviene Tommaso Pincio

Info: Centro Amilcar Cabral

via San Mamolo, 24

Tel 051 581464

www.centrocabral.com - www.comune.bologna.it/cultura/





RECENSIONI




“Una prospettiva diretta per comprendere la follia


Sankei shinbun 03.06.2001





Pubblicato il nuovo romanzo di Taguchi Randy, la scrittrice che ha raccolto le attenzioni del mondo letterario con l’esordio Presa elettrica.

Mosaico è il capitolo finale della trilogia inaugurata da Presa elettrica e proseguita con Antenna. Va tuttavia precisato che ciascuno dei romanzi presenta una storia a se stante che può essere letta e apprezzata indipendentemente dalle altre. È però innegabile che soltanto leggendo la trilogia completa è possibile comprendere appieno il disegno profondo dell’autrice.

In Presa elettrica si raccontava la storia di una ragazza il cui fratello si era lasciato morire per hikikomori. Antenna ripercorreva la vicenda della misteriosa sparizione di una bambina e il dramma della sua famiglia. In Mosaico la protagonista è invece una donna, ex soldatessa dell’esercito di autodifesa, che accompagna giovani pazienti in ospedali psichiatrici. Un giorno, un ragazzino sfugge alla sua custodia pronunciando una frase a mo’ di enigma: «Il fondo di Shibuya sta per staccarsi!». Qual è il vero significato di queste parole? E dove è finito il ragazzino che le ha pronunciate?

In questo romanzo, più che nei due precedenti, è possibile intravedere il tentativo diretto da parte dell’autrice di spiegare la follia. Un tentativo che sembra essere enfatizzato dall’indole stessa della protagonista che, non a caso, può contare sulla grande forza fisica e spirituale derivata dalla conoscenza delle arti marziali. Questa conoscenza può essere addirittura interpretata come una possibile “cura” proposta dall’autrice per sanare la follia.

Naturalmente questa è solo un mia personale chiave di lettura di Mosaico, che può essere letto anche senza dare particolare importanza alla tematica della follia.

Particolarmente suggestivi sono l’episodio del trasporto fallito del ragazzino all’ospedale psichiatrico e i vari incontri della protagonista nel corso del suo lavoro. Inoltre, davvero degno di nota è il finale, che chiude a perfezione la trilogia di Taguchi Randy.




Mosaico descrive magnificamente le angosce dell’uomo moderno”


Yomiuri shinbun 03.06.2001



La prima columnist partorita dalla rete è riuscita, nel corso di questo ultimo anno, a fare il suo ingresso nel mondo dei circoli letterari del Paese. Il suo romanzo d’esordio, Presa elettrica, dopo aver superato in breve il tetto delle centomila copie, è stato infatti inserito nella cinquina finale per il prossimo premio Naoki. Dopo questo romanzo, l’autrice ha già pubblicato altri otto libri – saggi e raccolte di racconti compresi –, attirando sempre l’attenzione dei lettori e della critica.

«Scrivere mi riesce molto naturale, è come un flusso inarrestabile» racconta Taguchi a proposito della sua straordinaria prolificità.

Mosaico, che descrive noi uomini di questa epoca afflitta dalla carenza cronica di capacità comunicativa, costituisce il capitolo finale della trilogia cominciata con Presa elettrica e Antenna.

Un ragazzino hikikomori di quattordici anni sfugge alla custodia della protagonista Mimi mentre viene trasportato in un ospedale psichiatrico. Mimi si mette allora sulle tracce dello scomparso, partendo, tra l’altro, da un misterioso messaggio trovato su Internet: «Shibuya si sta microondizzando».

Nella protagonista di questo romanzo – che possiede un tocco mistery e al contempo un chiaro realismo nella rappresentazione delle problematiche dei nostri giorni, vedi la diffusione del telefono cellulare nella società odierna – è impossibile non intravedere tracce della stessa autrice. Mimi, come Taguchi, possiede un’indole limpida e cristallina che le permette di comunicare con chiunque, ed è inoltre particolarmente sensibile ai problemi altrui. Mimi è capace, come la sua creatrice, di ascoltare la voce del corpo degli altri ed è in grado di captare le grida della natura. Incarna, in poche parole, la nostra “età dell’ascolto”.

In questo romanzo non c’è spazio per espressioni ambigue del tipo “il lato oscuro della mente”, perché in esso si punta dritto al sodo, cercando di “tradurre” al meglio, in concreto, le angosce dell’uomo odierno.

Taguchi racconta: «Negli ultimi tempi mi occupo dell’educazione di mia figlia – che ha quattro anni –, incontro molte persone, bevo con gli amici, viaggio e faccio immersioni subacquee… E naturalmente scrivo. Ovvio che non mi resta nemmeno il tempo per mettere i futon all’aria sul balcone. Sono in una fase di grande produzione, una fase estremamente attiva. Meno male che ho convinto mio marito a lasciare il lavoro e a occuparsi della casa…».

Taguchi continua a trasferire meravigliosamente su carta ciò che ha ascoltato nel corso delle tante esperienze di lavoro precedenti: distribuzione di giornali, redattrice, casalinga e chi più ne ha più ne metta.




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