giovedì 1 ottobre 2009

"ALCHIMIA DELL'IMMAGINE"...



...di LUCA VALERIO
FABJ inedito studio comparativo sulle teorie di Jung e di Melanie Klein
PER LA NUOVA COLLANA “IMMAGINI DALL’INCONSCIO” DI PERSIANI EDITORE

Con il libro “Alchimia dell’immagine. L’alchimia e il transfert: Jung e la Klein”, Luca Valerio Fabj inaugura per Persiani Editore la collana “Immagini dall’inconscio
diretta da Angelo Gabriele Aiello. Il primo volume scritto dallo psicoterapeuta bolognese
sarà presentato in anteprima il 2 ottobre alle ore 17.30 presso la Sala Conferenze del Baraccano, via S. Stefano 119, Bologna. Per l’occasione interverranno: Renzo Canestrari (Decano di Psicologia della Facoltà Medica di Bologna), Angelo Gabriele Aiello (Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Analitica Aiòn di Bologna), Elena Acquarini (Docente di Psicodiagnostica e Psicologia Dinamica della Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo") e Antonio Grassi (Medico Psichiatra Analista Didatta dello IAAP -Associazione Internazionale di Psicologia Analitica, Primario del Servizio per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell'ASL RMD, e del Coordinamento delle Dipendenze Patologiche, e della UOCI- Servizio per le Dipendenze).

Come specifica Renzo Canestrari nell’introduzione de “Alchimia dell’immagine”, Fabj rivela subito nelle prime pagine come questo libro sia un attento studio comparativo sulle teorie psicoanalitiche. Fabj sostiene, infatti, che la Psicologia Analitica ideata da Jung e la Psicoanalisi delle Relazioni Oggettuali ideata da Melanie Klein, al di là della terminologia, hanno dei punti di coincidenza e concordanza talmente forti da apparire come una teoria analoga. L’autore dimostra così che il paradigma analitico junghiano si inserisce coerentemente nel filone psicoanalitico post-freudiano.
Lo psicoterapeuta si concentra sull’ opera di Jung, riflettendo in particolare sul concetto psicoanalitico di Transfert, elemento fondamentale e centrale nel rapporto analitico. Il transfert è infatti motivo dell’attivazione di processi trasformativi che avvengono contemporaneamente nel paziente e nell’analista. Quest’ultimo partecipa attivamente e viene coinvolto nel processo psichico di identificazione proiettiva, meccanismo di tipo patologico indispensabile per lo sviluppo e l’ampliamento della coscienza dell’individuo. L’autore in “Alchimia dell’immagine” giunge quindi a dimostrare come le immagini, innate nel nostro inconscio e dotate di una sorta di volontà e autonomia propria, siano alla base di tutti i processi trasformativi della psiche, di origine fisiologica e patologica. Le immagini pertanto possono essere impiegate in terapia per meglio esplorare l’inconscio e la cura della psiche soprattutto se affiancate alla tecnica junghiana dell’”immaginazione attiva” applicata al transfert.

Attraverso una minuziosa indagine sulle teorie prese in esame da Fabj, il lettore scopre insieme allo psicoterapeuta come le concezioni junghiane, spogliate da tutti gli artifici mistico-esoterici, abbiano, in realtà anticipato le più moderne teorie psicoanalitiche.



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