giovedì 15 ottobre 2009

I L C I B O I N P O S A

“Il cibo in posa”, la piccola e preziosa mostra a cura di Eleonora Frattarolo che l' Accademia di Belle Arti di Bologna ha dedicato al cibo e alla sua rappresentazione attraverso 19 dipinti eseguiti in Emilia tra Seicento e Settecento sarà aperta al pubblico ancora fino al 1 novembre 2009.
Nell'ultimo mese di esposizione sono in programma tre appuntamenti per dare la possibilità a chi ancora non l'avesse fatto di visitare la mostra e per riflettere sulle tematiche connesse al genere pittorico “natura morta”.

Si comincia sabato 17 ottobre alle ore 17.00 con una visita guidata condotta dalla curatrice.
Il secondo incontro è in programma giovedì 22 ottobre, sempre alle ore 17.00: Cristina Bragaglia, docente di Alimentazione e cinema al master in Storia e Cultura dell'alimentazione dell'Università di Bologna, affiancata da Eleonora Frattarolo, parlerà del cibo rappresentato nei quadri esposti e mostrerà al pubblico spezzoni di film in cui viene affrontato il rapporto tra cinema, alimentazione e pittura.
Giovedì 29 ottobre la presentazione del catalogo de “Il cibo in posa” sarà l'occasione per ascoltare un'inedita lezione di Eugenio Riccomini sulla natura morta.

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti. La prenotazione è vivamente consigliata:
Tel. 3400544933 dalle 15.00 alle 18.00 - E-mail: ilciboinposa@yahoo.it


Il cibo in posa
Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna
Via Belle Arti 54
l Sabato 17 ottobre ore 17.00 visita guidata con Eleonora Frattarolo
l Giovedì 22 ottobre ore 17.00 incontro con Cristina Bragaglia
l Giovedì 29 ottobre (orario in via di definizione) presentazione del catalogo della mostra con Eugenio Riccomini

L’Accademia di Belle Arti di Bologna dopo avere ospitato nella restaurata Aula Magna (ex chiesa della Casa di S.Ignazio in via Belle Arti) alcuni quadri giovanili di Giovan Francesco Barbieri detto “il Guercino” dedica al cibo e alla sua rappresentazione una contenuta, preziosa mostra di 19 dipinti, eseguiti in Emilia tra Seicento e Settecento. Si tratta di rappresentazioni in cui il cibo viene dipinto con pastosa esuberanza, viene esibito, ostentato, squadernato, e assume vigore grazie ad un immaginario che si esprime all’interno di quel genere pittorico che viene chiamato “natura morta”, un genere pittorico denominato così nel Settecento con intento denigratorio, ma che, a dire il vero, spesso ci offre piuttosto una natura “viva”, tanto è dirompente e turgida e piena di linfa vitale la pittura che la crea e le conferisce forma.
Vitali, e rutilanti di pani e frutta, di salumi e selvaggina, di pesci e vasellami, sono i quadri esposti in questa rassegna: nature morte, dunque, ma vivissime, anche perché sono documenti importanti della cultura materiale, della vita domestica e della storia economica di epoche e luoghi. E infatti, in questi dipinti ecco apparire il pane ferrarese così com’era in pieno Settecento, la saporita “coppa d’estate”, la fresca anguria aperta a strappo, e varissimi tipi di frutta (uve, mele, pesche, fichi…) oggi purtroppo in parte scomparsa, o ormai rarissima, di quella per intenderci che alcuni vivai benemeriti cercano con fatica di preservare dall’estinzione e dalla dimenticanza di un mercato massificatore ed insipido.
Spesso sulla scia del giovane Annibale Carracci e di artisti d'oltralpe, gli artisti di questa mostra eseguirono opere in cui la voluttà della pittura sposa le asperità delle croste dei taralli e dei pani, le coste callose delle foglie di verza, le superfici scivolose dei crostacei e dei pesci, lo spiumio arioso e morbido della selvaggina ancora tiepida di vita... Con scenari raffinatissimi, o con mense di modesta levatura, il linguaggio della “natura morta” racconta i cibi della terra e del mare, spesso con sfondi di struggenti paesaggi.
Così, ecco un raro dipinto di Paolo Antonio Barbieri, fratello del Guercino (Ritiro di San Pellegrino, Bologna), ecco due capolavori di Cristoforo Munari (Galleria Fondantico di Tiziana Sassoli, Bologna; collezione Molinari Pradelli, Marano di Castenaso), ecco due raffinatissimi quadri del bolognese Candido Vitali e due rutilanti dipinti di Pier Francesco Cittadini (Pinacoteca Civica di Cento), e poi le rappresentazioni delle opulente dispense di Felice Boselli (Fondazione della Cassa di Risparmio di Parma e collezione Molinari Pradelli), e i due preziosi encausti di Giuseppe Artioli (Fondazione Cassa di Risparmio di Cento), e gli scenari con uve di Carlo Antonio Crespi (Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna) e di Francesco Malagoli (Collezioni Comunali d’Arte), e la feriale e affettuosa cesta di pomi del misterioso “pittore di Rodolfo Lodi” (Pinacoteca di Bologna).



“Il cibo in posa. Dipinti in Emilia tra ‘600 e ‘700”
A cura di Eleonora Frattarolo

Bologna, Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti
Via Belle Arti 54
Dal 24 Luglio al 1 Novembre da martedì a sabato dalle 10 alle 18. Chiuso domenica, lunedì e il 15 di Agosto

Enti promotori:
Accademia di Belle Arti di Bologna, Comune di Bologna

Prestatori:
Pinacoteca di Bologna, Collezioni Comunali d’Arte di Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Ritiro di San Pellegrino, Bologna, Galleria Fondantico, Bologna, Collezione Molinari Pradelli, Marano di Castenaso, Pinacoteca Civica di Cento, Fondazione della Cassa di Risparmio di Cento, Fondazione della Cassa di Risparmio di Parma.

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